THEY DON'T KNOW WHAT YOU'VE DONE TO MY HEART

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È sabato mattina, è appena suonata la sveglia e decido finalmente di alzarmi. Sono le 10 del mattino, Roma è luminosa e movimentata come sempre, ma oggi non andrò al lavoro quindi starò un po' a casa. Il mio cellulare squilla e sul display compare inaspettatamente il nome del mio capo.
"Hey, Franci, tutto ok? È successo qualcosa?" dico d'istinto preoccupata per la chiamata insolita.
"Si, effettivamente qualcosa è successo. Mi hanno appena contattata dalla agenzia coreana della band dei BTS e mi hanno chiesto se ci fosse qualche interprete disposta a lavorare con loro per una settimana ; io ho pensato subito a te, dato il tuo alto livello nel coreano, ma volevo prima parlarne con te. So che è la tua prima esperienza importante, inoltre dovresti stare in giro per l'Italia per una settimana, ma io sarei al tuo fianco e quindi...".
Non riuscivo a capire quello che stava dicendo, parlava troppo velocemente o forse ero io su di giri, ma non la ascoltavo più. Io interprete dei BTS? Ma che botta avevo preso? No, forse stavo solo dormendo ancora e dovevo svegliarmi bene, ma ad un certo punto tornai alla realtà perché sentivo una voce proveniente dall'altra parte del cellulare che urlava :
" Enrica? Ci sei? Ma mi senti? Eiiiii..."
"Si si, Franci sono qui, scusa ma mi sono un po' distratta, e forse ho capito male io. Hai per caso detto che vorresti che facessi l'interprete per i BTS?"
Ma stavolta compresi bene la sua risposta,
"Si cara, ho detto proprio questo.Te la senti? So che è una cosa molto importante ma ..."
"Accetto." dissi senza esitare.
Non poteva essere vero...
Vado in bagno e mi faccio una doccia fredda per cercare di riprendermi e l'unica frase che mi gira in testa è: "se le cose stanno così, è la tua unica occasione".
La mia mente fece un salto indietro di 10 anni.
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"Guarda Enri, voglio farti vedere questa band kpop coreana bravissima, si chiamano BTS."
Guardavo questi 7 ragazzi ballare e cantare ma nessuno mi ispirava più di tanto, inoltre sembravano tutti uguali quindi non rimasi così colpita; per carità, bravissimi, ma niente di che. Qualche giorno più tardi sentii di nuovo quella loro canzone, Dynamite; li guardai attentamente e ne notai uno in particolare. Sotto consiglio della zia Veronica che me li aveva fatti sentire la prima volta, iniziai ad ascoltarli e conoscerli meglio. Erano così bravi, carini, sorridenti... Più li guardavo e più sentivo che con uno di loro c'era qualcosa di strano, allora decisi di documentarmi meglio: quel ragazzo che mi piaceva così tanto era Jeon Jungkook. Passavano i mesi ed io provavo le stesse uguali sensazioni quando lo guardavo, mi piaceva tantissimo, avevamo un sacco di cose in comune e pensai di essermi innamorata.
Di una star mondiale che vive dell'altra parte del mondo? Si, proprio così.
Avevo provato qualcosa di strano e forte, qualcosa che si prova poche volte, ma non riuscivo a spiegarlo. Raccontavo di lui ridendo, dicendo che ovviamente scherzavo e non ero veramente così pazza. Insomma, non avevo nemmeno una remota possibilità di realizzare il mio sogno: lui 23 anni, io 18; lui coreano, io italiana; lui famoso in tutto il mondo, io solo una ragazzina di una città qualunque. Nonostante mi ripetessi "È solo una fissa passeggera, tra poco finirà", passavano i mesi e questa cosa non faceva altro che diventare più intensa. Mi nascondevo, dicendo a tutti che ero solo un po' fuori di testa e che non ci credevo veramente, ma cercavo solo di convincere loro, perché io sapevo già la mia verità. Non so se, come, quando,dove e soprattutto perché, ma credevo nel destino, e il mio cuore e la mia mente dicevano che le mie sensazioni potevano avverarsi.
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