Kenjirou rimase seduto per terra per quella che gli parve un'eternità. Doveva essere arrivata la notte quando si svegliò – non ricordava nemmeno di aver pianto tanto da essersi persino addormentato – perché le luci erano molto più soffuse di prima. Si mise seduto con la schiena contro al muro e strofinò le guance sporche di lacrime secche.
La sua mente vagò all'indietro, ripensando alle parole di Shibuzawa. Poteva andarsene di lì e incominciare una vita completamente diversa senza mai più sentire Eita, oppure poteva morire lì e subito. Guardò i figli stesi sui letti e strinse le labbra, poi si guardò attentamente intorno. Non c'era nulla nella stanza, nemmeno videocamere di sorveglianza. Di certo quel posto doveva essere una base temporanea e non avevano avuto tempo d'installare nulla. Guardò il vetro al suo fianco e strinse le labbra. Non era molto spesso, ma non si sarebbe rotto prendendolo a calci.
Tirò un profondo respiro e si alzò, poi si fece indietro e fissò il vetro di fronte a sé. Saltellò sul posto, poi scatto in avanti e tirò una forte spallata al vetro con tutta la forza che riuscì a trovare. L'impatto fu doloroso e la superficie non diede segni di cedimento. Shirabu crollò a terra con un gemito di dolore, massaggiandosi la spalla, poi si fece indietro una seconda volta, stringendo i denti, e caricò di nuovo.
Aveva appena tirato la decima spallata quando improvvisamente tutto divenne rosso e scattò un allarme. Per un attimo temette che lo avessero scoperto, poi all'improvviso una voce risuonò nella struttura tramite un sistema di altoparlanti: la polizia era lì. Lo avevano trovato. Il castano abbassò lo sguardo e sfiorò l'interno dell'avambraccio, dove mesi prima gli avevano inserito una piccola sonda che potesse costantemente rilevare la sua posizione, individuabile solamente dal loro sofisticato sistema.
Non si soffermò a domandarsi come mai ci avessero messo tanto, ma si fece indietro e si lanciò con più convenzione di prima contro al vetro con un grido di battaglia. Crollò all'indietro a causa dell'impatto, ma la crepa che andò a percorrere la superficie fu tanto soddisfacente da far quasi sparire il male.
Continuò a lanciarsi contro alla superficie per altri tre minuti e fu proprio quando la porta venne spalancata e Shibuzawa fece il suo ingresso che il vetro si sfondò.
«NO!» lo sentì gridare Kenjirou mentre crollava nell'altra stanza. Cadde sui vetri rotti e boccheggiò nel sentire una scheggia entrargli nel fianco. Si alzò a carponi tossendo e gattonò via dall'apertura mentre Shibuzawa entrava. Si sfilò di dosso la scheggia con il respiro pesante, ma in un attimo il più vecchio gli tirò un calcio che lo fece crollare di lato.
L'uomo lo afferrò per il colletto della maglia e lo sollevò di peso, sbattendolo contro al muro e bloccandolo. Il castano gli afferrò i polsi e boccheggiò, tentando di spingerlo via. «Come hanno fatto a trovarti?! Come?! Mi sono assicurato che non ci fossero dispositivi di tracciamento su di te!»
Shirabu gli rivolse un sorriso meschino, tossendo per il sangue in bocca, e sollevò lentamente il braccio, mostrando la cicatrice del rilevatore. «Non sei così intelligente come credi, allora...»
L'uomo lo afferrò per la gola ringhiando di rabbia. «Non uscirai vivo da qui.»
Kenjirou boccheggiò e gli piantò le mani in faccia, tentando disperatamente di allontanarlo da sé. Sentì l'aria mancare ai polmoni e strinse gli occhi pieni di lacrime, incominciando a scalciare. Lentamente, percepì l'energia lasciare il suo corpo e lasciò scivolare le braccia ora troppo pesanti lungo il corpo. L'uomo lo lasciò cadere a terra e lui si accasciò con violenza sopra i vetri, sobbalzando per le nuove ferite.
«Prima che tu muoia voglio vedere il tuo dolore» ringhiò Shibuzawa, allontanandosi e dirigendosi verso i due letti. «nel vedere morire i tuoi amati figli.»
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Macchia Bianca||SemiShira
FanfictionIn un mondo dove la popolazione ha tatuato sul proprio corpo il nome della propria anima gemella, quando si compie una certa età sul corpo di chi può rimanere incinta compare una macchia bianca. Kenjirou tiene nascosta la sua da anni a causa del ter...