(Consiglio di leggere questo capitolo con questa canzone in sottofondo. Ci sarà una canzone in ogni capitolo, differente in base alla situazione. Spero vi piaccia. Buona lettura!✨💜)
Mi chiamo Annabeth Ring, ho 17 anni e sono una ragazza che si potrebbe chiamare "il frutto di una tragedia".
Per riassumere in breve: mia madre è morta quando avevo 10 anni e mio padre da allora ha cominciato a bere. Avevo un fratello che non ho mai conosciuto, perlomeno è quello che i miei mi hanno raccontato; vivevo a Jacksonville, Florida.
Vivevo perché l'ho lasciata per scappare da mio padre.
Esatto, ho detto scappare. Come ho già detto, beveva...e anche tanto...
Da quando mia madre non c'è più, lui è cambiato completamente; è diventato scorbutico, cinico, irascibile e ha cominciato a picchiarmi. Giá...
So a cosa state pensando. "Ma Annabeth perché non hai detto nulla?" Ci ho provato...più di una volta...ma invano. Lui mi ha sempre scoperta e ,da allora, ha preso delle precauzioni: ha staccato il filo del telefono, ha tolto internet da casa, ha cambiato numero, ha tolto tutti i telefoni in casa e ha cambiato ogni tipo di password.
Un giorno, quel giorno, ho deciso di scappare, stanca di quella vita.
Flashback
Sono in cucina e sto preparando la cena. Sento qualcuno chiamare il mio nome e vorrei che fosse solo nella mia testa...ma non lo è.<<Annabeth! Portami anche una birra insieme alla cena. La voglio f-r-e-d-d-a, quindi ti conviene che lo sia!>> dice mio padre dal soggiorno, mentre si scola la sua bottiglia di birra e guarda una partita di football.
Io ho quasi finito di preparare la cena.
Bussano alla porta e mio padre mi intima di andare ad aprire. Mi dirigo verso quest'ultima e la apro.
Una figura estranea Si presenta dinnanzi a me. Un ragazzo. <<Annabeth Ring?>> mi chiede il ragazzo che presumo sia il postino.
<<Sono io.>> rispondo pensando che mio padre lo abbia chiamato per lasciargli qualche pacco di alcool comprato su Amazon. Ma da quando indirizza i pacchi a mio nome? Vabbé.
Il postino mi fa firmare un modulo ,lo firmo e lui mi lascia il pacco.
Lo prendo dalle mani del ragazzo ,che se ne va nel giro di pochi secondi.
Non aveva l'aria di un postino, ma non ci ho fatto molto caso.
Entrò in casa col pacco in mano e torno in cucina. La cena è pronta, così la prendo e la porto da mio padre in soggiorno, insieme al pacco.
<<Buon appetito papà.>> dico appoggiando la cena sul tavolino accanto a lui <<La birra?>> mi chiede lui con un filo di rabbia. Io prendo la bottiglia dal collo e gliela porgo <<E brava la mia ragazza. Vedi? A volte sei utile.>> dice sorridendo mentre comincia a mangiare.
Io non mangio con lui da anni. Quando lui va a dormire riesco a mettere qualcosa sotto i denti, ma non sempre.
<<Che cos'è quello?>> mi chiede mentre si ingozza di cibo <<Credevo avessi ordinato tu qualcosa.>> rispondo <<Aprimelo e dammelo.>> mi ordina. Io prendo un coltello e lo apro.
Non ci posso credere...anche questo no...
Nel pacco c'è l'unica cosa che speravo di non vedere qui dentro: droga. Mio padre ha ordinato quelli che sembrano essere circa 40 g di cocaina, divisa in 4 pacchetti da 10 g.
Prendo un pacchetto e lo mostro a mio padre <<Fai sul serio?>> chiedo. Il mio tono aveva odio e disprezzo al suo interno e, per la prima volta, l'ho fatto notare anche a lui.
<<Perché? Hai qualche problema per caso ragazzina?>> mi chiede alzandosi dalla sua poltrona e avvicinandosi a me.
<<Si...tu. Tu sei il mio problema! Ti ho fatto da badante e mi sono presa cura di te, pur essendo trattata da te come una merda, per 7 anni! Per 7 anni ti ho sopportato quando eri ubriaco e ti ho sopportato quando mi facevi del male! A ME! Tua figlia! Sono stanca papà...SONO STANCA! STANCA DI VEDERTI SU QUELLA FOTTUTA POLTRONA TUTTO IL GIORNO TUTTI I GIORNI, STANCA DI VEDERTI UBRIACO E SCONTROSO, STANCA DI DOVER SOPPORTARE TE E I TUOI ABUSI! Basta! Io me ne vado!>> sbotto e mi fiondo verso la porta, ma lui mi blocca per un braccio.
<<Oh no cara, dove credi di andare eh? Tu non vai da nessuna parte!>> mi tira un forte schiaffo in viso, facendomi cadere a terra <<Pensi davvero di poter aver scelta?>> chiede sarcastico dandomi un forte calcio in pancia <<Pensi che mi importi qualcosa di come ti senti?!>> un altro calcio <<PENSI CHE MI IMPORTI QUALCOSA DI TE LURIDA MOCCIOSA ARROGANTE?!>> un altro calcio, ma questo è molto più forte degli altri.
Faccio fatica a muovermi. Credo mi abbia rotto qualche costola, ma devo andare via di qui. Cerco di strisciare verso la porta, ma lui mi prende per i piedi e mi trascina verso di lui.
Mi tira una serie di calci. Posso percepire ogni sua emozione in questo momento: odio profondo verso la sua prole, rabbia verso ciò che è e per ciò che gli ho detto e...tanta voglia di uccidermi.
I calci finiscono e apro leggermente gli occhi. Lui mi guarda, sorride in modo malvagio e minaccioso e si mette sopra di me.
<<Non sarai più un problema brutta stronza!>> dice, poggiando le sue mani sul mio collo e stringendole forte ad esso.
Mi sta strozzando. Mio padre mi sta strozzando a mani nude. Bastardo. Ora basta.
Gli tiro un calcio sotto la cintura e lui cade a terra, gemendo dal dolore.
Non per molto tempo, ma abbastanza per poter prendere il mio telefono, il mio portafogli e le chiavi della mia macchina e scappare da lí.
Mi precipito fuori casa e sto per mettere in moto l'auto, ma mi fermo...
Non l'avrebbe passata liscia così facilmente. Dopo tutto il male che mi ha fatto per anni non me ne sarei andata senza la mia vendetta.
Ritorno in casa e lui cerca di prendermi urlando frasi come: <<Se ti prendo sei morta!>> o <<Maledetta stronza!>> o cose così.
Prendo l'alcol di mio padre e lo porto tutto fuori sotto il portico. Prendo un accendino e mi piazzo davanti al mucchio che ho creato. Ho buttato a terra le bottiglie e tutto il liquido è uscito da esse.
Mio padre è uscito e si è piazzato davanti alla porta, vedendo il suo alcool rotto a terra e me con un accendino in mano.
<<Tesoro. Ascoltami, ok? Non sei costretta a farlo. Mi dispiace per quello che ti ho fatto amore e ti prometto che non si ripeterà. Ma ora allontanati e metti via l'accendino.>> mi dice con voce tremolante. Patetico.
<<Tesoro? Ti dispiace? Che buffo. Solo adesso ti sento dire queste cose...beh, avresti dovuto pensarci.>> rispondo sventolando il mio accendino in aria.
Col pollice lo accendo e si forma su mio padre uno sguardo di terrore puro. <<Annabeth, ti prego non lo fare.>> mi dice <<Ci vediamo all'inferno..."papà".>> rispondo lanciando il mio accendino sul suo alcool.
Un enorme falò si presenta dinnanzi a noi e ,quel genio di mio padre, ha tentato di salvare il suo alcool, finendo per arrostirsi.
Fine flashback
Da allora sono in viaggio, ma sono stanca di essere una vagabonda. Ho deciso che voglio avere una nuova vita in una nuova cittá.
Ora mi trovo da qualche parte in California, ma non so dove. Tra circa 200 m c'é un cartello che dice...Beacon Hills?
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Hi guys,
Sono tornata con una nuova storia!Spero vi piaccia💜
Se vi piace la storia vi invito a lasciare una stellina e un commento💜
Anna💜
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Mia sorella come beta
Fanfiction~ Primo libro della dilogia. Secondo libro: 'La rivincita dell'Omega' Annabeth Ring è una ragazza in fuga dal passato che vuole solo crearsi una nuova vita. Nel suo cammino, una cittadina nella contea di Beacon la incuriosisce...Beacon Hills. Una...