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-Stringimi di più il corpetto, Alice-.

-Come desiderate-.

Mi guardo allo specchio, gli occhi puntati sul vestito spumeggiante che indosso.

Il colore verde è richiamato dai nastrini del medesimo colore che mi raccolgono i capelli in una modesta acconciatura.

Qualcuno bussa alla porta.

-Avanti- dico.

-Eleanor, i nostri ospiti sono arrivati-.

-Arrivo, madre-.

Scendo piano le scale, guardando davanti a me. Un uomo ed un ragazzo sono in piedi, in attesa.

-Signor Woods, che piacere vedervi- mia madre fa un piccolo inchino.

-Signora Donato- l'uomo le bacia la mano.

-Ho il piacere di presentarvi mio figlio, Evan-.

Il ragazzo alza gli occhi su di me, poi bacia la mano di mia madre, come ha precedentemente fatto il padre.

-Siete magnifica- mi dice il signor Woods.

Faccio una piccola riverenza.

-Vi ringrazio-.

Gli occhi di Evan sono sempre su di me.

-Signor Woods, vi farei vedere la casa, se volete seguirmi- dice mia madre.

Rimango sola con Evan.

Decido di rompere il silenzio.

-Desiderate vedere la casa anche voi?- chiedo.

-No- dice -Preferirei vedere il giardino, se non vi dispiace-.

-Desiderate vedere il giardino?- ripeto.

Lui annuisce con un lieve sorriso.

-Ma certo- dico -da questa parte-.

Usciamo all'aperto e raggiungiamo i giardini, pieni di fiori e ben curati.

-Sono magnifici- commenta Evan.

Sorrido tra me e me.

Anch'io li amo. Sono un'esplosione di colori vivaci.

Arriviamo alla grande fontana nel cuore dell'immenso labirinto di siepi.

Mi appoggio ad essa e guardo il paesaggio.

-Vi piacciono?- domanda lui.

-Certamente. Sono bellissimi- dico indicando i fiori.

-Ce ne è uno che vi affascina, in particolare?

-Le rose- dico senza riflettere.

-Perdonate la mia sbadataggine, ma non ne ho viste-.

-Mia madre preferisce altri tipi di fiori- ribatto secca.

Mentalmente, mi riprovero per la mia maleducazione.

-Curioso- dice lui con un sorriso -come le rose affascinino anche me. Sono quasi esclusivamente rose, i fiori che si trovano nei miei giardini-.

Serro le labbra.

-In realtà- dico -c'è una siepe nascosta, qui. Con delle rose bellissime-.

-Le nascondete a vostra madre- afferma lui, il sorriso più ampio.

-È un segreto- ribatto -vi prego di mantenerlo-.

Lui annuisce una volta.

-Certamente- dice -avete la mia parola-.

Lo squadro di nascosto ancora restia a credergli, ma poi lo conduco verso un passaggio segreto tra le siepi.

-Vi dovete chinare- lo avverto avanzando nello stretto passaggio.
-Siamo arrivati- annuncio dopo un po', senza riuscire a reprimere un sorriso di soddisfazione nel vedere lo spettacolo davanti a me.
Una vasta siepe piena di rose e altri fiori.
-Vi devono piacere molto, a giudicare dal vostro sorriso- dice Evan.
Per un attimo mi ero dimenticata addirittura della sua presenza.
-È così- dico continuando a guardare le rose.

-Quale colore preferite?

-Il rosso- dico di getto.

Lui schiocca la lingua.

Mi volto a guardardarlo.

-Ho detto qualocosa che vi ha turbato, forse?- il mio tono è leggermente alterato.

Lui scuote la testa.

-No, certo che no- ribatte -posso chiedervi come mai vi piacciono le rose rosse?-

-Sono le rose più belle. Il colore acceso, il contrasto tra il verde del gambo e il rosso vivace dei petali. Le trovo semplicemente magnifiche- torno a guardare la siepe davanti a me.

-E...le rose bianche?- domanda lui.

Mi volto.

-Le rose bianche?- ripeto.

Lui piega le labbra in un sorriso.

-Ne avete mai vista una?

-No, mai- dico -non...non è permesso-.

Resto un attimo in silenzio, poi mi azzardo a chiedere:

-E voi? Ne avete mai vista una?

-Sì- dice, lasciandomi sorpresa -nel mio giardino ci sono solo rose bianche-.

White Roses Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora