T e n,

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Buona lettura:)

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La stanza rifugge magnificamente mentre gli ospiti camminavano per la sala, tutti si radunavano ad essere qui per il segno speciale di Adrian, la folla di persone si infittiva mentre seguivo il ragazzo in giro. Era gentile, gentile-- mentre tutti gli altri ci salutavano, indossando i vestiti più aggraziati,

Adrian mi tenne stretta con forza mentre ci dirigevamo al tavolo della madre, lei rimase semplicemente lì, ancora una volta a parlare con mio padre fino a quando il suo sguardo lampeggiò su di noi, "Amelie-", sorrise, dolcemente, le sue braccia mi fecero segno di abbracciarla, e così feci, e il conforto che portò fu irresistibile, "E tu, Adrian" sorrise ancora una volta, i suoi denti bianchi luccicarono,

Gli occhi di Anna tremolarono tra di noi, sorridendo ampiamente mentre diceva, "Voi due guardate-"trattenne, quasi trattenendo una lacrima, "Bellissimi"

Mi sentii annuire alle sue parole, quasi desiderando che il mio vestito scivolasse su, solo un po', per far vedere a tutti la brutta verità nascosta sotto di esso. Le concessi un timido sorriso, prendendo il bicchiere di bollicine che mi avevano avvicinato, "Grazie, Anna"

La mano di Adrian si tese dietro la mia schiena mentre si guardava in torno per la stanza, cercando qualcuno a giudicare dal modo, chinò la sua testa su quella di Anna, "Sta arrivando Parkinson?" sussurrò, per non farmi sentire, -ma è una cosa che impari a fare quando tutti parlano di te, ma mai con te, padroneggi l'atto di origliare.

Sua madre mi fissò, i suoi occhi spalancati mentre mi guardava, accigliata, le sue sopracciglia scurite, arricciate sulla sua pelle abbronzata, "Adrian, forse questa è una conversazione che dovremmo avere in privato--"

"Lo so", mormorai, sorseggiando il mio drink, il sapore dell'amaro ha segnato un disgustoso retrogusto sulla lingua mentre cercavo di nasconderlo, "Non c'è bisogno di parlare in privato", Anna sorrise alla mia smorfia, inclinando la testa per ammirare il mio coraggio,

Le dita di Adrian affondarono nella mia carne, la stoffa di seta del mio vestito scivolò alla sua presa, -potevo sentire le sue mascelle serrarsi mentre si schiariva la gola, "Parla quando ti viene chiesto, tesoro", in pericolo mentre sussurrava, deglutendo a fatica, "Oppure dovremmo andare di sopra, a parlare di questo"

Il mio cuore mi fece male mentre le mie ossa cadevano, sentendo l'imbarazzo nelle sue parole che mi trafiggevano--
feci come voleva lui, guardai dritto e rimasi in silenzio. "Questo è quello che pensavo" sorrise, aggiustandosi la cravatta prima di girarsi nuovamente verso sua madre, "Sta arrivando?", le chiese di nuovo, disperato, "Perché se lo sa Amelie ed io siamo-"

"Lei non verrà, figliolo", Anna abbassò lo sguardo fissando una delle forchette fuori posto del tavolo, "Ci ho pensato io, come promesso". Il mio sangue scorreva alle sue parole, il polso accelerò guardando l'espressione colpevole di Adrian,

Feci un passo indietro, fissandoli entrambi mentre si fissavano negli occhi, prima di guardarmi rapidamente, "Cosa significa che te ne sei occupata tu?", ho interrogato sua madre, il volto severo, le labbra premute in una linea, "E tu-" ho sospirato, "Cosa le hai chiesto?"

Gli occhi di Adrian si strinsero nei miei facendo scorrere la lingua all'interno della sua guancia, "Cosa ti avevo detto, Amelie?" scosse lentamente la testa, il suo tono divenne cupo, "Parla.Quando.ti.si.parla"

I miei occhi si riempirono di lacrime mentre guardavo sua madre vedere il lato malvagio di lui.
Avevo bisogno di sapere cosa avessero fatto a Pansy. Dovevo sapere, l'abuso peccaminoso che gli era stato concesso era più di quanto con la ragazza potesse sopportare. La profonda sensazione di incredulità mi travolse mentre li fissavo.

Cursed | Draco Malfoy, 18+Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora