'CAUSE YOU'RE AMAZING, JUST THE WAY YOU ARE

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Dopo il concerto a San Siro, fu la volta dell'ultima tappa all'arena di Verona. Quella mattina i ragazzi mi fecero una sorpresa : mi svegliai d'improvviso perché avevo sentito delle voci e quando aprii gli occhi Jungkook non era accanto a me nel letto, ma davanti alla porta con gli altri ragazzi. Mi portarono la colazione in camera e, mentre ero ancora assonnata e disordinata, mi cantarono "Just The Way You Are" di Bruno Mars. Mi ero commossa tanto e li avevo abbracciati tutti, e mi dissero che quello era stato il loro modo per ringraziarmi e per dimostrarmi quanto mi volevano bene. Dopo qualche ora ci furono le prove generali, e poi tutti a prepararsi per la tappa finale in Italia. Quella sera registrai gran parte del concerto e chiesi il permesso di stare sugli spalti invece che nel backstage, per godermelo al 100%. Ero così emozionata che piangevo quasi per ogni canzone. Era l'ultimo giorno che avrei trascorso con loro, e nonostante fossero passate solo 2 settimane, mi erano sembrate molte di più, e mi meraviglai di quanto fossero diventati importanti per me in così poco tempo. Quella sera diedero il meglio, ma ci fu un imprevisto : a fine concerto, Jungkook era così stremato che stava per svenire, e quando si riprese iniziò a piangere a dirotto perché pensava di non aver dato abbastanza. Jimin e RM andarono a consolarlo e io non avevo idea di cosa fare; andai da Tae e gli dissi: "Sono spiazzata, non l'ho mai visto così e non so cosa dire o fare..."
"Non devi per forza fare o dire qualcosa, basta che tu gli stia accanto e lui capirà. È normale avere dei momenti di sconforto, poi passano, ma a volte ci dimentichiamo di essere degli essere umani e pretendiamo di essere sempre perfetti e magnifici per le nostre ARMY."
Così andai da Kookie, lo abbracciai forte e gli asciugai le lacrime dal suo bel faccino.
Quella notte non dormii molto... lo abbracciavo in continuazione, lo baciavo, e gli facevo foto mentre lui dormiva accanto a me come un angioletto.
Quando il giorno dopo la sveglia suonò alle 9:30 ci alzammo e, ancora in pigiama, andammo a fare colazione nella suite dei BTS. Alcuni erano già svegli, come Suga o Jin, altri si stavano svegliando, e io andai a svegliare Jimin che dormiva ancora beatamente. Le ultime ore passarono velocemente e alle 12 salimmo sul bus che ci avrebbe portati a Milano Malpensa, dove loro avrebbero preso l'aereo intercontinentale delle 16 per Seoul. Prima di andare via tutti presero il mio numero, e scattammo le ultime foto del momento. Con le lacrime che scendevano sulle guance, abbracciai e salutai tutti. Per ultimo rimase JK: per tutto il giorno non avevo avuto il coraggio di guardarlo negli occhi o di parlarci seriamente perché avevo costantemente le lacrime agli occhi e un vuoto nello stomaco per la tristezza della sua imminente partenza, e per la mancanza che già sentivo. Mi strinse forte, quasi come se non volesse più lasciarmi andare, mi baciò lentamente e mi disse:
"Io credo in noi, ti prego provaci anche tu. Lo so che non sarà facile, ma ci sentiremo ogni giorno e ci vedremo tutte le volte che potremo. Lo so che è presto per rendere la cosa ufficiale, ma sento il bisogno di farlo, per farti capire quanto sei importante per me. Enri, vuoi diventare la mia fidanzata? Non è una proposta di matrimonio, né altro, solo un modo per definire ciò che siamo..."
Ed io, triste come non mai, ma con il cuore caldo e pieno del suo amore dissi di si, senza indugiare ancora. Poi si allontanarono, fin quando passarono i controlli dell'aeroporto e scomparvero. Volevo essere forte, dovevo, per lui, e per ciò che ci univa. Ma quando salii nel bus che ci avrebbe riportati a Roma, misi le cuffie, attivai Spotify con il loro ultimo album, e, lontana da Francesca, Yang, o qualsiasi altra persona, chiusi gli occhi e iniziai a piangere.

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