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JORGE.
Sistemo i bottoni della camicia e mi allaccio le scarpe. Stasera io e Bea andiamo a cena fuori con una sua amica.
Qualche paziente allo studio è iniziato a venire e credo di amare il mio lavoro, mi permette di essere d'aiuto e questo mi fa stare tremendamente bene.

<<Bea, hai finito di truccarti? Dai ci stai mettendo troppo. La tua amica ci aspetta.>> dico lamentandomi.
Spalanca la porta del bagno ed è più bella che mai, dovrei sentirmi davvero fortunato ad avere questa dea come fidanzata.
<< eccomi, sono pronta, possiamo andare.>> prende il cappotto e la borsa e andiamo in macchina.

Arriviamo al ristorante e seduta al tavolo c'è una biondina ad aspettarci insieme al suo fidanzato, almeno credo.
Bea gli corre incontro.
<< Meeeer! Che bello rivederti!>>
<< ma ciao Beaaa! Quanto mi sei mancata.>> le due si staccano dall'abbraccio e passano alle presentazioni.

<< lui è il mio ragazzo, Jorge.>> dice Bea sorridendo a trecentosessanta gradi.
<< e lui è Fran. Che bello che finalmente ci conosciamo!>> esclama la biondina.

La cena procede bene, beviamo, mangiamo e parliamo di tanti argomenti. Quei due mi stanno davvero simpatici.
Prima di andare via, Fran mi ferma.

<< senti Jorge, vorrei chiederti una cosa...>> mi fa segno di allontanarci, lo seguo.
<< si certo, dimmi tutto.>>
<< beh ecco, Mer mi ha detto che hai aperto uno studio in centro...>>
<< si sì esattamente.>>
<< ehm vorrei prendere un appuntamento per mia sorella. Sta attraversando un brutto periodo e credo che abbia bisogno di parlare con qualcuno che possa aiutarla...>>
<< certo, senti domani passa da me e porta tua sorella. Vorrei parlare con lei e conoscerla prima di fissare un vero e proprio appuntamento.>> tiro fuori dalla tasca del cappotto il mio biglietto da visita dove c'è scritto l'indirizzo.
<< perfetto, grazie Jorge.>>

Gli stringo la mano e andiamo verso le nostre fidanzate che sono concentrate a raccontarsi pettegolezzi.
<<amore, vogliamo andare?>> dico a Bea all'orecchio.
<< si sì andiamo che qui fuori sto congelando.>> mi prende la mano e andiamo in macchina. Appena rientriamo, Bea si chiude in bagno per rispondere ad una telefonata, non so perché fa così a volte.
Sembra quasi che voglia nascondermi qualcosa.

MARTINA.
Sono le 15.00, sono nel letto e ascolto un po' di musica. Qualcuno bussa violentemente alla porta,tolgo le cuffie.
<< oh ma sei diventata sorda per caso?>> dice Fran mettendosi di fronte a me.
<< avevo le cuffie, che vuoi?>> dico io in cagnesco.
<< muoviti, cambiati che ti porto in un posto.>> mio fratello inizia ad incuriosirmi.
<< e dove andiamo?>> sono entusiasta, non esco da sei mesi.
<< dal mio amico psicologo, come ti avevo anticipato.>> cambio espressione.
<<ah...>>
<<Martina ti prego, devi solo ammettere che hai bisogno di aiuto. Non puoi continuare così, se mamma e papà non vogliono fare nulla, io mi sento obbligato ad intervenire. Sbrigati, ti aspetto sotto tra 10 minuti.>>

Non ho scelta, devo andare.
Devo ammetterlo, da una parte non vorrei uscire, ho paura di perdere tutte le mie sicurezze superando la porta di casa, ho paura di incontrare qualcuno che non sia della mia famiglia, il solo pensiero mi terrorizza.
Persone, qualcuno con cui parlare. Dovrebbe sembrarmi tutto normale e invece mi sembra un'utopia.

Mi preparo, non metto un paio di jeans da un'eternità; per non parlare delle scarpe. Forse non ricordo nemmeno come si allacciano. Mi faccio paura da sola.
Scendo le scale e mi trovo a dover uscire dalla porta di casa. Sono lì, di fronte a quella barriera che mi divide dal resto del mondo. La apro e raggiungo Fran in macchina. Il vento che mi sposta i capelli quasi mi infastidisce.
Mette in moto,andiamo. Mi perdo nei paesaggi che mi scorrono davanti agli occhi.
Un alternarsi di colori, forme, emozioni.
Arriviamo in centro, ho un blocco allo stomaco. Fran scende, io resto ferma immobile con lo sguardo perso nel vuoto.

<< Tini, che fai non scendi? >> urla mio fratello bussando al finestrino. Sussulto. Aspetto qualche secondo e scendo.
Entriamo nel palazzo e saliamo fino all'ultimo piano in ascensore. Siamo arrivati. Respira Martina, respira.

Ad accoglierci c'è una ragazza molto carina, ha un fisico da modella.
<< benvenuti fratelli Stoessel.>> si avvicina per salutare Fran e poi saluta anche me. Ci invita ad entrare.
<< mettetevi comodi, Jorge arriva tra un attimo. Fran, vieni a prendere un caffè giù?>>
Mio fratello accetta e io rimango da sola.

Cammino per lo studio e vado verso la vetrata. L'intera città vive sotto i miei occhi. Strade, palazzi, case.
Mi si stringe lo stomaco, mi sento dannatamente piccola, insignificante, inutile, sola. Il silenzio di quella stanza diventa quasi assordante fino a quando qualcuno apre la porta e cattura la mia attenzione.

<<ciao, scusami se ti ho fatto aspettare, ma ho avuto un convegno.>> mi giro verso di lui.
Mi aspettavo un vecchio barbuto,con le rughe e gli occhiali; invece è un ragazzo molto giovane.
Ha un'espressione amichevole e sembra simpatico.
<<ehm salve dottore, io sono Martina.>> gli porgo la mano per presentarmi.
<< piacere di conoscerti, io sono Jorge. Ti prego non chiamarmi dottore o mi sento tremendamente vecchio.>> ride e rido anche io.
<< vieni Martina, spostiamoci di là che iniziamo a fare quattro chiacchiere.>> mi fa segno di andare e io lo seguo. Visto da dietro, ha due spalle enormi e sembra avere un fisico muscoloso.

Mi siedo, inizio a mangiarmi le unghie dal nervosismo e le gambe mi tremano.
<< allora Martina, io voglio che tu qui ti senta al sicuro e soprattutto ti senta libera di dirmi tutto ciò che ti passa per la testa.Dimmi, come descriveresti i tuoi pensieri in questo momento?>>
Io resto in silenzio. Sento il cuore uscirmi fuori dal petto e salire fino alla gola. Jorge mi fissa.
<< Martina, ti senti bene?>> sento la sua voce rimbombare nella mia testa, poi uno sparo, il fiato e dovuto alla fuga.

Dopo mi risveglio, mentre Jorge tiene un asciugamano bagnato sulla mia fronte.
<< Jo- Jorge...che succede?>>
<< tranquilla Martina, sei solo svenuta. Tuo fratello è qui e ti riporterà a casa.>> mi accarezza dolcemente il volto e rimango a fissare i suoi occhi verdi. Un mare verde in cui perdersi per annegare. Non avevo notato fossero così belli,intensi.
Mi rialzo in piedi.
<< allora, quando vieni di nuovo a trovarmi? Ti va bene domani alle 16.00? Mi spiace se oggi ti ho spaventata con le mie domande. Ho capito che dobbiamo andarci piano, molto piano.>> mi dice occhi verdi.
<< ehm ok...a domani.>> dico io confusa.

Raggiungo Fran nell'altra stanza e torniamo a casa. Ci riuscirò mai ad aprirmi? Cosa mi sta succedendo? Martina basta, devi farti aiutare e quel ragazzo è lì per questo.

Ossigeno puro. [Jortini]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora