Capitolo 24

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POV BENJAMIN

Mi avvicino alla biondina.

<Muoviti dobbiamo andare!> ringhio duro.

<Ehi...vuoi bere??> dice, porgendomi la bottiglia.

<Dai alzati> ripeto.

<Eddaiii, io voglio stare qui a divertirmi!> si lagna lei.

<Non ti fare prendere con la forza...> faccio frettoloso.

<Mi stai deprimendo con la tua insistenza. Daii, io voglio stare qui, non mi dare fastidio, non rovinare il mio momento> afferma e mette il broncio.

<Questo posto non fa per te...sinceramente non so come i Whittemore ti abbiano mandato in questa fogna di topi> parlo con disprezzo, osservandomi intorno.

<Cos'è peggio di un topo da fogna? Lo sai??! io sì...Benjamin Jones il guastafeste> sputa indignata. <E per l'appunto sei sempre un guastafeste>.

 Non so se è più antipatica da sobria o da ubriaca, non saprei scegliere.

<Muoviti, non fartelo ripetere ancora una volta> tuono di nuovo.

Porta le mani al petto e gita la faccia dall'altra parte.

<Ok...lo hai deciso tu!> concludo, per poi montarla in spalla come un sacco di patate e camminare verso l'uscita . Lei si dimena come una pazza, scalcia e da a pugni la mia schiena, ma la sua forza è indebolita dall'alcool in circolo nel suo corpo.

<Lasciamiii> urla.

<Sei uno stronzoo!> ancora. 

<Perché non ti fai mai gli affaracci tuoi> di nuovo. 

<Perché le persone devono sempre rovinare la mia vita?! Perché??!?!?!> stavolta nella sua voce non c è solo rabbia, vi è anche tristezza.

 <Mettimi giù, adesso!!> e rieccola. Io continuo a camminare e le grida, per pochissimo tempo, cessano. 

<Hai proprio un gran bel sedere> dice di punto in bianco. 

Io inizio a ridere per la sua disinvoltura...che galanteria, proprio quella di un rinoceronte. Giuro che se m'avesse detto da sobria adesso glielo starei a rinfacciare fino a quando non muore, ma comprendo che è tutto merito dell'alcool. Eppure l'alcool ti fa solo essere più sincero.

 Poi ricomincia <Lasciamiiiii!!!!>.

La scendo a sedere su panchina nel vialetto della casa.

<Calmati, voglio solo portarti a casa> affermo onesto. Dopo neanche due secondi trovo la ragazza piegata su se stessa, mentre tossisce.

<Se devo vomitare avvisami che mi sposto> l'ammonisco poco graziato.

<Oh che carino da parte tua> mi schiocca una brutta occhiataccia.

La ragazza in uno scatto si accascia in un vado e comincia a rimuginare tutto ciò che aveva ingerito in precedenza. Quando la vedo in difficoltà nel mantenere tutti i capelli in alto, a debita distanza, allungo il braccio e le reggo in un unica coda la capigliatura. 

Una volta che sembra essersi ristabilita le chiedo <Adesso va meglio?>. Lei annuisce debolmente.

<Non eri tu quello che si doveva spostare?> canzona, quasi per prendermi in giro.

<Infatti sono spostato> le rammento, indicandole la distanza che ci separa.

<Sì, di testa> fa lei.

<Mi sembra di non essere io ad una festa, ubriaca marcia a vomitare nelle piante> le dico sprezzante.

<Sì, lo so...sono proprio fantastica!> non si è neanche resa conto che l'ho appena offesa.

Dal Dolore Alla FelicitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora