Sono passate le 4 ore, subito dopo una prima flebo e a un'altra accurata visita, la nuova dottoressa, la collega della dottoressa Ford parla con Matt per dargli un aggiornamento sulla situazione. D'impatto la dottoressa Sullivan è notevolmente differente, si trova davanti ad una persona più disponibile al dialogo e con un senso di comprensione differente rispetto all'algida collega. "Signor Cole, possiamo scambiare due chiacchiere? Penso faccia bene anche a lei capire fino in fondo la situazione e il quadro clinico della sua amica." "Certamente, mi dica tutto dottoressa, l'ascolto.." "Prima parliamo di Sara. Ho dato una nuova dose di farmaci alla signorina, la flebo è doppia, voglio evitare che si disidrati per l'elevata temperatura che ha tutt'ora, ma questo le porterà la necessità di dover andar in bagno anche un paio di volte durante la somministrazione dei liquidi. Le chiedo la cortesia e l'attenzione di non lasciarla andare da sola per nessuna ragione, anche se si dovesse opporre, ha dei giramenti di testa e dei dolori fisici che la rendono soggetta a cadere, stiamo facendo il possibile per non ricoverarla: in questi casi, se non si ha bisogno di afflusso di ossigeno o trattamenti particolari, preferiamo evitare che i pazienti già deboli incorrano in altre infezioni." "Me ne occupo io, so quanto le donne possano essere ostinate a volte.." "So che lo sa, la sua fama di seduttore la precede.." La dottoressa Sullivan abbozza un sorriso amichevole, ha uno sguardo materno e compassionevole, ma Matt sembra non accorgersene. "Sono in turno per altre nove ore, straordinari e turni extra a raffica in questo periodo, passerò io a staccare la flebo e fare un'altra valutazione della ragazza. Lei si limiti a chiudere il flusso della flebo una volta terminata, basta spingere verso l'alto la linguetta blu." Matt ha la nausea, l'autocontrollo non è il suo punto forte. "Signor Cole? Pensa di farcela? Matthew si sente bene??" Matt è ancora inchiodato alle parole la sua fama di seduttore la precede per ascoltare il resto ed essere reattivo. "Sì, io credo di poterlo fare.. Io.. Credo di farcela.." Sbianca. Gli ronzano le orecchie come avesse una teiera in ebollizione nella testa. L'angoscia lo divora. Si aggrappa al divano e si lascia cadere sulla comoda seduta in alcantara. "Volevo appunto chiederle come sta, ma lo vedo da me. Lei sta sudando, è pallido come un lenzuolo. Alzi i piedi sul divano, lasci che l'aiuti." "Io sto bene.." "Non si direbbe, ora la visito e non voglio sentire ne bah e ne ma. Voglio escludere che abbia preso una forma virale, se non vuole farlo per lei, pensi a Sara e al fatto che potrebbe attaccarle qualcosa standole così vicino. Ora, mi porga il braccio per favore, prima che faccia ricoverare entrambi." Matt cede, si arrende, pensa a Sara e a non farle altro male. Si sottopone a un veloce check-up, quello che appare alla dottoressa è chiaro: i parametri non sono dei migliori.
"Mi ascolti bene Matthew, lei ha la pressione bassa, molto bassa. La frequenza cardiaca è al limite dell'accettabile. Il suo cuore è stressato, lei è angosciato, agitato e stremato al tempo stesso. Fortunatamente i polmoni sono puliti e la temperatura rientra nella norma. Ma appena Sara potrà passare un paio d'ore da sola, la voglio da me in studio per esami più approfonditi e una bella chiacchierata.. Credo che lei abbia tanto da buttare fuori. Siamo d'accordo?"
Matt annuisce dalla sua postazione. "Obbedisco dottoressa, in effetti mi sento spossato e nervoso. La ringrazio di cuore." Gli porge una mano e un sorriso rassicurante. "Faccio solo il mio lavoro, salvo vite.. e a volte anime." Come gli leggesse nella mente, aggiunge: "E stia tranquillo, si riprenderà, ha solo bisogno di cure e affetto. Coraggio, vada a riposare.. A dopo signor Cole." "A più tardi dottoressa Sullivan."
Matt è sul divano, incapace di alzarsi. Pensa alle ultime parole della Sullivan, in effetti cure e affetto possono essere una terapia per entrambi. E' esausto ed esaurito, la giornata ha preso risvolti che non credeva possibili e tutti i suoi fantasmi del passato sono riapparsi in un solo colpo. "Spero di raggiungerlo il letto, non mi reggo in piedi." Appena varca la soglia, la trova lì, stesa e dormiente. Per la frazione di un secondo, il suo cervello aveva rimosso la presenza di Sara nel suo letto. Si lancia in bagno, silenziosamente e si fa una doccia al volo prima di stendersi accanto a lei. Sara ha il respiro affannato, il letto sembra una sauna per quanto è calda ancora. "Ehi tu.." "Ehi piccola mia, scusa, non volevo svegliarti.. Come ti senti..? Mi dispiace così tanto.." Sara ha gli occhi socchiusi. "Perché?" la tenerezza del suo affaticato sguardo comunica più delle parole che fatica a pronunciare. "Tu.. Sei qui. Grazie." "Sara è anche colpa mia, non dovevo, non mi sarei dovuto spingere così oltre in questo momento.. Non è la prim.."
"Ssshh.. Non dire altro, abbracciami, sei così fresco.."
Matt non riesce a terminare la frase con cui avrebbe voluto iniziare a spiegarle chi è stato e perché. Sara gli appoggia un dito sulle labbra e alla sua richiesta non riesce a tirarsi indietro. L'avvolge con il suo corpo fresco, stando attento alla canula della flebo. Lei sospira e ne respira il profumo, quasi si sentisse sollevata ritrovando quel contatto. "Profumi di fresie.. I miei fiori preferiti." Si abbandona di nuovo al sonno. Matt ha un groppo in gola, non solo sono i fiori preferiti da Sara, ma aveva iniziato a tenerli in ogni stanza su desiderio della moglie, da quando avevano iniziato a vivere sotto lo stesso tetto. E lui ha sempre portato avanti quel rituale da quando le era venuta a mancare, come se farlo ne catturasse ancora l'immagine e gli istanti passati insieme.
E' quasi l'alba, Matt dorme profondamente, stanco e devastato. Il cuscino che condividono è umido di lacrime, ma Sara non gli presta attenzione, poco per volta riesce a sedersi sul letto. Ha i brividi e la testa le gira, ma come da previsione, deve andare in bagno. Avvicina a sé le pantofole e ancor prima di essere in piedi, un forte capogiro la fa balzare all'indietro, sul corpo di Matt. "Ahi!" Matt si sveglia di colpo, urlando per lo spavento. "Aurora che succede!! Sono qui!!" Gli occhi di Sara sono colmi di lacrime, anche se ha capito chi è Aurora, non può certo fargliene una colpa. Le lacrime le arrivano dal cuore, perché riesce a comprendere e a sentire il dolore di quell'uomo che non fa che starle accanto. "Dio, Sara scusa.. Non avrei dovuto urlare così, ti ho spaventata. Stavo sognando.." "Lo so.. Aurora, tua moglie. Va tutto bene, davvero." "No tesoro, non va bene, stai piangendo.." Sara deglutisce, ma gli accarezza il viso. "E' tutto a posto, come stai tu?" "Non preoccuparti per me, mi capita ogni tanto. Ma piuttosto tu..? Cosa fai sveglia..? Dove vai da sola?!" Sara imbarazzata, si porta una mano al collo. "Devo solo andare in bagno, dormivi e non volevo chiamarti." "Tesoro mio, non importa se dormo, devi chiamarmi sempre.. E' un ordine tassativo dall'alto, da sola lo vedi da te che può diventare rischioso.. vuoi prendere una testata contro qualche spigolo..? Faccio il giro del letto e sorreggo sia te che la flebo. Ok?" Prima che lei possa opporsi od obiettare, lui è già lì, braccia tese per sorreggerla e sacca a seguito, entrano in bagno e Sara chiede di poter star sola. Lui spiega che la dottoressa ha dato ordini ben chiari. "Mi volto, ok? Ma sto qui." Sara sibila un sì e nel frattempo si chiede come mai a quel punto siano imbarazzati nel vedersi nudi, dopo il momento intimo che hanno condiviso il giorno prima. "Infermiere ho finito.." "Arrivo, ai tuoi ordini, piccola ammalata." Un flebile risolino esce dalle labbra di Sara, averlo accanto ha un effetto terapeutico su di lei. Riportata a letto, le chiede nuovamente "Come ti senti?" "Come se fossi passata sotto uno schiacciasassi.. Tu invece, mi sembri tanto stanco e turbato.. Posso ascoltarti.. Se vuoi.."
E' giunto così il momento di aprire il libro sulla vera vita di Matthew Cole e raccontarle chi e cosa è stato prima della terapia. E di quel maledetto 5° piano.
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La Stanza al 5° piano.
عاطفيةMatt Cole è un affascinante imprenditore di Seattle, uno a cui la vita ha dato tutto, ma a cui ha tolto anche la dignità tra le pareti scarlatte di quell'appartamento. Sara De Luca piomberà nella sua vita, sconvolgendo il suo precario equilibrio.