9.Emily-Louis

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Quello che non sai di me

Emily-Louis

Capitolo 9

Sono passati due giorni da quando Louis ha lasciato lo studio. Non si é fatto piú sentire né vedere da allora.

Questi due giorni sono stati tra i piú brutti della mia vita e la sua assenza era solo una delle tante cause. Gli incubi sono tornati. Immagini terribili di quei giorni mi tornano in mente ogni volta che chiudo gli occhi. Ogni fottuta notte mi sveglio di soprassalto dopo un incubo. Sempre lo stesso incubo.
Quella pistola che tocca la mia testa ma non spara, la morte cosí vicina ma cosí lontana.
Ogni notte, ogni fottutissima notte questa scena si ripete nella mia testa e mi sveglio nel momento cruciale, grondante di sudore e con la testa che scoppia. Ho riniziato a prendere le pastiglie ma non fanno nessun effetto e qui le cose si complicano. Da quando sono qui ho iniziato a prenderle, nessun medico me le ha prescritte o robe del genere, non ho nessun tipo di malattia fisica, solo problemi mentali. Non nego che probabilmente esse li hanno peggiorati, ma semplicemente mi aiutano e non riesco a farne a meno. L'ultimo anno stava procedendo bene e le prendevo solo in caso di necessitá, ma ora le prendo ogni volta che il mal di testa aumenta e non riesco a sopportarlo. Non é una cosa bella, non lo é per niente. Non capisco il motivo di tutto ció. Sono talmente pazza che se  fossi nata in un'altra epoca mi avrebbero mandata in manicomio. Il punto é che il problema non é solo uno stupido mal di testa, no. Ci sono volte in cui cerco di concentrarmi in una cosa ma non ci riesco perché altri cento pensieri invadono la mia mente senza che io abbia voluto nulla e non riesco a controllarmi. Sentire rumori assordanti che non esistono. Vivere in un mondo proprio, nel mondo dei matti. Ormai é lí che devo stare, con i matti.

Dopo quasi un'ora di dibattito interno tra coscienza e istinto, con vittoria da parte dell'istinto, decido di andare alla famosa spiaggia della fotografia. Ho davvero bisogno che il rumore delle onde che si scontrano con le rocce mi dia il senso di calma di cui ho bisogno e che per almeno qualche minuto stostituisca il rumore dei pensieri.

Con la mia vecchia Polaroid mi incammino verso il sentiero che porta alla scogliera per poi deviare, passando in mezzo agli arbusti e finire davanti ad un precipizio.

Mi aggrappo al ramo che trovo piú vicino, per non cadere, e osservo lo strapiombo sotto i miei piedi. Tutto ció prima non c'era, avrei dovuto percorrere un altro piccolo tratto per poi arrivare all'arco di pietra, ma qui c'é solo uno stacco di almeno dieci metri. Guardando in basso si possono vedere anche le radici degli alberi spezzati, dev'essere che quando c'era la tempesta il livello del mare é aumentato notevolmente, portandosi con se ogni cosa.
Sento un flebile "Crack" dietro di me, per poi capire che il ramo si é spezzato. Perdo l'equilibrio e cado sulla sabbia.

Louis

Lei diceva che non ci sarei riuscito, e invece si sbagliava. Ora eccomi qui, seduto sulla sabbia della piccola baia della fotografia. 
Sinceramente non avrei mai pensato di riuscire a trovarla, dato che é estremamente nascosto il passaggio da cui si arriva. Non nego che é stato un caso, ma non lo ammetteró mai davanti a lei.
Ho ancora dolore al sedere per prima. Non avevo idea che ci fosse una discesa cosí vertiginosa e quindi non mi sono fermato, cosí sono caduto di sedere e sono sceso sin giú a mó di scivolo.  Mi ritengo fortunato peró, dato che qualche metro piú a destra il mare aveva scavato di piú, creando uno strapiombo di qualche metro e cadere da lá sarebbe stato molto piú disastroso.

Osservo il mare, che fortunatamente é molto piú calmo di due giorni fa.
Sospiro. Chi l'avrebbe mai detto che mi sarei ritrovato in questa piccola isola a cercare spiagge nascoste? Nessuno, direi. Peró non é male. Non avevo idea di avere un tale spirito di avventura, peró mi piace.
A Milano non mi é mai capitato di scoprire questo lato, lí gli unici posti "segreti" sono i vicoli bui dove i ragazzini vanno a fumarsi le canne, ma niente di che.

Qui le cose sono completamente diverse. Non credo la gente sappia cos'é un Software.
Sono abbastanza fuori dal mondo, ma non credo che questa cosa sia solo negativa.

Forse papá aveva ragione a mandarmi qui, ho scoperto piú cose in questi giorni che in venticinque anni di vita. Una di queste cose, per esempio, é il carattere di Emily, non pensavo ci fosse qualcuno in grado di tenermi testa come fa lei.

Mi guardo intorno ma mi blocco appena sento un urlo strozzato provenire dal precipizio.

Mi alzo velocemente, senza preoccuparmi di pulirmi i jeans sporchi di sabbia. Mi dirigo verso l'arco in pietra. Sono costretto a saltare, dato che il livello dell'acqua é salito, sbarrando il passggio. Con le scarpe un po' bagnate svolto l'angolo per poi vedere una scena terribile.

Emily é stesa a terra, priva di sensi con del sangue che fuoriesce dalla testa.

Mi precipito affianco a lei, inginocchiandomi e prendendole la testa tra le mani dandole qualche leggero schiaffo sin quando non apre gli occhi.

Mi guarda confusa e soprattutto allarmata data la vicinanza tra i nostri visi. É assurdo come, nonostante tutto ció che le é appena successo lei stia ancora a pensare alle sue stupide regole.

《Stai bene?》 Chiedo allarmato.

《Si》 risponde alzandosi ed allontanandomi.

《Come fai a dire che stai bene se sei appena caduta da precipizio e stai sanguinando?!》chiedo alzando la voce.

《Sto bene ok?! Non ho bisogno del tuo fottuto aiuto!》sbraita lei con voce rotta.

《Ma perché ti comporti cosí?! Come se dovessi nascondere una vita di segreti?! Dio vivi sta cazzo di vita!》urlo.

《Ma che ne sai tu?! Stai zitto,  porca puttana! Non sai un cazzo. Non sai nulla e non puoi parlare, cazzo. Perché sei arrivato?! Credevi che arrivavi tu, mi sconvolgevi la vita ed era tutto apposto no! No invece! Arrivi tu e sconvogli tutti i miei piani. Come credi che mi debba comportare eh?! Non sai nulla perché non devi sapere》urla con voce spezzata dai singhiozzi, ma non c'é traccia di lacrime sul suo viso.

Mi spinge indietro con forza.
Sbatto la schiena contro la parete da dove é caduta lei. Alcune pietroline mi cadono in testa cosí mi copro con le mani,prima di spostarmi dolorante.

Lei gira la faccia, evitando di guardare ció che ha causato.

《Vattene》sussura con voce flebile.

《Va bene, me ne vado.》la inganno.

Si gira velocemente vedendomi andare via. Guando si rigira faccio giusto in tempo ad arrivare dietro di lei a sorreggerla quando sviene.

{Scusate l'enorme ritardo. Wattpad mi ha dato tantissimi problemi. Mi ha cancellato la conversazione tra Emily e Louis e l'ho dovuta riscrivere,infatti non é venuta un granché. Perdonatemi ma proprio non mi ricordo le parole e i fatti.

Spero vi piaccia lo stesso.

Ditemi cosa ne pensate, con qualche consiglio o critica ecc.

Continuo a 20 voti e 100 visualizzazioni❤

Martina}

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