1. Prologo

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25 maggio 2015

"Caro diario,
Non so nemmeno più cosa scrivere, le pagine sono tutte uguali.
Le parole sono quelle delle pagine precedenti e le emozioni
sono le stesse.
Ancora una volta mi chiedo perché esisto.
Per rendere tristi le persone? E se così non fosse, perché allora non vedo felicità nella mia vita?
Si dice che bisogna vivere la propria vita al massimo ed essere felici.
Ma io ci provo.
Provo ad essere positivo e felice.
Tutti i giorni.
Ma
Non so cosa sia, la vera felicità adesso..."

-

A Seokjin piace sognare ed è sempre stato un ragazzo allegro che da valore a qualsiasi cosa, anche alle cose inanimate.
Crea con la mente la sua personale realtà, un mondo in cui può essere qualsiasi cosa e con le persone che ama. Tutto questo perché sognare è l'unica cosa che gli rimane.

-Non puoi farlo da solo-

Seokjin se lo sentiva ripetere continuamente da suo padre e suo fratello che amava e ringraziava ogni giorno, facendo di tutto per alleggerire almeno un po' il fardello che portava, il quale lo teneva prigioniero di una vita stancante e abbandonata al destino.

Il destino di ognuno è diverso, a volte si può cambiare, contorcere e intrecciarsi con altre persone. Quello di alcuni invece rimane lo stesso, non si può cambiare. La natura scorre come deve e la vita va avanti egoista, senza preoccuparsi se rimani indietro. Ma il viaggio verso il proprio destino, quello invece può cambiare indipendente dalle persone.
Può renderti una persona migliore o addirittura farti accettare più facilmente la tua fine.

E questo è quello che accadde a Seokjin, ma non se ne accorse subito e, ad essere sinceri, non credeva nemmeno potesse succedere.
La vita di Seokjin era soffocante, dovendo sempre fare affidamento sugli altri si sentiva quindi dipendente, incapace, un peso. Come se le persone a lui vicino non fossero felici solo per colpa sua.

Perciò quasi ogni giorno, nel momento in cui l'orologio segnava le quattro in punto, per avvicinarsi anche solo un po' al concetto di vita indipendente, si rifugiava da solo con la sua inseparabile sedia a rotelle in quel tragitto di pochi minuti da casa sua al fiume vicino.
E rimaneva lì, solo con se stesso per trenta minuti, per poi tornare subito dopo a casa.
Così aveva promesso a suo padre.
Di tanto in tanto era capitato che distratto a disegnare o a scrivere non si accorgesse che i trenta minuti erano passati e immediatamente poteva scorgere in lontananza il fratello più grande che lo raggiungeva a passo veloce per portarlo a casa, sorbendosi poi una bella ramanzina dal padre sull'essere più responsabile e sul farli preoccupare meno.

Comunque non importava se pioveva e le panchine erano umide, se era troppo caldo e il sudore imperlava la sua fronte o se il freddo gli faceva battere i denti. In ogni caso Seokjin era sempre lì, con strati di vestiti per stare al caldo o con il suo ombrellino rosa per proteggersi dalla pioggia.
Ed osservava. Scrutava le persone che incontrava immaginando che tipo di vita diversa dalla sua potessero avere. Capitava che consolasse anche qualche bambino che si era ferito o che facesse capricci.
Questo era Seokjin, un ragazzo sensibile che per essere felice rendeva felici gli altri.
E si, stava bene lì.

A volte era felice, ma altre volte provava fastidio addirittura per quel sole che splendeva così luminoso, mentre lui versava lacrime e il cuore andava in frantumi, maledicendo la persona che era.
Agli occhi delle persone poteva sembrare un normale ragazzo che amava passare del tempo all'aperto, ma la realtà era che per Seokjin quei trenta minuti ogni giorno erano una vittoria per lui.
E' vero, Seokjin aveva imparato ad amare e ad essere grato per la sua vita, ma si sentiva anche imprigionato in essa.
Imprigionato in se stesso.
Si rammaricava per il suo corpo, per essere così debole.
Così fragile.

Ma Seokjin non è nè debole e nè fragile.
No, Seokjin è forte nonostante l'universo non sia stato molto gentile con lui.
Con le sue stesse gambe vive come se fosse l'ultimo giorno.
Ha sempre odiato essere un peso, essere una persona di cui predersi cura e non riuscire a dare la felicità agi altri che si meritavano, o rendere almeno davvero felice se stesso.
Perchè Seokjin sorrideva, ma gli angoli della sua bocca si sforzavano e tremavano. Gli occhi non sempre brillavano e il suo sguardo era cupo.
Si sentiva solo.
L'unica persona che rendeva la solitudine più sopportabile era Jimin, il suo migliore amico, con cui passava le ore in chiamata quasi ogni giorno.
Jimin faceva di tutto per aiutarlo nella sua condizione, ma non si vedevano spesso.
Si trasferì tempo prima in un'altra città per inseguire il suo sogno di ballerino, sogno che Seokjin ha sempre sostenuto. Anzi, era stato proprio lui a spingere il suo amico a percorrere la strada del successo.
Di tanto in tanto tornava per qualche settimana ma non sapeva mai per quanto sarebbe rimasto.
Ma la gratitudine che provava per lui era infinita, ed era in questi casi che si rendeva conto di quanto era fortunato.

Quel giorno comunque, era un giorno come un'altro. Seokjin era seduto come sempre sul lato sinistro della panchina malridotta e scriveva. Scriveva sul suo diario rosa pastello, che raccontava la sua vita da quando era iniziata a precipitare.
Ma le pagine ultimamente erano sempre più uguali, con le solite frasi, le stesse emozioni e i fogli sempre più in bianco.

"Oh"

Ad un tratto la mano si irrigidsce, la penna cade tra l'erba bagnata di rugiata e lo sguardo assente di Seokjin si possa su di essa.

Anche questo non era nulla di nuovo.

Niente di nuovo, come la mano che cerca di raggiungerla per aiutarlo. Ma questa volta, forse, una piccola differenza c'è.
Non è la mano di Seokjin a raggiungere la sua penna nè quella di un bambino.
No, nemmeno quella di una donna.
Ma un'altra, un po' più grande della sua.



Spazio autrice
Stelline, finalmente il primo capitolo è uscito!
Prima di dire qualsiasi cosa, voglio ringraziarvi.
Uno ad uno, per aver iniziato a leggere questa storia a cui tengo molto.
Non sono una scrittrice! Ma spero che questa piccola, piccolissima storia possa piacervi, che possa farvi sorridere e che possa farvi capire che nessuno di voi è fragile.
Tutti siete forti, nonostante le difficoltà. Vi meritate il mondo e vi voglio bene, il vostro supporto mi spinge ad andare avanti, a portare a termine questa storia.
Spero che questo breve viaggio sia di vostro gradimento.
Aggiornerò in un paio di giorni in quanto i capitoli sono quasi tutti completati, devo solo revisionarli e sistemare alcune cose.
Questo capitolo è un po' un'introduzione, dal prossimo inizieranno ad accadere alcune cose u.u
Vi voglio bene<3

Quel Giorno Di Settembre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora