Capitolo 10
Justin's POV
Lux ha cercato di impedirmi in tutti i modi di cancellare il messaggio vocale del telefono, e ovviamente non ha avuto buoni risultati. Siamo passati da casa dei miei genitori questa mattina, verso le 8, mentre dormivano tutti. Sono entrato solo io, mentre Lux è rimasta fuori ed è quasi stata sbranata da un chiuaua.
Non ho davvero idea di come riesca, a far infuriare i cani.
Dopo circa sei ore di volo e altrettante ore di traffico, siamo finalmente a casa. Lux entra nella camera da letto e tira la valigia sul pavimento, collassando sul letto.
«Preferirei passare due settimane scalando l'Everest invece che passare tre giorni a Milwaukee.» Dice prima di tirarsi su e tenersi sui gomiti. «Come ti senti?»
Faccio spallucce. «Come uno che è riuscito a rovinare la vita della propria famiglia senza neanche essere fisicamente presente.»
Ride e mi fa cenno di sdraiarsi accanto a lei, e così faccio. «Secondo me hai fatto la scelta giusta. E non parlo del cancellare il messaggio della segreteria. Parlo di come hai affrontato la cosa. Ora che è tutto finito e posso essere sincera, probabilmente se fosse toccato a me, sarei scappata in Spagna pur di non farlo.»
Le do una leggera gomitata e afferro un cuscino, sistemandolo sotto la mia testa. «Spero solo che le cose tra mio padre e mia madre vadano meglio. Jaxon sembra a posto, non voglio che tra vent'anni diventi un padre di merda solo perché ha avuto il nostro come esempio.»
«Sono sicura che sarà un buon padre. Anche Georgia sembra carina, vero?»
Annuisco. «Assomiglia un po' a Lea Michele. Davvero carina. Capisco perché gli piace.» Si stiracchia e si mette a sedere, guardandosi intorno. Il suo telefono suona e Lux fruga nella sua borsa prima di tirarlo fuori, sbloccandolo e portandoselo all'orecchio. «Sì?» Silenzio per un po', poi sbianca e mi guarda, posando la mano sul display per attutire la sua voce. «Oddio, oddio! É tua madre!»
«Che cosa?!» Sbotto e balzo a sedere, fissando il numero sul suo telefono e spalancando gli occhi. «Cazzo! Cazzo, dille che ha sbagliato numero, ti prego.»
Lux mette il vivavoce e posa il telefono sulla coscia. «Come posso aiutarla?» Dice infine.
«Lux, so che sei tu, riconosco la voce. Siete già arrivati a casa?» Chiede mia madre.
«Sì.» Sospira infine lei. «Di cosa hai bisogno?»
«Siete passati da casa mia questa mattina? Io-... Ho provato-... Ecco, è sparita una cosa.» Dice mia madre confusa, e riesco a sentire i suoi passi dall'altra parte del telefono. «Era davvero importante. Non so come- Insomma, solo Justin lo sapeva e non può essere stato nessun altro.»
«Dille che non ci siamo.» Dico velocemente, guardando Lux che apre la bocca ma viene interrotta da mia madre.
«Justin?»
«Mamma?!» Sobbalzo e afferro il telefono. «Mamma?»
«Justin! Oh, mio Dio! Justin, non è una- Non è una registrazione! Non è la seg- Oh, mio Dio, tesoro, mi manchi tanto. É così bello sentire la tua voce. Oh, mio Dio.»
Inizia a piangere di nuovo e Lux esce fuori dalla stanza per lasciarmi da solo.
«Mamma, smettila di piangere.» Mi passo la mano sugli occhi e cammino avanti e indietro per la camera. «Mi manchi tanto anche tu.»
«Sono così contenta di sentirti, è... É passato così tanto tempo, non... Non mi sembra vero. Penso che sto diventando pazza.»
Rido. «Anche io.»
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Breath of an angel
Losowe"Essere l'angelo custode di qualcuno fa schifo. Specialmente quando non ti vedono e non ti sentono. Sono praticamente isolato, ecco tutto. Isolato con una ragazza di 17 anni che ho visto nuda almeno un miliardo di volte, e non sa neanche della mia e...