3.Custode.

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Capitolo 3.

Mi sdraio sul letto e sento Lux arrancare su per le scale.

Fortunatamente i suoi genitori non le hanno portato nessuna valigia all'ospedale, e Michael e Arianna non sono riusciti a convincerli di venire a casa con loro.

Lux apre la porta della sua stanza e sospira, richiudendola dietro di sé. Cammina piano fino alla finestra e la apre, lasciando l'aria fresca entrare in camera.

"Ciao." Dico infine io, vedendola fare un salto di almeno un metro indietro. Ridacchio.

Mi fissa con gli occhi sgranati e allunga la mano per prendere la lampada dal comodino. "Chi sei e cosa ci fai in camera mia? E come sei entrato?" Chiede a bassa voce, adocchiando la porta della stanza per scappare.

Come se riuscisse a raggiungerla con l'andatura che ha. "Sono Justin." Mi metto a sedere e lei alza un sopracciglio.

"Ti ho già visto da qualche parte." Annuncia infine, posando la lampada sulla scrivania. Si tocca la fronte e sospira. "Devo aver preso una bella botta."

"Non è stata delle migliori." Ridacchio, alzandomi dal letto e andandole davanti. Penso che si chieda quante probabilità ci siano che io sia un maniaco e che la voglia stuprare. "Sono... Beh, non so come dirlo delicatamente quindi te lo dirò e basta. Sono il tuo angelo custode."

Lux sbuffa, alzando gli occhi al cielo. "Non hai fatto un buon lavoro finora, eh?" Chiede scettica, andando a sdraiarsi sul letto.

Mi aspettavo una reazione diversa, sinceramente. "Sì, mi dispiace per... L'incidente."

"Si può sapere cosa facevi quando sono stata investita? Probabilmente stavi dietro a Cindy, vero? Insomma, quella parrucca bionda può attirare chiunque." Alza gli occhi al cielo e passa la mano sulla coperta. "Aspetta, ecco dove ti ho visto!" Si mette a sedere di colpo e fa una smorfia di dolore, sdraiandosi di nuovo.

"Stai calma, Lux. Devi riposare. Ne riparleremo dopo, va bene?" Sospiro, andando a sedermi nella poltrona.

Lux mi segue con lo sguardo, esaminandomi per bene. "Come fai a essere un angelo custode se ti vedo? E perché ti vedo, ora?"

Faccio spallucce. "Sei morta e mi hai visto nell'ufficio di collocamento. Una volta che i mortali vedono i propri angeli, diventiamo visibili per loro."

"Quindi sono morta..." Borbotta, mangiucchiandosi il labbro.

"Già, per un paio di minuti." Annuisco. Spero che non le prenda un infarto, in quel caso non saprei neanche come salvarla anche se sono qui accanto a lei.

"Mi sembravano ore. Con chi parlavi in quella stanza? Era Dio? O... Non so, un altro angelo?" Mi guarda di nuovo.

"Era Dio. Mi ha fatto un culo così perché non ero accanto a te per salvarti, sappilo. Cerca di stare più attenta, hai capito?"

Annuisce velocemente, poi mi lancia un'occhiataccia. "Eri tu a incasinare la mia camera mentre dormivo!"

Rido. "Forse." Faccio spallucce.

"Tu non dormi mai? Posso vederti solo io? Ci sono altri angeli custodi? Come si chiamano quelli di Arianna e Michael? Esiste davvero il Paradiso? Sarei andata lì se fossi morta o mi avreste sbattuta giù all'Inferno?"

Wow. "Okay, piano con le domande." Mi metto a sedere composto e la guardo per un po'. "Dormo, per prima cosa. E odio la tua sveglia." Ride. "Puoi vedermi solo tu, e gli angeli custodi di altra gente. Quello di tua madre è simpatico. Chaz e Ryan sono i custodi di Arianna e Michael. Il Paradiso esiste, e penso che tu saresti andata lì." Le spiego piano.

Breath of an angelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora