prologo

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"Non piangere per nessuno."

Il bambino corse fuori da camera sua, con un sorriso in pieno volto, felice che andava insieme ai suoi genitori al lavoro.

Scese velocemente le scale inciampando nell'ultimo gradino.

"Taehyung cosa fai?" Tuonò la voce della madre che lo guardava con quel solito sguardo, con quello sguardo che per il povero bambino lo trovava dolce nonostante questo era privo di emozione e istinto materno.

"Scusa mamma..." sussura il bambino e si rialzò passando le sue piccole mani nei pantaloncini neri. Si avvicinò verso la madre dove gli sporse la sua piccola manina speranzaso che questa venga stretta nella sua.

Nonostante la madre aveva notato la manina a mezz'aria lo ignorò, sorpassando il bambino e raggiungendo suo marito.

"Deve venire per forza con noi?" Domandò l'uomo guardando con disgusto il figlio. "Si, prima o poi dovrà portare avanti il nostro duro lavoro. È il nostro successore, lo sai bene." Il padre sentendo le parole della moglie alzò gli occhi al cielo e con una mano fece il gesto al bambino di avvicinarsi.

Al contrario della madre che non nascondeva l'odio nei confronti del figlio, il padre cercava di non darglielo a vedere. Ma per quanto tentava di mettere la maschera da buon genitore proprio non ci riusciva, l'odio e il disgusto erano troppo forti per provare quel minimo d'amore al figlio.

Ma non avevano altra scelta.

Taehyung era fondamentale per loro.

L'unica cosa che speravano così tanto e che il figlio avrebbe preso la loro strada, anche se questo, comporterebbe a rischiare la vita.

Già solo ad avere Taehyung nella loro vita era un rischio.

Ma se era un bambino ad essere in grado di portare avanti il loro progetto, ad esserne all'altezza.. allora per loro andava bene così. Avrebbero cercato di crescere il loro figlio come una macchina da guerra, avrebbero cercato di far nascere l'odio e l'egoismo nel cuore del bambino...

L'avrebbero modellato al loro piacimento, l'importante però era che portasse al termine il loro progetto.

Perché loro sapevano che prima o poi qualcuno era pronto a conficcargli una pallottola al cuore.

Il bambino insieme ai suoi genitori scese dalla macchina e corse verso il grande portone dove dieci uomini erano armati e corazzati di protezioni -in caso di una possibile invasione-, gli uomini alla vista del bambino dei loro capi, che ormai cono...

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Il bambino insieme ai suoi genitori scese dalla macchina e corse verso il grande portone dove dieci uomini erano armati e corazzati di protezioni -in caso di una possibile invasione-, gli uomini alla vista del bambino dei loro capi, che ormai conoscono, lo salutarono con un piccolo sorriso sulle labbra senza farsi vedere dai due adulti.

I loro uomini a contrario loro adoravano il bambino, dal punto di portargli sempre di nascosto qualche caramella e giocattolino. In modo che il bambino mangiasse e si passasse il tempo mentre era rinchiuso nell'ufficio dei suoi genitori.

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