Capitolo 6

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Il giorno di Natale Kenjirou fu svegliato dalle figure eccitate di Yukine e Fuyuki che gli saltavano addosso. «Papà, è Natale! Svegliati! Apriamo i regali!»

Shirabu si voltò dall'altra parte, mugugnando infastidito dal rumore. «Altri cinque minuti...»

Era tornato a tarda notte il giorno prima ed era sicuro di aver dormito su e giù cinque ore. Udì la porta della camera aprirsi e Yukine fu sollevato dal suo braccio, poi una voce familiare mormorò: «Perché invece non facciamo una bella colazione con la torta che abbiamo fatto ieri pomeriggio?»

Giusto, si ricordò il castano, il giorno della Vigilia Eita aveva badato ai gemelli e si era addormento sul divano nell'attesa che Kenjirou tornasse a casa.

«Quella al cioccolato, papà?» domandò Fuyuki.

«Sì, quella al cioccolato. Forza, andiamo.» uscirono dalla stanza e chiusero la porta, lasciando che il castano scivolasse nuovamente nell'incoscienza. Si svegliò tre ore più tardi molto più riposato e con qualcuno che lo stringeva al petto, Aprì gli occhi e si ritrovò davanti Eita con il cellulare in mano che scorreva svogliatamente il feed di Instagram mentre passava le dita tra i suoi capelli. Quando si accorse che Shirabu era sveglio, posò il cellulare e gli sorrise.

«Buongiorno.» il castano sbadigliò e appoggiò la testa contro la sua spalla.

«'Giorno. Che ore sono?» Eita lanciò un'occhiata all'orologio del cellulare.

«Quasi le undici.» rispose.

«Dove sono i bambini...?» mormorò il castano, stropicciandosi un occhio.

«Ecco... Hanno voluto aprire il pacco più grande e stanno provando a fare il puzzle.» rispose il biondo, voltandosi su un fianco e sorreggendo la testa con la mano. «Ho provato a dirgli di aspettare che ti alzassi, ma hanno insistito talmente tanto che avevo paura che ti svegliassero, quindi gliel'ho fatto aprire.»

Shirabu sorrise e scosse la testa. «Non fa niente. Fanno sempre così.»

«Come tutti i bambini.» mormorò l'altro.

«Come tutti i bambini.» convenne il più piccolo. Rimasero in silenzio per qualche secondo, poi Eita si mise a sedere e guardò il castano, facendosi serio.

«Senti... Ho parlato con i miei genitori.» Kenjirou puntò lo sguardo in quello del biondo. «Ho pensato che avessero il diritto di saperlo. Di Fuyuki e Yukine, dico.»

«E?» lo esortò a continuare senza un particolare tono nella voce.

«Dicono che vorrebbero conoscerli. E... E anche te.» Shirabu si mise seduto e strinse le labbra, annuendo.

«Sì, lo capisco.» mormorò.

«Però...» il castano fece scattare lo sguardo sull'altro.

«Però?»

«Ci hanno invitato a pranzo e...» Eita tirò un profondo respiro. «E anche la tua famiglia.»

L'atmosfera nella stanza si fece gelida. Kenjirou tirò un profondo respiro per mantenere la calma e deglutì. «Si... Si sono sentiti?»

Eita scosse la testa. «Non ancora. Ho... Ho detto loro che non siete in buoni rapporti ora e che nel caso li avresti contattati tu.»

Kenjirou chiuse gli occhi e rimase in silenzio per parecchi secondi. Si sarebbe dovuto aspettare che riprendere i rapporti con Eita avrebbe compreso riprendere i rapporti anche con la sua famiglia e che prima o poi sarebbe giunto il momento di svelare quel segreto, ma... «Non so se sono pronto.»

Semi lo strinse a sé e gli accarezzo i capelli. «Lo so, per questo ho detto loro che gli avremmo fatto sapere.»

«Non voglio essere commiserato dai miei. Hanno passato più di dieci anni a mettermi in guardia sulla macchia bianca... Non ne parlavamo quasi mai e ogni volta che lo facevamo loro sembravano quasi spaventati o come sul punto di scusarsi perché sono nato così.» Eita lo ascoltò in silenzio e capendo che non sarebbe andato avanti si schiarì la gola.

Macchia Bianca||SemiShiraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora