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JORGE.
Mi sveglio presto per accompagnare Bea in aeroporto. Un mese è volato e lei deve rientrare a lavorare, ci vorrà Natale per poterci rivedere.
Arrivati giusto prima dei controlli per l'imbarco, assistiamo ad una splendida scenetta. Un ragazzo ha organizzato un flashmob per chiedere alla sua ragazza di sposarlo. Ammetto che lo spettacolo è carino, ma so che questo non porterà a nulla di buono. Bea guarda la scena estasiata e so già che le battutine non mancheranno.

Quando finisce, lei si stringe a me e fa un lungo sospiro.
<< vorrei proprio vedere quando ti decidi, mi amor>> mi dice e i miei nervi già partono a tremila. Ma pensate se io dovessi fare una cosa del genere...balletti, fiori e cose sdolcinate non fanno per me. Cerco di ignorare l'acutissima riflessione della mia ragazza e la saluto mentre aprono il gate per andare in aereo.

Torno a casa, riscaldo nel microonde la pizza che avevamo comprato ieri sera.
Mi stendo sul divano e mi appisolo.
Dopo un po' mi sveglio di colpo. Guardo l'orologio: sono già le 15.30. Devo correre in studio.

Arrivo, accendo i riscaldamenti e metto un po' di musica nell'attesa che arrivi Martina.
Quella ragazza mi incuriosisce, sembra così tormentata e i suoi grandi occhi sembrano voler gridare per chiedere aiuto.
Bussano ed eccola sulla soglia. Oggi sembra più tranquilla e rilassata.
<< ehi, come stai oggi?>> le chiedo.
<< beh bene direi, non sono più molto abituata ad uscire e questa cosa mi stressa.>> dice nascondendosi il volto con le mani.
Cerco di non fare caso alle sue parole per non essere subito troppo diretto e invadente. Ci sediamo.
<< allora Martina, oggi avrei pensato ad un piccolo esercizio da fare insieme, ti va?>> Lei annuisce e intanto si raccoglie i capelli in una coda scoprendosi il viso. Mi sembra di vederla chiaramente e devo dire che mi sembra molto bella.
<< bene allora facciamo così. Ti do questo paio di auricolari e tu sceglierai una canzone da ascoltare. Mentre ascolti, disegni su questo foglio le prime cose che ti passano per la mente,ok?>>
<< d'accordo,ci sto.>>

Mette le cuffie, sceglie la musica e inizia a disegnare. Le sue piccole dita, stringono una matita e sembra voler disegnare un intero mondo, il suo mondo.
Disegna una porta, poi delle mani, poi dei tacchi. Il suo respiro si fa più affannoso e smette di calcare il foglio.

<< questo è quello che vedo ogni notte, ogni giorno, ogni attimo. Mi sento sola. Sento ancora la sensazione di essere sbattuta contro quella porta fredda con violenza mentre avevo le mani bloccate. Eh, se solo non avessi avuto quelle orrende scarpe con il tacco, sarei riuscita a scappare.>> si ferma e butta giù un sospiro. Inizia a tremare e io inizio a capire qualcosa di quella ragazza così fragile seduta di fronte a me.

Qualcuno le ha fatto del male, tanto male. Ecco che mentre la guardo mi tornano in mente alcune cose. Vorrei scacciarle dalla mia mente. Sento una fitta allo stomaco. Io solo, in quella folla mentre mi guardo intorno.
- mamma? Mamma dove sei?

<< Jorge potresti darmi un fazzoletto?>> Martina mi risveglia dai miei pensieri, per fortuna. Le porgo un fazzoletto e noto che sta piangendo.

MARTINA.
Dire anche solo quelle poche parole mi ha fatto liberare. Respira Martina, respira.

Mentre parlavo ho visto Jorge con lo sguardo perso, come se le mie parole lo avessero colpito o turbato...beh si a volte penso sia così.
Le parole degli altri ci smuovono, rivoluzionano quello che abbiamo dentro e fanno risalire alla luce tutto quello che noi consideravamo sepolto,out.

Jorge prende in mano il mio disegno bagnato di lacrime e lo inserisce in una cartellina con sopra il mio nome.
<< bene Martina, per oggi abbiamo finito. Va meglio?>> mi chiede quasi con sufficienza. Io sento di aver lasciato il discorso a metà...

<< Jorge. Ho bisogno di dirti tutto, non ce la faccio più a tenerlo dentro di me. Ecco, sei mesi fa sono andata ad una festa. Ho conosciuto un ragazzo e sai com'è alle feste... lui mi ha portata in un vicolo e ha iniziato a baciarmi sbattendomi alla porta. Iniziava a toccarmi e la cosa mi dava terribilmente fastidio, quel contatto non mi piaceva. Gli arriva una telefonata e io provo a scappare, ma dopo qualche metro ecco che mi prende dai polsi e mi blocca. Io lo imploravo di lasciarmi in pace, urlo. A volte ancora mi scoppia la testa se ripenso a quanta forza ho messo in quelle grida. Niente da fare, continua. Io iniziavo a piangere e a dimenarmi. Lui mi diceva di restare ferma altrimenti mi avrebbe fatto del male e allora...>>

Il mio respiro si fa affannoso, come quella notte. Jorge si siede accanto a me e mi prende la mano, la stringe e non la lascia. Mi guarda negli occhi e io crollo. Crollo tra le sue braccia sgretolandomi in pezzi.

Perché esiste il dolore? Forse semplicemente per farci apprezzare di più quegli attimi di felicità fugaci. Ma come si fa ad essere felici quando il dolore si fa pesante sul tuo petto e ti crea macigni sul cuore? Come si fa a dimenticare qualcosa che ci ha distrutto e ci ha spento?
In questo momento l'unica soluzione mi sembra quell'abbraccio. Delle braccia in cui perdermi per ritrovarmi.

<< tira tutto fuori Martina, io sono qui.>> dice accarezzandomi la schiena e io metto la testa nell'incavo del suo collo.
Singhiozzo. Ho paura. Paura di non riuscire più a rialzarmi.

Passo altri dieci minuti in quelle condizioni, poi ho finito le lacrime, sono a secco. Mi stacco dalle sue braccia, da quel calore che mi ha fatto sentire accolta per la prima volta dopo tanto tempo. Lo guardo e mi sorride dolcemente.
<< grazie.>> dico sottovoce.
<< non ringraziarmi. Io voglio solo che tu stia bene. Tieni, bevi un po'.>> mi porge una bottiglietta d'acqua.
Guardo la sua spalla e senza volerlo mi metto a ridere.
<< Martina tutto bene? Ho qualcosa che non va? >>
<< ti ho praticamente inzuppato la camicia, che figuraccia.>>
<< ahahahahhahahahah la prossima volta mi preparo in anticipo e mi porto il cambio. Tu non preoccuparti.>>

Mi passa un dito sotto l'occhio per asciugare un'ultima lacrima e tutto ora sembra al proprio posto.



Angolo autrice.
Ciao ragazzi! Come state?
Martina inizia a poco a poco ad aprirsi e Jorge invece sembra quasi indecifrabile; un attimo attento, poi perso nei suoi pensieri, poi affettuoso, poi scherzoso. L'unica cosa che posso dirvi è che forse la vita del nostro Blanco non è proprio tutta rose e fiori come vorrebbe far crederci.
Grazie a chi legge, vota e commenta.💓
A presto!

Ossigeno puro. [Jortini]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora