Quello che non sai di me
Emily
Capitolo 8
《Umh, si dovrei avere degli asciugamani》rispondo dubbiosa per poi dirigermi nell'antibagno ed inchinarmi per prendere due asciugamani dal cassetto in legno.
Ritorno nella stanza principale ma non trovo nessuno. Mi guardo intorno e mi affretto quando trovo socchiusa la porta della camera oscura. Velocemente entro nella stanza e colgo sul fatto Louis che sfiora con le dita le mie vecchie fotografie scattate con l'Instax attaccate alla parete.
Un sorriso malinconico si fa spazio sul mio viso con il pensiero che mi riporta alla mia infanzia, ma mi riprendo velocemente e decido di rendere nota la mia presenza.
《Cosa ci fai qui?》chiedo fredda, con tono di rimprovero.
Lui ignora la mia domanda e continua ad osservare le mie foto, passando peró alle piú recenti, ancora appese al filo.
《Le hai scattate tu?》chiede guardandosi intorno, circondato da centinaia di fotografie.
《Si.》rispondo semplicemente ripensando ai momenti in cui le ho scattate.
《Dove?》chiede ancora.
《Qui》rispondo.
Sorrido vedendo la sua espressione leggermente stupita.
A volte, le persone non riescono ad apprezzare ció che hanno e quello che li circonda.
Ho sentito mille volte dire da diverse persone che il posto in cui vivono é brutto. In realtá niente é brutto. In ogni cosa c'é almeno una cosa bella.
Appena sono arrivata qua é stato il mio primo pensiero.
Per le persone questa piccola isola é come una prigione da cui uscire é un privilegio.
La gente non apprezza ció che lo circonda. Ho passato anni ad esplorare ogni centimetro di questa isola e posso vantarmi di conoscerla a memoria, sicuramente molto meglio dei giovani che la abitano.
La curiositá ha sempre avuto la meglio sulla coscienza e questo ha portato a cacciarmi nei guai, uno di questo mi ha costretto a trasferirmi in quest' isola per nascondermi.
Non mi lamento peró. Certo, non sono di certo la persona piú felice del mondo, la mia vita é tutto il contrario di quella che ho sempre sognato, non vedo la mia famiglia da anni, non ho amici né quantomeno un fidanzato ma mi sta bene. Forse é semplicemente il prezzo da pagare per essere ancora viva.
Sinceramente qui sto bene, ho imparato a dare importanza ai piccoli gioielli della vita: le piccole cose.
Quest'isola mi ha insegnato molto e lasciarla sará difficile per me.
So peró che il mio futuro non é qui. É solo questione di tempo prima che lui mi trovi e allora sí che avró paura.
A volte ci penso peró, si insomma a scappare ancora piú lontano. A scappare pure da qua e riniziare un'ennesima vita dove forse potró trovare la felicitá. Non so nemmeno io il perché questo non accada, ma sento di essere legata a questa terra come se fosse parte della storia della mia vita.
Continuo a fissare una delle mie tante fotografie che raffigura la piccola baia esattamente dietro la scogliera, di cui probabilmente in pochi ne conoscono l'esistenza.
Quando l'ho scattata ero arrivata qui da qualche ora e non avevo idea di dove andare. Ero sbarcata dal traghetto ed una volta lasciate le mie poche cose in albergo avevo preso la macchina fotografica e mi ero incamminata nella strada asfaltata che girava tutta l'isola, senza una meta precisa. Quasi senza accorgermene avevo deviato la strada, prendendo il piccolo sentierino che portava sin sú. Esattamente nella parte rocciosa, che piú concretamente era formata da arbusti che impedivano la visuale, mi ero intrufolata in mezzo ad essi ed ero spuntata all'entrata di un tunnel scavato dall'acqua, che portava direttamente alla piccola spiaggetta.
《Mi ci puoi portare?》chiede curioso.
《Cosa?》scatto, non mi va di condividere una cosa cosí bella con lui.
《Si, insomma, potresti portarmici?》chiede ora titubante.
《Facciamo una cosa invece, se tu riuscirai a trovare questa spiaggia e scattare una foto nello stesso punto in cui l'ho scattata io potrai vedere le altre foto che ho scattato nell'isola e, se riuscirai nell'impresa entro due giorni ti mostrerò un altro posto nascosto. 》dico con aria di sfida e mi sento quasi come una bambina che gioca a nascondino e da il premio al bambino che la trova. Solo che questo non é un gioco, non so nemmeno io cos'è, so solo che ho agito d'impulso e che probabilmente ne pagherò le conseguenze.
Lui aumenta la mia confusione accettando entusiasta. Cosí in preda ad una strana crisi di cambio d'umore decido di finirla lì.
《Esci, non puoi stare qua》dico dura, indossando la mia maschera.
Lui mi guarda confuso ed apre la bocca per dire qualcosa ma si blocca ed ubbidisce.
Chiudo la porta e gli porgo l'asciugamano, posizionando il mio sul cuoio capelluto per provare ad asciugarli scuotendolo.
Restiamo in silenzio per tutto il tempo.
La tempesta sembra essere terminata, cosí una volta "asciugati", per modo di dire, usciamo. Piú precisamente lui esce prendendosi le sue cose ed andando via senza degnarmi di uno sguardo.
Io resto dentro lo studio, con i capelli ancora umidi e un gelo che mi entra dentro le ossa e non ne esce piú.
Sento quell'assurdo vuoto al petto allargarsi un po' di piú e per un volta mi lascio andare.
Urlo e lascio che i miei demoni si dissolvano almeno per qualche secondo e mi sento piú libera che mai. Purtroppo dura poco e ritorno a sentirmi uno schifo, accasciandomi per terra con le mani sulla faccia e le lacrime che non scendono.
Cos'ho fatto di male per essere cosí?
{Hey.
Specifico immediatamente una cosa: non sono pazza(forse un po' si aha). Conunque non é stato un momento di pazzia che mi ha spinta a scrivere questo contrasto alla coerenza(?).
Ho cercato di evidenziare la forte bipolaritá di Emily che caratterizza anche il mio carattere. Se pensate che sto sparando cazzate(cosa probabile) vi prego di credermi, so che come capitolo non é di certo coerente ma ho voluto appunto dedicarlo alla bibolaritá.
Molte mi hanno chiesto di lui. Come ho giá risposto, non voglio e non devo svelarlo perché credo che se no si perda il mistero e l'originalitá(?) della storia.Detto questo, come va? Passato un bel San Valentino? Io l'ho passato a casa quindi non preoccupatevi se nemmeno il vostro é stato chissá cosa
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