Paura di perderla

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La chiave gira nella serratura, Matt entra in punta di piedi, come fosse un ladro in casa propria. Si avvia verso la camera in cui ha lasciato Sara, esitando. La trova assopita, che abbraccia il cuscino, una smorfia di sofferenza sul volto. No, no, dannazione Matt! Stai calmo, non è certo il momento di soffermarti sulla sua incantevole delicatezza. Nella testa di Matt scattano mille pensieri contrastanti, come fossero palline impazzite di un flipper. Rimane sull'uscio ad osservarne i tratti delicati. Quando all'improvviso Sara inizia a sudare e a lamentarsi. E' di nuovo scossa da brividi che assomigliano a uno stato preconvulsivo, non può più stare lì fermo a guardarla e basta. "Sara, tesoro, guardami, apri gli occhi.. Sono qui.." Lei riesce a fare lo sforzo di aprirli e a mettergli una mano bollente sul viso rinfrescato dalla serata di inizio ottobre, prima di sentirsi abbracciare e ricadere in un sonno tormentato dal dolore. La situazione è grave. Fanculo. Ora chiamo la mia dottoressa, le serve aiuto, più di quanto possa fare io. 

"Studio della dottoressa Ford, con chi parlo?" "Dottoressa Ford, sono il signor Cole e ringrazio il cielo d'averla trovata ancora in studio. Ho bisogno di lei. Ho una cara amica in casa con febbre alta da due giorni, sembrava stare meglio ma si è aggravata di nuovo, improvvisamente." La risposta della dottoressa è pronta e sembra sempre scrutarlo nel profondo. "Capisco. Ha fatto sforzi eccessivi che lei sappia? Difficoltà nella respirazione? Qualche ferita infetta?" "Io non lo so.. cioè non credo.. forse sì.." Non le è difficile immaginare lo scenario avvenuto qualche ora prima. "Le bagni la fronte e i polsi con acqua fredda mentre preparo la mia valigetta e arrivo, tempo di chiudere lo studio, stia tranquillo, vedremo di sistemare tutto signor Cole." "Grazie dottoressa, grazie." Matt corre avanti e indietro per la casa: è nel panico. Mette acqua fredda e ghiaccio in un cestello per champagne e si procura diverse salviette pulite. "Sono qui, sono qui, non ti lascio più sola Sara. La dottoressa sta arrivando e starai meglio. Starai meglio tesoro mio.." "Matt.. Sei qui.. Sei il mio angelo.." Lui le sorride, ma dentro ha lo strazio lasciato dalla bomba che lui stesso ha fatto deflagrare. "Non sono un angelo, ma sono qui per te.." Seduto sul ciglio del letto, le cambia l'ennesima spugnatura, quando finalmente suonano alla porta. 

"Scusa, sono venuto senza preavviso, lo so.. Ma.." Matt lo guarda con gli occhi castani e ambrati, lucidi e rossi, lo abbraccia. Jack non lo vedeva così da quando apprese che sua moglie aveva un cancro incurabile. "Ragazzo, calmati. Che è successo ancora?" "Non lo so, sono tornato per parlare un po' con lei, ma sta davvero tanto male, mi sembra il ripetersi di un incubo Jack.. Sto aspettando la dottoressa Ford.. Io.. Mi fa male vederla così.. Ho così tanta paura.." "Matt, ascoltami bene: lei, non è Aurora. Se non ti dai una tranquillizzata non riuscirai ad esserle da aiuto. Prima di tutto  non possiamo lasciarla in quella camera piena di batteri o virus , o vi ammalerete entrambi." "Non ci avevo pensato, hai ragione." "Perché sei agitato, coraggio, ti aiuto io." Si scambiano un rapido cenno di capo d'intesa. Mentre Jack cerca una trapunta in cui avvolgerla, Matt la prepara scostando le coperte, ha solo dell'intimo addosso. "Jack passami la camicia da notte per favore." Jack obbedisce e mentre la scosta dalla sua posizione, vede le piccole strisciate di sangue sul lenzuolo. Una fitta allo sterno di Matt e il senso di disgusto verso sé stesso, riprendono vita di botto. "Matt. Guarda me, non lì, ok?! Poi cambierò tutto io, ma ora ho bisogno di te qui. E' un ordine!" Al richiamo della persona che meglio lo conosce al mondo, Matt si riprende e solleva tra le braccia quella ragazza che fino al giorno prima non conosceva nemmeno. "Sei tu.. Qui.." "Certo che sono qui.. Non fare sforzi, ti sto portando in un letto pulito, ormai la dottoressa sarà qui a momenti." "Ho riconosciuto le tue braccia, sai..?" Jack li osserva, mosso da un moto di tenerezza, copre Sara e la conducono in camera da letto di Matt, dove Sara sente ancora il profumo dei suoi fiori preferiti. Tempestivamente arriva anche la dottoressa Ford. Dopo un breve e circoscritto saluto, entra in camera. In seguito a un'approfondita visita, si rende conto che ha bisogno di una forte terapia. "Signor Cole, le devo parlare." "Può farlo anche davanti al signor Montgomery, è un fratello per me." "Per la privacy non potrei parlare nemmeno con lei, ma ho avuto il consenso della signorina. Ho sentito che la ragazza ha un polmone più affaticato, il secondo quadrante sinistro. Temo ci si un inizio di focolaio polmonare. Questo però non credo si sia sviluppato nelle ultime 24 ore , ma che sia in queste condizioni da giorni, probabilmente senza essersene accorta. Ora è crollata  stremata e ha un grave affanno. Mi sono permessa, su consenso della paziente di effettuare anche un tampone vaginale.. Non credo ci sia bisogno di dirle che ho trovato tracce di lacerazione recente dell'imene, ma so che è stato consensuale. Ma non credo che sia la causa del suo peggioramento, non del tutto almeno, lo sforzo può aver influenzato l'innalzamento della temperatura corporea, la pregherei di prendersene cura diversamente.." Le parte un'occhiata di disapprovazione che lo sfonda come un pugno dato da un campione di pesi massimi. "Ora le ho attaccato una flebo di liquidi, antibiotici e antipiretico, mi sembra superfluo spostarla se riusciamo a stabilizzarne le condizioni. Ci vorranno circa 4 ore prima che finisca. Le manderò la mia collega e sostituta a visitarla di nuovo ed eventualmente a ripetere la terapia. queste sono le ricette per i farmaci che da domani sera dovrà somministrale. Tutto chiaro per entrambi?!" Annuiscono. "Perfetto. Lasciatela dormire ora e quando si sveglia datele acqua e bevande calde, sperando abbia appetito." "Grazie dottoressa, non so come ringraziarla.." Matt ha gli occhi gonfi e il viso provato. "E' il mio dovere. A presto." Jack guarda l'amico affranto e cerca di tirarlo su di morale "Beh, non c'è che dire.. Simpatica, no??" "Già.. sa come farti sentire una merda, sempre, ma è brava nel suo lavoro.. e ha fottutamente ragione su tutto." "Forza, vai da lei, io sistemo di là e do aria alla camera.." Matt semplicemente annuisce e va verso Sara. Vederla così, gli spezza il cuore. L'indimenticabile sguardo della dottoressa Ford lo ha spogliato, Jack cerca di farlo ragionare, ma lui vorrebbe solo fuggire. Nel sonno Sara si agita. "Matt.. Matt.." Lui le corre accanto, in ginocchio al fianco del letto. Gli occhi pieni di lacrime e pentimento. "Sono qui, non agitarti. Sei attaccata a una flebo ora, hai la polmonite, ma nulla che he con un buona cura e tanto riposo non si possa curare.." "Mi abbracceresti per favore? Ho così freddo.." Matt è pietrificato. "Ecco.. Io.." "Va tutto bene, Matt.." A quelle parole di Sara, si fa forza e le si avvicina. Le accarezza la testa, leggero come un soffio, e la tiene vicino a sé. Jack, entrando in camera, vede il suo amico seriamente preoccupato. "Matt vuoi che faccia altro per te? Vuoi qualcosa da mangiare?" "No, sono a posto così, grazie. Se vuoi fermarti qui sai che non è un problema, il posto c'è. Ma io sto con lei, non voglio più perderla d'occhio." Jack osserva quelle gestualità piene di un amore non ammesso. "Prima non mi hai risposto.." "A cosa?" "Ti sei innamorato di lei, vero?" Come risposta le bacia la testa e si stringe a lei, riesce solo ad accennare un con la testa e a scandire poche parole sussurrate: "Non so come sia successo.."

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