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Io sono Marco Bodt. Ormai da anni la nostra civiltà è minacciata dalla presenza di giganti.

Fu uno dei motivi per cui provai ad entrare nell'esercito...

Per mia sfortuna però, non ci riuscii...Venni divorato da un gigante per colpa di 3 cadetti...in realtà loro erano il nemico.

Ma non ce l'ho con loro. In fondo ora siamo tutti qui.

Il mio unico rimpianto? Forse un po come quello di Ymir, è di non esser riuscito a dire quello che provavo alla persona che amo e che ho amato. Ma ora siamo tutti qui no? In un modo o nell'altro abbiamo fallito tutti.

Alla fine non siamo molto diversi come credevamo, qui si sta bene. Davvero bene.

Il problema è che siamo cambiati. Non ricordiamo più nulla di chi siamo stati. Oramai siamo solo nuove anime in questo mare di persone.

Il nostro fallimento non è un rimpianto, grazie a noi, ora, in quel mondo parallelo, potrà finalmente tornare a regnare la pace.

----Anno 2021----

Marco pov's

-Marco, tesoro! Se non ti alzi farai ritardo!-

Mi lascio scappare un lamento, per poi alzarmi di mala voglia. In realtà vado molto bene a scuola, ma non sono uno di quei "fighetti" che se la tirano. Diciamo che sto molto sulle mie e sono anche abbastanza timido.

Comunque non dovrò continuare a preoccuparmi a lungo. Infatti la mia famiglia sta pianificando di trasferirsi dopo la fine dell'anno scolastico. Al momento frequento il 3 anno di liceo a Jinae.

Personalmente la cosa non mi da fastidio. Non ho amici, quindi anche se dovessi partire la cosa non interesserebbe ne a me ne ai miei compagni di classe.

Mi finisco di preparare e mi avvio verso la porta. Il saluto di mia madre mi riporta alla realtà.

-Buona giornata tesoro-

-Ciao, Mamma!-

Esco di casa e mi incammino verso scuola con la consapevolezza di star per cominciare un'altra giornata in solitudine.

In realtà la scuola in se non è così male. Le aule sono moderne, è un ambiente pulito.

Sono abbastanza confidente che verrò promosso. Me la cavo molto bene a scuola. Passo le giornate sui libri a studiare, anche perché non ho nulla da fare.

Per farla breve non mi parla nessuno proprio per questo. Credono sia noioso, ma non hanno mai provato a farsi 2 chiacchiere con me. Neanche una volta.

I professori non sono male. La professoressa di scienze per esempio, è molto simpatica. È una delle professoresse più giovani della scuola e, nonostante scienze non sia una materia entusiasmante, riesce a coinvolgere tutta la classe.

Arrivo in classe e mi siedo al mio posto. Il mio compagno di classe è un ragazzo biondo di nome Thomas Wagner.

Personalmente, credo sia una brava persona. Ovviamente, non parliamo, ma comunque non siamo estranei.

Lui è fidanzato con una ragazza di nome Mina Carolina. Lei non è nella nostra stessa sezione, bensì in quella opposta. Anche lei è una brava persona. Se non sbaglio mi è capitato di darle ripetizioni di matematica qualche mese fa.

Dopo essermi sistemato suonò la campanella. Il prof di Geografia entrò in classe ed iniziammo la lezione.

Per qualche motivo non riesco a stare attento. Mancano pochi mesi alla fine di quest'agonia, eppure la mia mente sta ancora pensando se sarò costretto a rimanere da solo come un cane per altri 2 anni...

Oltretutto, da qualche settimana, a scuola girano voci sulla mia sessualità.

La cosa mi da molto fastidio, ma il problema più grande è che spesso, quando cammino per i corridoi, la gente mi guarda e ride sottovoce.

-Marco?-

Perché tutte a me?

-Marco, stai seguendo?-

Il professore mi richiama riportandomi alla realtà

-huh? Oh, si. Mi scusi prof. -

Mi guarda un po scioccato per poi continuare la lezione

Mi ha lasciato stare perché succede molto raramente che io mi distragga.

skip ......°°°°°°...... time

L'anno è finito velocemente.

è iniziata l'estate.

Il caldo, le cicale che cantano, i gelati, le granite, la spiaggia, il sole.

Mi piace l'estate. Mi porta serenità, anche per il fatto che non rivedo i vari studenti della mia stessa scuola, che durante l'anno mi ridono alle spalle.

Comunque sia sono passato, ed è questo quello che conta!

Sto facendo gli scatoloni, mentre i miei genitori caricano il furgone con il resto dei mobili.

Il fatto che non rivedrò più questa casa è triste, ma allo stesso tempo da sollievo.

È come se stessi abbandonato il Marco solo e deriso, con la speranza di diventare qualcuno.

Mia madre entra in camera mia per prendere qualche scatolone che ho già finito di impacchettare, ma prima di uscire mi si avvicina e mi bacia la fronte

-Tutto ok, Marco?-

La guardo negli occhi, per poi sorriderle.

-Si, mamma, tutto ok-

mi ricambia il sorriso

-Marie ci sta aspettando! hai finito con gli scatoloni?-

Marie è mia sorella minore. Quando mio padre ha comprato l'altra casa per iniziare a lavorare nella città dove dobbiamo trasferirci, lei ha deciso di andare con lui. Adesso papà è venuto ad aiutarci a partire e lei è rimasta a casa di una sua amica.

-sì, ho finito!-

presi in mano lo scatolone che avevo appena chiuso e seguii mia madre verso il furgone.

Caricammo tutto e poi partimmo.

Il viaggio durò 3 ore. Io andai in macchina con mia madre, mentre mio padre portò il furgone.

Durante il viaggio sono stato tutto il tempo con la musica nelle orecchie a guardare fuori. Spero solo di farmi qualche amicizia.

Adesso sono qui. Nel mio nuovo quartiere, nella mia nuova città.

Marie tornerà domani pomeriggio, poiché resterà a dormire a casa della sua migliore amica.

Scendo dalla macchina e vado ad aiutare mio padre a scaricare il furgone.

-Qual'è la mia camera?-

Mio padre prende un pacco sorridendo e me lo passa

-In fondo a sinistra-

prendo il pacco e ricambio il sorriso per poi avviarmi verso la casa.

Scarico i pacchi in camera mia e comincio ad ordinare la stanza. Il letto c'era già, quindi metto le lenzuola e le federe per finire di sistemarlo. Inizio ad aprire gli scatoloni e a dare un po del mio stile a questa stanza.

Dopo aver finito mi cambio e mi butto sul letto. Domani voglio uscire godermi il mio nuovo quartiere.

In another life || JeanMarco itaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora