Un ospite curioso

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Dopo poche ore di sonno, Matt si alza e si ritrova in cucina a preparare della spremuta di agrumi fresca e a posarla su di un piccolo vassoio insieme a qualche biscotto d'avena e nocciole. Si sofferma per qualche minuto a fare un paio di telefonate ai fini di organizzare la giornata lavorativa in sua assenza, prima di ripresentarsi in camera. "Buongiorno pigrona.. come ti senti oggi?" Lui le allarga un grande sorriso che lei ricambia, nonostante la spossatezza e il mal di testa martellante. "Che ore sono? Quanto ho dormito?" Sussurra debolmente e in modo affaticato, con la sensazione che qualcosa le stia comprimendo il torace. "Sono le 8.46, non so quanto tu abbia dormito, ma non stai ancora bene, devi stare a letto e mi sono preso un paio di giorni per stare con te, o comunque fino a che non starai meglio." Matt è pacato e rassicurante, ma Sara va in agitazione. "Oddio no, no.. Non posso!" Le lacrime le salgono agli occhi e il rossore sul viso si fa più evidente. "Alle 17 devo presentare una relazione dettagliatissima sull'anatomia dell'infante! Il dottor Berrik mi escluderà dal programma di specializzazione se non la presento!" Senza pensare alla vergogna, grandi lacrime che scorrono sulle guance, libere verso il mento. Matt le si avvicina e si siede sulla costa del letto e le prende le mani. "Ehi, guardami e non piangere.. Non aiuta a farti passare la febbre, me lo diceva sempre la mia nonna quando ero piccolo.." Porta una mano sul suo viso ancora caldo e con il pollice ne asciuga le lacrime, placandone l'uscita. Sara tira su col naso, come avesse sei anni. La cortese delicatezza di Matt riesce a lenire il suo pianto. "Una cosa alla volta. Prima di tutto ho già avvisato che hai preso una brutta influenza e mi hanno detto di tenerti a letto anche per tutelare i tuoi piccoli pazienti, puoi stare tranquilla. Per quanto riguarda la relazione, possiamo lavorarci. Hai degli appunti?" Lei lo guarda con un misto di agitazione e incredulità. "Io.. Credo nel mio zaino, ma non credo di riuscire.." "Non preoccuparti di nulla, pensa solo a stare meglio, ci penso io, fammi fare una telefonata." Matt non ha bisogno di comporre un numero, fa semplicemente ripartire la chiamata terminata pochi minuti prima che si consumasse il piccolo dramma di Sara. il telefono squilla una sola volta, prima di sentire nuovamente quella voce familiare ed amica. "Buongiorno, ufficio del Signor Cole, in questo momento non è disponibile, vuole lasciare un messaggio?" "Accidenti! Sicura che non ci sia?? Perché a questo punto dovrò affidare a te un compito top secret Marta!" Una simpatica risata femminile si scorge provenire dal cellulare di Matt. "Ti chiamo per una cosa importante da fare entro le 16.45, se ti mando tutte le direttive, pensi di farcela dando la priorità a questo su tutte le pratiche?" "Signor Matthew, se possibile più che volentieri, ma dipende anche da che cosa si tratta." "E' una relazione medica, ti mando via fax tutti gli appunti e tutti gli estremi di ricerca, e se dovesse mancare qualcosa, usa l'istinto.. e internet se Jack è riuscito a installare il modem! Si tratta di anatomia pediatrica o qualcosa del genere.. Ovviamente paga doppia per lo sforzo!" Dall'altra parte del ricevitore si sente tirare un sospiro. "Io ci provo, ma non garantisco che.." "Suvvia Marta! Non fare la modesta, so che sarai fantastica tesoro, come sempre! Sei la donna che sfida l'impossibile!" Un altro sospiro. "Signor Matthew perché abbiamo a che fare con pediatria adesso? C'è qualcosa che non so che vuole dirmi per caso?!" "Ahahahah! Non è quello che pensi, te lo spiegherò a tempo debito. Ci vediamo oggi, quando passo a prenderla. Buon lavoro dolcezza!" Riattacca e sorride a Sara che lo guarda ancor più perplessa. Lo guarda uscire con tutti gli appunti presi grazie a Danny la sera prima e le sembra passato un secolo. Un piccolo morso di gelosia le prende lo stomaco. Una nausea associata a quel sei fantastica tesoro non le va ne su ne giù e non può fare a meno di chiedersi con chi avesse parlato qualche minuto prima, in sua presenza: La sorella? Un'amica molto intima? L'assistente molto molto intima??

 "Quell'uomo mi farà impazzire prima della pensione." Mentre il fax riceve i primi appunti, Marta ha già le mani tra i capelli. 

"Sara, per la miseria, smettila!!" In quel momento Matt ricompare sulla porta e la guarda divertito. "Vedo che non hai smesso di parlare da sola.. Non so ser considerarlo un buon segno o se sia uno degli effetti collaterali della febbre alta! A cosa devo i tuoi deliri?!"  Lo guarda, il viso è arrossato ma non solo per la temperatura, le sorridono gli occhi, "gne gne gne" Per sua fortuna non è il momento delle spiegazioni, alla porta d'ingresso si presenta un ospite tanto gradito quanto inaspettato, che interrompe quella tenera complicità. "Arrivo! Arrivo! E tu aspetta  qui che torno subito.." Rivolgendosi alla graziosa ammalata, si dirige verso la porta, lei fa spallucce, prima di rispondergli "E dove vuoi che vada..?!" "Guarda che ti ho sentitoooo!!" Ridono entrambi in due spazi diversi della casa. intanto fuori dalla porta Jack ribadisce la sua attesa: "Allora! Mi fai entrare o no?! Non vorrai lasciarmi sullo zerbino..?" "Ti ho mai detto che sei uno scassapalle quando ti ci metti?!" "Era ora! Sono passato in ufficio e mi sono spaventato: in vent'anni è la seconda volta che ti neghi.." Appena finito di pronunciare quelle parole, Jack si morde la lingua, ricorda bene il perché della prima e unica volta in cui sparì per settimane. "Vieni con me. Ti mostro la mia ragione." Mentre Jack stempera la sua inappropriata uscita con una battuta, Matt alza le braccia in segno di resa dandogli le spalle e facendogli strada. "Hai preso un cucciolo? Ti sei deciso finalmente?! Io adoro i cagnolini! Ma prima non me lo fai un caffè?" "No, non ho preso un cane, piacciono anche a me, ma non riuscirei a stargli dietro come meriterebbe, il caffè sai dove trovarlo, serviti pure.." Matt si avvia verso la camera degli ospiti. "Ehi, Miss maglietta bagnata e adesso raffreddata, ci sono visite, te la senti?" Sara si guarda attraverso la specchiera posta sopra la cassettiera e in quel momento capisce quanto sia imbarazzante e impresentabile il suo aspetto.  "Oh mamma che disastro! Ho bisogno di darmi una sistemata in bagno Matt.." Tenta di scendere dal letto ma un forte capogiro le fa perdere l'equilibrio, ritrovandosi tra le stesse braccia salde che già una volta l'avevano presa al volo. "Due volte in meno di un giorno.. Ci stai prendendo gusto dottoressa De Luca?!" Quella frase, buttata lì per ridere, le fa prendere coscienza di quante cose siano accadute in meno di 24 ore. "Io posso.. Penso di.. Riuscire.." "Non fare la leonessa, appoggiati a me e alla parete, c'è la toilette in camera, ma non chiuderti dentro a chiave, per favore.." "Va bene dottore.." In quel attimo di solitudine, sente i due uomini parlare ma non capisce. L'unico dettaglio di cui si rende conto, è che la notte precedente Matt l'ha vista nuda, mentre la portava a letto priva di sensi e non vorrebbe più uscire da quel bagno. Si lava frettolosamente e indossa biancheria pulita, una graziosa camicia da notte con spalline a uncinetto che le segna la perfetta siluette fino al ginocchio e una morbida vestaglia di peluche grigia con stampati cuori bianchi lasciate in bagno da Matt. trova anche delle pantofole accanto al puff su cui è accovacciata, di cui non si era accorta. Quest'uomo è perfetto, riesce a pensare senza esprimere il complimento ad alta voce. "Matt.. Matt..? Sono pronta, più o meno.." Finisce di spazzolarsi i capelli, chiudendoli in una coda bassa per comodità.

"Scusa ma.. Chi ti ha chiamato? Era una donna o sbaglio..?!" 

"Esatto, te lo dicevo io che non si trattava di un cucciolo, e ti avevo anche detto che ti avrei mostrato il motivo della mia assenza.." Matt ridacchia, mentre Jack pensa che il suo amico sia finalmente uscito dal guscio di dolore in cui era rinchiuso da tanto tempo.  "Piccolina vengo a prenderti, non ti muovere.." Si rivolge a Sara ancora in bagno. La trova seduta davanti alla specchiera, semplice e bella, come non aveva mai notato fino a quel momento, al punto di togliergli il fiato.

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