Quello che non sai di meEmily
Capitolo 6
La sveglia continua a strillare nel mio orecchio e non posso fare a meno di prenderla e sbatterla contro il muro.
Sento il rumore della plastica urtare la parete e cadere a terra, ma per fortuna non c'é il frantumarsi in piccoli pezzettini che si sparpagliano per tutta la stanza e mi danno piú irritazione di quanta ne ho giá.
Non mi va, inoltre, di andare di nuovo in quel supermercato con la gente che mi fissa in continuazione.
Lentamente apro gli occhi e mi fermo a fissare il soffitto..
Nulla.
Non sento assolutamente nulla.
Se non fosse per il mondo che si sta pian piano svegliando, fuori da questa casa, penserei di essere morta e di trovarmi all'inferno.
All'inferno, certo. Non sono degna del paradiso.
Nessun dolore al petto, per la mancanza di qualcuno o rimorso per azioni di cui mi pento. Di cosa dovrei pentirmi daltronde? Tutto ció che di male ho fatto é dovuto agli altri.
Saró egoista ma non ho intenzione di prendermi colpe che non ho.
Forse sono gli anni vissuti, che poi vissuti non sono.
Passare l'intera adolescenza sui libri mi ha fatta diventare una Leopardi in versione femminile, solo che io non ho mai condiviso con gli altri i miei pensieri.
Preferivo trovare in un libro ció che mi avrebbe potuto aiutare nella vita.
Non sono mai riuscita a trovare il libro giusto.
Mai nessun libro é stato in grado di insegnarmi ad essere felice.
In realtá non ho mai provato fin in fondo la felicitá.
Avevo proggettato la mia intera vita.
Pensavo che stando ore ed ore a studiare avrei avuto piú possibilitá per un lavoro. Ogni volta che al telegiornale sentivo di persone che avevano perso il lavoro per via della crisi mi ripetevo che a me non sarebbe successo, se avrei continuato ad impegnarmi totalmente in ogni cosa che facevo sarei andata in alto.
Sognavo chissá cosa. Poi é successo l'inevitabile e per ragioni nulle mi sono ritrovata nell'ultimo posto in cui sarei mai voluta stare.
Ed ora eccomi qui: una studentessa modello, diplomata in un liceo classico Europeo, trentott'ore di scuola alla settimana, specializzazione in lingue, il massimo dei voti in tutte le materie, diverse borse di studio, la possibilitá di poter entrare in ben tre universitá a numero chiuso, infelice. Avevo la possibilitá di fare la vita che ogni genitore sogna per il proprio figlio, ma sono sempre stata strana nelle scelte.
Avevo fatto tutto quello per un sogno, che si era poi rivelato un incubo.
Potrei perfettamente essere una responsabile di un hotel, o lavorare nel settore dei trasporti come hostess, per esempio, invece sto in quest' isola, sola, senza un lavoro ufficiale, senza una famiglia, degli amici e sicuramente senza un fidanzato, mentre mi nascondo da qualcosa piú grande di me.
Non so nemmeno io come ci sono arrivata. Un equivoco ha stravolto la mia vita. Non ho potuto fare niente ed ho imparato ad accontentarmi di poco.
***
La mia solita routine inizia.
Continuo a guardare per terra. É buffo come, il sentiero che sto percorrendo abbia giá il suo futuro scritto, senza la possibilitá di poterlo cambiare.
Ha un inizio preciso, continua tra le erbacce e si fa strada, arriva verso la parte rocciosa dove il suo cammino é piú oscurato, gli arbusti cresciuti in mezzo ti ostacolano la strada e puoi facilmente confonderti e prendere una strada sbagliata e perderti, non sapendo piú dove andare, aspettando che qualcuno arrivi e ti salvi; una volta finita la parte piú difficile si arriva in alto, ma non sino alla vetta, il tracciato é piatto, sempre uguale, monotono, la fine sembra sempre piú lontana e ti viene voglia di fermarti e tornare indietro perché la pigrizia prende il sopravvento, ma se continui allora sí che avrai la vittoria. Quando vedi che il sentiero diventa sempre piú confuso e non capisci se è la fine o no, ti fermi e ti guardi attorno. Devi scegliere le diverse vie da percorrere. C'é chi sceglie quella che porta verso la spiaggia, chi quella che porta verso il piccolo laghetto, chi quella verso il molo dove ci sono i pescatori. Io invece prendo quella piú difficile, devi salire ancora, a guardarlo da giú sembra irragiungibile e dici giá di no, ma ho capito che le cose irragiungibili mi attraggono. É un po'come prima, la parte rocciosa, solo ancora piú faticosa.
Ferirsi é inevitabile ma non pensi alle ferite quando hai in mente il tuo obbiettivo. Continui, indifferente verso il dolore perché sai che quello che raggiungerai ti ripagherá di tutto, cosí continui e appena credi di aver raggiunto la fine ti fermi. Per quanto bello possa essere non é quello per cui hai lottato e allora continui e finalmente.. ci arrivi.
La vita é fatta proprio cosí, c'é tutto un percorso prima di arrivare alla felicitá.
Mi guardo intorno per osservare la meraviglia che mi circonda.
La striscia dell'orizzonte é di un rosso fuoco spettacolare, sorge da dietro il promontorio dove si trova il porto ed illumina tutte le finestre delle case che si trovano lí. I colori vanno a sfumarsi in tutto il cielo in diverse tonalitá di arancione, giallo, rosa e celeste, altrernandosi alle piccole nuvolette che tappezzano il cielo come le pecore in un prato.
Uno spettacolo mozzafiato che non smetterá mai di sorprendermi e lasciarmi a bocca aperta.
Non smetteró mai di amarlo, é qualcosa che mi appartiene da sempre, fa parte di me. Forse, é semplicemente questa la mia felicitá.
Guardo verso il mio studio e ritorno alla realtá quando vedo Louis nello stesso punto in cui si trovava due giorni fa.
E ora?
{Heyy ciao a tutte. Scusate l'enorme ritardo. Dovevo aggiornare un giorno si e uno no, avrei dovuto aggiornare martedí, scusate.
Comunque ho avuto un bel po'di problemi, sia con la scelta della scuola(le superiori) che con le numerose verifiche che nel giro di due settimane arrivano a dieci. -_-
Comunque volevo ringraziarvi ancora per i commenti-voti-visualizzazioni. La storia sta crescendo tantissimo, vi ringrazio immensamente
Volevo dire che questo capitolo mi é venuto da una riflessione che ho fatto questa settimana sulla vita. Senza questa riflessione avrei fatto una schifezza ma dettagli ahah.
Avvisatemi se ci sono eventuali errori, non ho molto tempo per rileggere.
Ripeto che piano piano sto cercando di leggere tutte le vostre storie. La mia biblioteca arriva anche a 50 storie e io non sono una maga ahah.Spero che il capitolo vi piaccia.
(La foto allegata mostra il paesaggio che lei vede)
Va beh niente, ciao
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