Il giorno di Natale Kenjirou fu svegliato dalle figure eccitate di Yukine e Fuyuki che gli saltavano addosso. «Papà, è Natale! Svegliati! Apriamo i regali!»
Shirabu si voltò dall'altra parte, mugugnando infastidito dal rumore. «Altri cinque minuti...»
Era tornato a tarda notte il giorno prima ed era sicuro di aver dormito su e giù cinque ore. Udì la porta della camera aprirsi e Yukine fu sollevato dal suo braccio, poi una voce familiare mormorò: «Perché invece non facciamo una bella colazione con la torta che abbiamo fatto ieri pomeriggio?»
Giusto, si ricordò il castano, il giorno della Vigilia Eita aveva badato ai gemelli e si era addormento sul divano nell'attesa che Kenjirou tornasse a casa.
«Quella al cioccolato, papà?» domandò Fuyuki.
«Sì, quella al cioccolato. Forza, andiamo.» uscirono dalla stanza e chiusero la porta, lasciando che il castano scivolasse nuovamente nell'incoscienza. Si svegliò tre ore più tardi molto più riposato e con qualcuno che lo stringeva al petto, Aprì gli occhi e si ritrovò davanti Eita con il cellulare in mano che scorreva svogliatamente il feed di Instagram mentre passava le dita tra i suoi capelli. Quando si accorse che Shirabu era sveglio, posò il cellulare e gli sorrise.
«Buongiorno.» il castano sbadigliò e appoggiò la testa contro la sua spalla.
«'Giorno. Che ore sono?» Eita lanciò un'occhiata all'orologio del cellulare.
«Quasi le undici.» rispose.
«Dove sono i bambini...?» mormorò il castano, stropicciandosi un occhio.
«Ecco... Hanno voluto aprire il pacco più grande e stanno provando a fare il puzzle.» rispose il biondo, voltandosi su un fianco e sorreggendo la testa con la mano. «Ho provato a dirgli di aspettare che ti alzassi, ma hanno insistito talmente tanto che avevo paura che ti svegliassero, quindi gliel'ho fatto aprire.»
Shirabu sorrise e scosse la testa. «Non fa niente. Fanno sempre così.»
«Come tutti i bambini.» mormorò l'altro.
«Come tutti i bambini.» convenne il più piccolo. Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Eita si mise a sedere e guardò il castano, facendosi serio.
«Senti... Ho parlato con i miei genitori.» Kenjirou puntò lo sguardo in quello del biondo. «Ho pensato che avessero il diritto di saperlo. Di Fuyuki e Yukine, dico.»
«E?» lo esortò a continuare senza un particolare tono nella voce.
«Dicono che vorrebbero conoscerli. E... E anche te.» Shirabu si mise seduto e strinse le labbra, annuendo.
«Sì, lo capisco.» mormorò.
«Però...» il castano fece scattare lo sguardo sull'altro.
«Però?»
«Ci hanno invitato a pranzo e...» Eita tirò un profondo respiro. «E anche la tua famiglia.»
L'atmosfera nella stanza si fece gelida. Kenjirou tirò un profondo respiro per mantenere la calma e deglutì. «Si... Si sono sentiti?»
Eita scosse la testa. «Non ancora. Ho... Ho detto loro che non siete in buoni rapporti ora e che nel caso li avresti contattati tu.»
Kenjirou chiuse gli occhi e rimase in silenzio per parecchi secondi. Si sarebbe dovuto aspettare che riprendere i rapporti con Eita avrebbe compreso riprendere i rapporti anche con la sua famiglia e che prima o poi sarebbe giunto il momento di svelare quel segreto, ma... «Non so se sono pronto.»
Semi lo strinse a sé e gli accarezzo i capelli. «Lo so, per questo ho detto loro che gli avremmo fatto sapere.»
«Non voglio essere commiserato dai miei. Hanno passato più di dieci anni a mettermi in guardia sulla macchia bianca... Non ne parlavamo quasi mai e ogni volta che lo facevamo loro sembravano quasi spaventati o come sul punto di scusarsi perché sono nato così.» Eita lo ascoltò in silenzio e capendo che non sarebbe andato avanti si schiarì la gola.
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Macchia Bianca||SemiShira
FanfictionIn un mondo dove la popolazione ha tatuato sul proprio corpo il nome della propria anima gemella, quando si compie una certa età sul corpo di chi può rimanere incinta compare una macchia bianca. Kenjirou tiene nascosta la sua da anni a causa del ter...