'CAUSE SOMETHING HAS CHANGED,YOU'RE NOT THE SAME

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Poco dopo il mio 28esimo compleanno, prenotai un volo per poter ritornare a casa e stare un po' con la mia famiglia. In realtà mi sentivo sempre molto autonoma perché la Big Hit mi lasciava molto libera e quando il tour (come in questo caso) era fermo in Corea e io non servivo, erano loro stessi che mi spingevano a ritornare in Italia e a staccare un po', perché non ero ancora molto abituata a quel ritmo di vita.
La convinzione che quella notte avrei dormito sogni sereni tra le braccia di Jungkook svanì in fretta, dal momento che entrò nella stanza incazzato nero, e senza neanche guardarmi mi disse :
"Possiamo parlare?"
"Che c'è? Cosa é successo? " risposi io, turbata dal fatto che continuava a fare su e giù per la stanza e consapevole del fatto che ci doveva essere per forza qualcosa che non andava. Alla fine, si decise a fermarsi e iniziò a sbraitare come se non ci fosse un domani.
"Io non ce la faccio più, è da settimane che cerco di fare finta di niente, di passarci sopra e di non litigare inutilmente, ma ora è diventato veramente troppo.
Stavo passando dalla palestra per andare a parlare con Namjoon di una cosa, e ho sentito Will che parlava con un altro dello staff di te. E lo vuoi sapere cosa diceva? Diceva che è palese che tu ci stai al suo gioco, che anche a te lui piace e che semplicemente non puoi farlo capire perché ci sono sempre io nei paraggi, e che tu non potresti permetterti di perdere un lavoro così importante , e che continui a stare con me solo per questo. Ha precisato che lui continua a provarci perché tanto è sicuro del fatto che tu presto cederai, tradendomi. "
Ero sbalordita dalla quantità di film mentali che giravano per la testa di Will. Sapevo che nutriva una simpatia nei miei confronti e non gli avevo mai risposto male perché era palese che io fossi innamorata follemente di Jungkook, ma non avevo assolutamente idea che lui l'avesse interpretata in quel modo.
"E tu mi stai dicendo che credi a quello che dice?"
"Io non so più a cosa pensare sinceramente. Più volte ti ho parlato di lui e tu hai sempre fatto finta di niente e cambiato discorso. Io ci ho pensato, e ho capito che effettivamente tu non me lo diresti se dovessi non amarmi più perché non potresti più lavorare qui. Dalla sicurezza con cui ne parlava lui ho capito che evidentemente qualcosa tu gliel'hai fatta capire, e io non voglio stare male o scoprire un tradimento, preferisco che me lo dici adesso e la chiudiamo qua."
Non riuscivo a realizzare il fatto che quelle parole uscissero dalla sua bocca e che pensava veramente quelle cose. Non riuscivo a parlare, ero bloccata con le lacrime pronte ad uscire e la rabbia che mi ribolliva dentro. Come poteva pensare quelle cose di me? Io che lo avevo amato dal primo istante, io che avevo lasciato tutto per poterlo seguire, io che ero così grata di aver avuto lui e quella vita fantastica...
"Tu pensi che io sia in grado di fare una cosa del genere? Di fingere di amarti, stare con te solo per i soldi, e poi tradirti con il primo che capita? " gli chiesi io scioccata.
"Non lo so..."
A quel punto iniziai ad urlargli contro di tutto e di più, con le lacrime che mi bagnavano le guance e le parole che uscivano senza sosta. Non potevo accettare che pensasse quelle cose di me, con tutta la fedeltà e l'amore che gli avevo dimostrato, no, era troppo per me. Lo cacciai dalla stanza, e dopo aver chiuso la porta un pianto chiassoso e disperato si scatenò in me. Chiamai Enjoo, la mia migliore amica, una ragazza coreana dello staff innamorata segretamente di Tae da anni, che mi aveva fin da subito aiutata. Mentre mi abbracciava io piangevo forte, distrutta, soprattutto perché il giorno dopo sarei partita e non sarei tornata a casa con lo stesso umore di prima.

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