Quello che non sai di me
01. Emily
Capitolo 1
Sono le otto di mattina, é tardi.
La sveglia non ha suonato e sono in ritardo per il mio appuntamento mattutino.
Afferro in fretta la mia Nikon, mi metto il giubotto, metto le chiavi di casa in tasca ed esco.
A quest'ora i bambini vanno a scuola e devo fare di tutto pur di non farmi notare.
A passo svelto percorro la strada che porta verso il paese, staccato rispetto a casa mia.
Per poter arrivare alla scogliera devo attraversare tutta l'isola e passare quindi per il paese.
Di solito verso le sette sono appena uscita di casa, ma oggi il Fato ha voluto che la mia sveglia non suonasse.
Sento giá gli schiamazzi dei bambini che giocano nel cortile della scuola aspettando il suono della campana.
Mi incammino nella via principale, impossibile da evitare.
Essendo un piccolo paesino in una piccola isola, la maggior parte delle attivitá sono concentrate in questa zona.
C'é una grande piazza, il comune con affianco il municipio, una fontana che funge anche da rotonda ed anche una scuola comprensiva (elementare, medie, superiori) di dimensioni ridotte.
Come prevedevo, la piazza è strapiena, tra bambini che si rincorrono, ragazzi in motorino, mamme che si affrettano a prendere il panino ai propri figli, genitori che si fermano con la macchina a metá strada per far scendere i propri figli.
Per questo odio andare a quest'ora. Troppa gente, troppa confusione, troppo rumore,troppi sguardi, troppi sorrisi, troppi occhi felici.
Troppo tutto.
Sono abituata a vivere da sola in una casa fin troppo grande per una ragazza di ventidue anni, con un gatto che va e viene, ed una macchina fotografica capace di racchiudere in una sola foto le mie emozione trasmesse in un paesaggio e nelle sue sfumature le diverse pieghe che ha preso la mia vita.
É inutile dire che passo inosservata, perché mentirei spudoratamente.
Non mi faccio vedere spesso in giro, sono una che non parla molto e che non socializza.
Probabilmente in paese si raccontano diverse storie fasulle sui miei conti o sul fatto che in casa mia ci siano fantasmi.
Niente di piú falso.
Solo, non sono una persona socievole o che ama avere gente attorno o anche ricervere l'attenzione di qualcuno.
Faccio la fotografa, se si puó dire cosí, di professione.
Se qualcuno in paese ha bisogno di un servizio fotografico o di stampare una foto viene da me.
Il mio studio, fortunatamente per loro, non si trova dentro la mia casa ma bensí dall'altra parte dell'isola dove c'é appunto la scogliera dove mi sto dirigendo.
Quando sono arrivata qui, quattro anni fa, ho comprato questa casa che puó sembrare cadere a pezzi ma a me personalmente piace perché non é come sembra.
Comunque quando l'ho comprata, la signora esasperata che voleva liberarsene mi offrí anche una piccola casetta, che un tempo era un faro, nel promontorio in cui si trovava la mia amata scogliera a strapiombo sul mare.
Comunque, tornando al presente..
Ho attirato diversi occhi indiscreti. Molti in paese hanno sicuramente sentito parlare di me ma in pochi mi hanno vista di persona, si aspettavano forse il Grinch?
Le loro facce danno a vedere l'enorme stupore.
Tutta questa attenzione per una che non ne vuole? Bah.
Accellero il passo camminando a testa bassa.
Mi dirigo verso la panetteria, dove poi posso girare strada per dirigermi a nord.
Una bambina aspetta la mamma che le prende il panino. Non ci faccio molto caso.
《Tu sei la ragazza della casa dei fantasmi?》 Mi chiede innocentemente.
Non mi offendo, è solo una bambina, non sa la veritá. In realtá nessuno la sa ma sono dettagli.
La mamma appena si accorge di me si scusa immediatamente.
"Alice! Mi scusi, non sa di cosa sta parlando" cerca invana di rimediare.
"Non si preoccupi, é solo una bambina" rispondo con voce vuota, andando dritta per la mia strada, disinteressata verso il mondo che mi circonda.
Giro strada mentre sento il rumore di un motorino seguirmi.
《Hai bisogno di un passaggio?》 Mi chiede un ragazzino fin troppo giovane per guidare, ammiccando.
《Pensa a non romperti la testa con quel coso, al posto di pensare a me》rispondo acida senza girarmi.
Lo sento tornare indietro fortunatamente.
Esco finalmente dal paese e percorro lo stretto sentiero di campagna che mi porta sino alla scogliera.
Gli schiamazzi diminuiscono, sembra che ad ogni mio passo mi estraneo ancor di piú dal mondo che mi circonda.
É un'abitudine, credo.
Guardo davanti a me, il cielo oggi é spettacolare.
Scorgo una figura, proprio dove mi metto solitamente io,nel punto piú alto della scogliera.
Accellero il passo fino ad arrivare nel mio studio.
Non entro, mi posiziono alle spalle dell'uomo che non si é ancora accorto di nulla e dico
《Lei chi sarebbe, scusi?》
Lui si gira lentamente e mi fissa attentamente.
Non posso fare a meno di notare la somiglianza tra i suoi occhi e il mare.
Il colore é lo stesso, trasmettono la stessa profonditá indecifrabile.
Vuoti quasi quanto i miei.
《Mi chiamo Louis, Louis Stasi. Piacere》disse formalmente tendendomi la mano, spostando gli occhi su tutto il mio corpo, facendo spuntare un sorriso malizioso sul suo viso.
Non strinsi la sua mano, ma anzi lo guardai truce, con disgusto.
《Cosa vuole?》
{Ciao a tutte. Questa é la mia nuova storia. Spero vi piaccia.
(La protagonista si chiama Emily)Appunto i capitoli non avranno un nome ma ci sará il numero del capitolo seguito dal Pov.
Spero che la storia vi piaccia.
Fatemelo sapere in qualche commento o voto.
Vado.
Un bacio, buon anno e Natale anche se in ritardo❤
Mar_for_life}