Capitolo 3

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"Sorprendimi"

"Come mai qui?" Il Jeon mascherato mi guarda dall'alto e in basso. Ingnorai la sua domanda e portai l'attenzione alla roulette decidendo di giocare. "Vedo che ti piace il gioco d'azzardo..." affermò il ragazzo prendendo un altro sorso del suo drink.

"Vedo che sei un rompi coglioni." Dissi stizzito guardando ancora la roulette girare. "Diciamo che i coglioni li rompo in un altro modo." Voltai la testa puntando il mio sguardo nel suo, dove ricevetti un sorrisino impertinente e un 9occhiolino a dir poco sexy.

"Hai intenzione di vincere dei soldi?" Domandò poco dopo aver appoggiato il suo calice a stelo nel vassoio di qualche cameriere passante. Ghignai a quella domanda e scossi la testa.

"Perché mai dovrei scommettere i soldi quando invece ne ho a bizzeffe?"

"E cosa punti allora?" Aggrotta le sopracciglia. Mi avvicinai a passo lento, guardando l'uomo con  gli occhi famelici. "Onestamente non lo so, ma se vuoi posso puntare te." Sorrisi quando lo vidi deglutire e arrossire un po' per l'imbarazzo.

Un successore dei Jeon che arrossisce... da non credere.

"Pe...peccato però che non sei il mio tipo." Balbetta dopo aver acquistato di nuovo la sicurezza che celava in lui da quando mi aveva rivolto parola. "Io sono il tipo di tutti." Risposi allonandomi da lui e dalla roulette, ormai mi era passata la voglia di giocarci.

Con l'intenzione di raggiungere Namjoon un tipo mi andò addosso versandomi tutto il vino nella giacca.
Alzai lo sguardo e furioso guardai il ragazzo dai capelli color silver.

"Sc..scusi... mi dispiace tanto!" Cercò di avvicinarsi a me con l'intenzione di ripulire il casino che aveva combinato. "Lascia perdere." Borbotto scansando gentilmente il ragazzo. "No veramente si faccia aiutare!" Insistete il ragazzo dalla voce dolce e delicata.

"Ho detto di lasciare perdere e ora vattene prima che ti spari dritto in front-" le mie parole vennero bloccate dal richiamo di Namjoon. Presto sia il viola che i miei uomini mi circondarono creando una distanza tra me e il ragazzo dalle sembianze di un angelo.

"Non hai sentito cos'ha detto? Levati dalle palle moccioso." Parlò una delle mie guardie che con lentezza scrocchiava le dita della mano in segno di minaccia.

"Jimin!" Urlò una voce il nome dell'evidente ragazzino appiccicoso, una voce che però avevo smesso di ascoltare proprio un minuto fa.

Il Jeon che arrossisce appoggiò una mano alla sua spalla portandolo vicino a sé e ai suoi uomini.

"Namjoon con me." Ordinai al viola e mi allontanai alla ricerca di un bagno per cambiarmi. "Prendete il cambio della camicia e portatelo da noi." Namjoon ordinò ad uno dei miei uomini prima di raggiungermi.

"Come mai quell'aria così arrabbiata? Solitamente non ti importa nulla dei tuoi indumenti." Namjoon aprì la porta del bagno facendomi passare per primo. Chiuse la porta alle sue spalle e iniziai a toglierli la giacca elegante e la camicia nera.

"Non è successo nulla." Gli lanciai gli indumenti, dove li prese a volo, e mi avvicinai al lavello girando la manopola facendo scorrere l'acqua che usciva dal rubinetto.

"Qualcuno ha ferito il tuo alter ego?" Mi bagnai  le mani portandole al collo, guardando di sottecchi il viola e poi abbassando di nuovo lo sguardo con l'intenzione di bagnarmi anche il viso.

"Lo prendo come un si.." sussura.

Un lieve bussare alla porta fece stare in silenzio l'uomo in mia compagnia. Aprì leggermente la porta e prese dalle mani una camicia e una giacca elegante nera puliti, ringraziando l'uomo e chiudere successivamente la porta.

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