Senza speranza

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Fatico a credere a cosa sia accaduto oggi, è stato così coinvolgente.. e bello. E anche a lui credo sia piaciuto.. Ho provato una splendida sensazione di appartenenza mista felicità, timore, fiducia.. Mai sfiorato nulla di tanto completo prima d'ora.. Ma ora sono a pezzi. La sua espressione sembrava così triste e cupa.. Mi sento ancora la febbre e il mal di testa non mi aiuta.. Ora sono solo preoccupata e stanca.. Tanto stanca.. Sara si lascia cadere tra i cuscini profumati di fresie e nota un fondo di gelsomino, una culla per i suoi sensi e per gli occhi infiammati e stanchi. Qualche ora dopo si sveglia in preda ad una vampata di calore misto brividi, una fitta lombare data dall'improvviso freddo le blocca la schiena all'altezza dei reni, lacrime agli occhi e senso di solitudine le fanno da contorno. Mi sembra di morire, dov'è Matt..? Sara da due colpi di tosse e sente i bronchi bruciarle.  Dio, questo peso sul petto è insopportabile.. Sono passate quasi tre ore dalla fuga di Matt, prima verso l'ufficio e poi in direzione del Pres per consegnare la relazione di Sara nelle mani del dottor Berrik e l'impresa non è stata delle più semplici. Sulla via del ritorno Matt si trova in un grande store, per acquistare il necessario per rendere abitabile l'appartamento che abiterà Sara non appena starà meglio. Un modo, il suo, di sfogare il senso di colpa e la frustrazione rimastegli dopo averle portato via l'innocenza quel pomeriggio. 

Cosa mi è saltato in mente..? Sono disgustoso.. Dovevo fermarmi prima, io ho chiuso quel capitolo.. Se non sono uno da una notte e via, allora cosa è successo?! Ho giurato sulla sua tomba che non sarei più caduto in quell'errore, che diavolo ho fatto?!  Perché lei? Cosa è successo?

I suoi tortuosi e demonizzanti pensieri vengono interrotti da una provvidenziale telefonata: è Jack. 

- Ehi, ciao.. - La voce risuona nell'apparecchio cupa e roca. 

- Ciao Matt, che voce strana che hai.. Ti sei ammalato anche tu? Volevo sapere di Sara.. Io e Molly volevamo portarvi la cena.. Ma sembra che tu non stia bene.

- No, non sto bene in effetti. L'ho rifatto. ci sono volato dentro di nuovo.. Ma questa volta mi fa male da morire, sono stato meschino, mi viene da piangere.. Ho bisogno di vederti Jack.. - Matt inizia a piangere silenziosamente, ma non abbastanza. 

- Non aggiungere altro, temo di aver capito. Facciamo così: ci vediamo tra 30 minuti sotto casa mia, meno ne sa mia moglie, meglio è. - La voce di Jack è asciutta ed imperativa, anche se lo ha sempre aiutato ad uscire dai momenti peggiori della sua vita, questa volta sembra quasi scostante. Mezz'ora dopo e con la macchina carica di borse, arriva da Jack. 

"Vieni, entra, Molly è andata a correre, abbiamo un'ora almeno. Accomodati e spiegami tutto, ma dall'inizio però." Matt si siede sul bordo del divano, e inizia il suo ingarbugliato racconto. "Jack io.. non era così che volevo che andassero le cose, te lo giuro. Eravamo sdraiati a letto, eravamo abbracciati e abbiamo iniziato a scherzare.. Ti giuro che non era premeditato.. Ma con la sua dolcezza mi ha stravolto le idee.. Ti prego, prendimi a pugni, dammi del bastardo incosciente, non lasciarmi impunito.." Affranto, Matt scoppia a piangere portandosi le mani al viso. Jack rimane di sasso e con poche parole cerca di andare a fondo del turbamento interiore dell'amico. "Ehi amico, ascoltami, non intendo prenderti a pugni, abbiamo già dato.. Ma se non mi spieghi perché hai questi sensi di colpa e sei così a terra, io non so come aiutarti." Gli si siede accanto, occupando il bracciolo del divano e gli tiene una mano ferma e sicura sulla spalla. "Sono qui con te, ti ho promesso che ci sarei sempre stato, coraggio, dimmi quello che non so." Matt sbotta. "Jack era vergine!! Sono un mostro, lo sono sempre stato e sono tornato! Le ho portato via la sua prima volta solo perché non ho saputo resistere alla situazione.. Ero io l'adulto tra i due, avrei dovuto dirle di no! Ma non l'ho fatto!" Matt dice tutto d'un fiato con gli occhi gonfi e rossi. Jack viene colpito in faccia da quelle parole cariche di astio verso sé stesso. Vedendo il suo migliore amico così, teme che i due anni di sofferta terapia siano andati persi. "Non intendo darti addosso Matt, lo stai già facendo tu. Ma dimmi, tu le hai parlato? Prima, dopo e durante intendo..?" "Prima sì.. certo.. mi è bastato toccarla per capire che fosse la sua prima volta, durante anche.. Abbiamo parlato e ci siamo confrontati e fermati almeno un paio di volte, ma non voleva che interrompessi quel momento magico tra noi.. Non mi ha fermato, mi ha incoraggiato e ho cercato di essere molto delicato.. Era così eccitata e mi desiderava tanto quanto io desideravo lei in quel momento.. Dio perché non ho aspettato di capire?" Jack non schioda gli occhi da Matt, l'uomo divorato da una dualità di sentimenti seduto accanto a lui. "E dopo cosa hai fatto?" "Ho preso tempo e sono scappato. Con una scusa l'ho lasciata sola. Sono un fottuto stronzo. E' questo il punto! Lei è così.. adorabile. E io sono scappato." 

Jack aumenta la pressione della sua presa sulla spalla di Matt. "E se anziché dirle a me tutte queste cose, ne parlassi a Sara? Forse lei ha una visione diversa dalla tua e la stai confondendo con il tuo comportamento, non credi?" L'ennesimo sbotto di Matt: "Ma se non sono neanche riuscito a guardarla negli occhi prima di andarmene?! Cosa dovrei dirle?? Sara scusa ma dopo la morte di mia moglie sono impazzito e sono andato a letto con ragazze giovani e indifese, le corteggiavo, facevo loro il lavaggio del cervello e poi le mollavo, puntualmente, solo quando ero certo che dipendessero da me, perché sono un maledetto narcisista del cazzo. Ma non preoccuparti sai! Perché poi per uscirne ho passato periodi tremendi in terapia e andava tutto bene prima di conoscere te e il tuo modo di guardarmi e di farmi sentire una persona diversa.. Ti rendi conto che non vorrà più vedermi nemmeno in cartolina?? E io non posso.. Non voglio che finisca così.." "Calmati, calmati.. Ti prendo qualcosa per l'ansia e ne parliamo ancora un po'.." Matt butta giù una pastiglia e il suo cuore pian piano rallenta, anche la respirazione si normalizza dopo diversi minuti passati a fissare il vuoto. "Jack, lei mi chiama il suo angelo, mentre probabilmente sarò il suo inferno.. cosa dovrei fare ora..?" "Lo sai come la penso, parlare è sempre la soluzione giusta e l'unica plausibile, questo sempre che tu ci tenga a lei" Jack osserva la reazione di Matt a quelle parole, poi continua "E se lei tiene a te, sono sicuro che capirà, è speciale quella ragazza." "Già. Ma se mi giudicasse? Se non riuscisse a vedere di me la persona che sono diventato, ma vedesse solo quello che non volevo più essere..?" "Matt.. Matt.. Ascolta uno stupido: tu sei unico, ok? Hai i tuoi difetti come tutti, ma sei una delle persone più buone che conosca, altrimenti non staresti qui a fustigarti per Sara.." Jack prende fiato, sorride e scrolla la testa "Sempre che.." "Sempre che..? Cosa?" Jack scocca un'occhiata piena di comprensione  "Sempre che non sia avvenuto un miracolo, se te ne fossi innamorato, capirei il perché delle tue paure." Il silenzio che è calato tra i due amici fa più rumore di un jet supersonico. "Credo di dover andare, ti devo un favore." Jack si alza dalla sua postazione e offre una mano a Matt per aiutarlo ad alzarsi, in tutti i sensi. "Siamo a pari, tranquillo, in fondo in questa situazione ti ci ho messo io. Fai la cosa giusta, Matt, è la tua occasione." 

LO sguardo d'intesa trasuda comunque sofferenza e una finta serenità. Si salutano con un cenno di mano e Matt scompare nell'ormai buio di Seattle armato delle migliori intenzioni. 

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