Capitolo XVII

608 31 0
                                    

Completamente nudo aprì la porta del bagno, senza notare che Hermione, altrettanto nuda, stava entrando nella vasca, una gamba era già dentro l'acqua.
Alzó gli occhi ed Hermione fece lo stesso. La ragazza emise un gridolino e fece per cadere dentro la vasca, rischiando di farsi male, ma il professore corse verso di lei, afferrandola e portandosela a se.

Entrambi shockati, non fecero in tempo a dire nulla. Severus chiese solamente -ti sei fatta male?-
-N..no- deglutì a fatica sentendo il proprio corpo a contatto con quello del professore. Vide davanti a se la pelle diafana del suo torace e cominció seriamente a perdere il controllo.
Alzó il viso, avvicinandolo a quello del professore, baciandolo ma stavolta avidamente.
-Granger...- tentó di ribattere Severus -non...credo sia...il caso- ma la ragazza non lo stava ascoltando. Ad un certo punto, quindi, anche il potion master smise di seguire la ragione, contraccambiando la voracità di quel bacio. Le mani dell'uomo, dapprima sulla schiena della ragazza, scivolarono con poca delicatezza sui glutei, cominciando a premerli con prepotenza.
Severus la trascinó in camera, fino a farla stendere sul letto. Si rialzó, contemplando lo splendido corpo che gli si presentava davanti a se. Successivamente si mise sopra di lei, baciandola nuovamente e passando al collo, fino ai seni e sempre più giù, laddove venivano richieste maggiori attenzioni.
Per un po di tempo stette in quella posizione a donarle piacere, ritornando di nuovo sulle sue labbra e penetrandola.
Se dapprima i movimenti apparivano dolci e lenti, dopo alcuni minuti divennero sempre più veloci, fintanto che entrambi non vennero con una certa violenza.
Severus si accasció a pancia in su al fianco di Hermione, sudato e affannato come mai si era visto. La ragazza si giró verso di lui, baciandolo a fior di labbra.
-Non ti presentare più nuda, Granger- il tono del professore era piuttosto rilassato, ironico.
-altrimenti?- gli disse lei, morsicchiandogli il labbro inferiore.
-altrimenti potrei punirti a dovere-
-e come?-
-meglio che tu non sappia, Granger-
Lei sorrise, alzandosi dal letto per andare in bagno. Severus la osservó, squadrando ogni porzione di pelle possibile.
Quella ragazza lo avrebbe fatto impazzire. Si passó le mani sulla faccia come segno di esasperazione, sospirando e cercando di rilassarsi ancora un po. Chiuse gli occhi, ripescando dalla memoria il ballo d'inverno e il bacio. Di fatto aveva intrapreso una relazione con una studentessa. Se qualcuno l'avesse scoperto, avrebbe rischiato la prigionia ad Azkaban. E nonostante le parole di conforto di Hermione, non riusciva a togliersi dalla testa l'idea che, un mangiamorte pentito come lui, non le avrebbe potuto donare una vita felice.
Le sue elucubrazioni proseguirono fino a che la ragazza non ritornó in camera, indossando l'accappatoio. Si distese di fianco a lui e, sorreggendo la testa sulla propria mano, lo guardó. Con l'altra mano cominció ad accarezzargli il petto.
-qualcosa non va?- gli chiese
-no- rispose il potion master con tono secco e deciso.
Si alzó dal letto e andó anch'egli a farsi una doccia. Prima di entrare dalla porta del bagno, si fermó e, voltato di spalle, le disse con tono staccato -vestiti, tra poco sarà pronta la cena in studio- dopodiché si chiuse la porta alle spalle.
Hermione lo guardó accigliata. Cos'era successo fintanto che era stata in bagno? Era stato tutto perfetto. Perché ora si stava comportando in quel modo?
Fece spallucce, cercando di non dar troppo peso alla questione e si vestì.
Andó in studio e vide il tavolo apparecchiato per una persona. Forse gli elfi si erano dimenticati di aggiungere un piatto in più?
Non fece in tempo di terminare quel pensiero che la voce di Severus, alle sue spalle, la risveglió -siediti o si raffredda tutto-
Quindi Hermione si voltó, sempre più perplessa -non mangi?-
-non ho fame- rispose semplicemente Severus, mentre indossava il mantello alle spalle.
Un moto di agitazione cominció ad impossessarsi di Hermione, sempre più preoccupata dell'atteggiamento di quell'uomo.
-dove vai?- le chiese
-non sono affari tuoi Granger, vedi di tacere e di mangiare!- sbottó irritato il potion master, che subito dopo lasció la stanza.
La ragazza rimase immobile qualche secondo e, solamente dopo aver metabolizzato l'accaduto, cominció a piangere. Si sentiva triste, arrabbiata e impotente. Non poteva uscire dalle stanze del professore.
Non cenó, un nodo allo stomaco le impediva di mangiare, così si rifugió in camera, cercando di aspettarlo. Voleva chiarire, parlare.
Ma fu tutto invano. Lo aveva aspettato fino a sera tarda, ma di lui nessuna traccia. Si addormentò rannicchiata su se stessa in posizione fetale, avvolgendo con le braccia il cuscino pregno di lacrime.

Severus si era allontanato dalle proprie stanze rimanendo nei paraggi. Era uscito a prendersi una boccata d'aria. I sensi di colpa prevalsero sull'uomo: l'aveva ingiustamente trattata male e lasciata sola. Un déjà vu lo colse d'improvviso: aveva trattato in quel modo, seppur molti anni prima, anche Lily. Entrambe le streghe avevano la peculiarità di avere un cuore puro ed un carattere assai buono. E lui le aveva trattate male, le aveva calpestate, allo stesso modo in cui si calpesta un fiore con tanta cattiveria. Proprio loro, che gli avevano offerto una possibilità per redimersi e lui, con presunzione, aveva continuato ad auto convincersi che non sarebbe potuto cambiare.

A notte fonda il potion master fece il proprio rientro negli alloggi. Varcata la porta dello studio vide il tavolo perfettamente imbandito, con le pietanze intatte, segno che la ragazza non aveva mangiato. Sospiró, riconfermando sempre di più a se stesso che le stava solo facendo che del male e che, se lei in futuro lo avesse seguito, sarebbe andata incontro ad una vita infelice. Non avrebbe voluto questo, non per lei.
Adagió il proprio mantello sullo schienale della poltrona in pelle, andando verso la vetrinetta per versarsi nel bicchiere del whisky incendiario.

Accese nel caminetto un piccolo fuoco e si sedette sulla poltrona. Osservó la piccola fiamma danzare, mentre in mano teneva il bicchiere, l'altra appoggiata sulla fronte. Degustó quel liquido ambrato a piccoli sorsi cercando, invano, di darsi pace.
Finito il whisky, appoggió il bicchiere vuoto sul tavolino, sprofondando poi sulla poltrona.
Senza accorgersene, piombó in un sonno profondo.

Inter Lineas | Part.2 | SeverusxHermioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora