02.Emily

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Quello che non sai di me

Emily

Capitolo 2

Il suo sguardo é divertito e non posso non odiare il ghigno che ha stampato in faccia.

Non ha capito nulla.

Lo squadro dalla testa ai piedi, tenendo uno sguardo truce, senza mai incorntrare i suoi occhi.

Non posso evitare di provare ammirazione verso ció che sembra.

Non ho problemi ad ammettere che é un bell'uomo, anzi ragazzo dovrei dire visto che credo abbia solo qualche anno in piú di me.

É alto, molto piú di me. La sua figura troneggia, in confronto alla mia.

Guardo dietro di lui, verso il mare agitato, proprio come i miei occhi e la mia anima.

Il vento soffia forte e se non fossi in questa minuscola isola, penserei al maestrale che amavo tanto da piccola.

I capelli vengono trasportati all'indietro dalle forti ventate, ma non batto ciglio aspettando la risposta di questo sconosciuto che dice di chiamarsi Louis.

《Devo fare delle foto per un progetto di lavoro che mi hanno assegnato. Stavo cercando il punto piú adatto per scattare le foto e credo che sia sicuramente questo.》risponde guardandomi in faccia, senza peró essere ricambiato.

《Qui ci vengo io. Questo posto é mio. Non vede lo studio? Ci vengo io qui per fare le foto, quindi se ne puó anche andare, non voglio gente in mezzo ai piedi.》sbotto irritata. Crede davvero di poter venire qui e prendersi ció che é mio da anni?

Sono sempre stata una persona possessiva e non ho intenzione di mollare quello che mi ha dato una ragione in tutti questi anni. Io qui ho vissuto; anche se sono solo quattro, gli anni che ho passato qui, sono stati gli anni piú liberi della mia vita dove potevo fare finalmente ció che volevo senza che nessuno pretendesse nulla da me.

Sarebbe strano continuare il mio progetto, che consiste di fotografare ogni giorno lo stesso paesaggio, (piú volte ma alle stesse ore, per poter cogliere le differenze meteorologiche, le sfumature del cielo e del mare, l'abbassamento delle nuvole, le diverse sfumature della vita che questa scogliera mi da*) con un estraneo.

Non riuscirei a fare il mio lavoro con gente intorno e soprattutto il mio nuovo proggetto di cogliere in una fotografia le maschere di ognuno di noi sarebbe impossibile da realizzare.

Non lo sopporterei!

Non sono piú abituata ad avere gente intorno, non lo sono mai stata in realtá, ma comunque non voglio un estraneo nella mia scogliera. Proprio no.

《Scusi se la contraddico ma, a me non sembra ci sia un recinto che delimiti questa zona. Solo quello é di sua proprietá》 dice indicando il mio studio《la scogliera non é sua quindi non puó impedirmi di venire qua, quando voglio.》risponde con un sorrisino soddisfatto stampato in faccia.

Mi sto seriamente irritando, lui mi sta irritando.

Perché non puó semplicemente andarsene da un'altra parte a fare le sue stupide foto per il suo fottuto lavoro?!

《Senta,》sospiro cercando di calmarmi per non urlargli in faccia 《in questo posto ci vengo solo io, da quattro anni. Sono qui ogni giorno, quattro volte al giorno.

Non sono una persona socievole e, non si offenda, ma la sua compagnia mi darebbe fastidio, come d'altronde quella di qualsiasi altra persona. Lavoro da sola in quel piccolo studio, tutto il giorno. Non crede sará fastidioso dover condividere questo posto con un estraneo?

E poi secondo lei io dopo quattro anni passati da sola qua senza aver mai fatto avvicinare qualcuno dicendo che era pericoloso, farei stare lei, un completo estraneo che potrebbe perfettamente essere un'assassino ed ammazzarmi in questo preciso istante?

No, grazie.

Sto bene cosí. Ora se non le dispiace dovrei iniziare il mio lavoro, visto che sono in ritardo di un'ora!

Dannazione!》rispondo accendendo frettolosamente la macchina fotografica, sorpassandolo per mettermi al mio solito posto e scattare il mio solito set di fotografie mattutine, dimenticandomi della sua esistenza.

《Aspetti. Le propongo un accordo.

Ho letto sul giornale che c'é un concorso di fotografia. Il vincitore avrá un viaggio di un mese in Thailandia , a svolgere un intero servizio che verrá pubblicato nel giornale nazionale. In questa isola credo che solo io e lei siamo interessati a ció. Se accetterá di partecipare, chi vincerá otterá la scogliera e l'altro dovrá trovare un'altro posto, nel caso nessuno dei due vincerá faremo a turno, per la scogliera.

Le spiegheró i dettagli solo nel caso lei accetti.

Ci sta?》chiede.

Valuto la sua proposta. Non é male l'idea, sono sempre voluta andare in Thailandia , mia mamma mi raccontava che quando era andata lei aveva visto dei tramonti spettacolari. Inoltre ho visto numerosi documentari dove mostravano le bellissime spiagge di cui dispone.

Sarebbe un opportunitá magnifica sia per il mio progetto (potrei confrontare il tramonto qui con il tramonto lí) in campo fotografico, ma anche conoscere una nuova cultura, nuove lingue, abitudini, religioni.

Sono sempre stata una grande viaggiatrice, ma purtoppo ora non guadagno abbastanza per potermi permettere un viaggio.

Sarebbe anche una possibilitá per me. Nel campo umano.

A volte mi chiedo il perché di tutto questo.

Il mio carattere cosí selettivo, scontroso, orgoglioso.

Ho letto da qualche parte che il carattere dipende molto dalle esperienze che si fanno fuori dalla famiglia e l'impatto che si ha con la societá. Beh credo sia vero, ma é troppo dura ammettere che quello stupido incontro mi ha rovinato la vita. Ho promesso a me stessa di dimenticarlo e di andare avanti senza permettere a nessuno di farmi sofffire e per questo l'apatia é stata la via piú semplice.

《A quali condizioni?》chiedo. Basta guardarlo in faccia per capire che vuole delle condizioni, non che io non ne voglia, anzi forse ne voglio piú di lui.

《Mi dica i suoi orari (NA gli orari di quando va a fotografare alla scogliera), cosí potró benissimo evitarli. Poi, mi potrebbe indicare una scorciatoia? Ci ho messo piú di mezz'ora ad arrivare qui dal mio albergo. Ed ultima cosa.. mi dia del tu, la prego》risponda.

Sospiro, sono cosa che posso anche accettare, se voglio vincere questo concorso.

《Non mi ha detto ancora il suo nome..》continua.

《Emily, mi chiami Emily. Dammi del tu.》rispondo girandomi finalmente verso di lui, lasciando la macchina fotografica che é legata al mio collo.

《Okay Emily, ci stai?》 Mi chiede porgendomi la mano che questa volta stringo.

《Ci sto.》rispondo e vedo l'accenno di un sorriso sulle sue labbra 《ma..》 torna di nuovo serio 《ho anch'io delle condizioni..》.

{*non so se é chiaro. Se non lo capite chiedete, spiegheró nei commenti in modo che possano leggere tutti.

Comunque, spero che il capitolo vi piaccia. Non credo continueró subito, ma non assicuro nulla.

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