«Che vuol dire che te ne sei andato via?!» sbottò Taichi, piantando il piatto pulito sopra al tavolo. Kenjirou si voltò lanciandogli un'occhiataccia, sibilando: «Abbassa la voce o sveglierai i bambini. Io non gliela racconto di nuovo la storiella della buonanotte.»
Kawanishi chiuse gli occhi e tirò un profondo respiro per calmarsi. «Okay, scusa, hai ragione. Ma spiegami perché diamine te ne sei andato piantandolo in asso.»
Shirabu scrollò le spalle. «Ero in ritardo per il turno. Non voglio rischiare che mi sbattano fuori, perché poi trovare un nuovo lavoro ugualmente retribuito sarebbe difficile. Già con lo stipendio che ho, pagare affitto e bollette è difficile.»
«Cosa...» il biondo appoggiò lo strofinaccio e afferrò il suo migliore amico per le spalle, facendolo voltare. «Ti rendi conto che il padre dei tuoi figli ti ha palesemente implorato di tornare con lui e ti ha... Dio, ti ha detto che avrebbe pensato alle tue spese e tu hai rifiutato! Non ho idea di come tirerai fuori i soldi per pagarti la retta universitaria l'anno prossimo visto che qualunque aiuto ti venga proposto tu rifiuti!»
«Non voglio vivere a sue spese. Non sarebbe giusto.» ribadì Kenjirou, tornando a lavare i piatti. Taichi fece un passo indietro, massaggiandosi le tempie.
«Forse allora è il caso di mandare un bel messaggio ai tuoi genitori con scritto "ciao, siete nonni da tre anni, siccome qui stiamo facendo la fame che ne dite se ripristiniamo tutti i rapporti così magari sia io che i miei figli avremmo una buona salute e una buona istruzione?"» Shirabu gli lanciò un'occhiataccia, schizzandolo con la schiuma del sapone per piatti.
«Non ho intenzione di scrivere alla mia famiglia solo per farmi guardare dall'alto al basso.»
«Sai che prima o poi lo scopriranno, non è vero?» mormorò Taichi. Kenjirou si fermò e tirò un lungo sospiro, annuendo.
«Sì, lo so, ma preferisco che sia poi invece che prima.» esclamò. «E poi, comunque, al massimo, posso chiedere ad Akihito di versare qualcosa sul mio conto bancario.»
«Mi stai dicendo che parlarne civilmente con la tua famiglia non va bene ma rubare i soldi sì?»
«Non è "rubare i soldi". È più un prestito...» Taichi tornò ad asciugare i piatti con un lungo sospiro.
«Sei impossibile.» improvvisamente il suo cellulare trillò e si allungò per leggere il messaggio. «Cazzo.»
Kenjirou si voltò verso di lui. «Che succede?»
«È il mio capo. Una delle cameriere sta di nuovo male e vuole che la rimpiazzi dopodomani.» Shirabu sbiancò.
«Ma... Ma dopodomani è...» deglutì. «È sabato.»
«Sì, lo so anche io che è sabato, grazie Kenjirou.»
Il castano appoggiò la spugna e scosse la testa. «No, voglio dire... Io lavoro e... e anche Akihito e... e se devi lavorare anche tu allora...»
Kawanishi sembrò realizzare. «Oh.»
«Devo chiamare il locale per avvertire che dovrò portare i bambini. Fammi passare.» Kenjirou si sfilò i guanti, ma Taichi gli sbarrò la strada. «Cosa? Fammi passare, Taichi.»
Il biondo scosse la testa. «No, non portarli là. Lo sai com'è sempre il sabato sera. Se iniziano ad andare in giro è la fine.»
«Beh, non mi pare di avere molte altre alternative, non credi?!» sbottò il castano, alzando le braccia.
«Chiama Semi-san.» Shirabu sbatté le palpebre una, due e poi tre volte.
«Cosa?»
«Chiama Semi-san.» ripeté Taichi.
![](https://img.wattpad.com/cover/252057029-288-k580465.jpg)
STAI LEGGENDO
Macchia Bianca||SemiShira
FanfictionIn un mondo dove la popolazione ha tatuato sul proprio corpo il nome della propria anima gemella, quando si compie una certa età sul corpo di chi può rimanere incinta compare una macchia bianca. Kenjirou tiene nascosta la sua da anni a causa del ter...