Oggi ho conosciuto una ragazza fantastica all'università. Studia lettere, ama Shakespeare, Baricco e Leopardi. Vuole avere dei figli. Le piace Dante. Le piaccio io.
Ma come faccio a dirle che io non voglio lei? Come posso dirle che ho avuto una vita prima, che è chiusa in un angolo della mia memoria, sotto la sezione: NON APRIRE. DIMENTICARE QUANTO PRIMA?
Che poi... perché dovrei dimenticare? È stata la parte più bella della mia vita. Io con Sara ho vissuto davvero. Io non la voglio dimenticare. Lei è stata la mia vita per tanto tempo. Sono cresciuto con lei e con i suoi dolcezza. Non voglio dimenticare. Non voglio dimenticarla. Non posso dimenticare la vita che ho passato con lei.
Ma la ragazza dell'università è così viva. Lei c'è. È qui con me. Posso toccarla, abbracciarla. Posso vederla. Non è solo un'idea, un fantasma.
Lei è qui. E forse è anche il mio futuro.
Un futuro presente che lascia libero il passato.
Sarebbe bello.
La ragazza non ha né i capelli rossi di Sara né le sue lentiggini. Non ha nemmeno i suoi occhi chiari.
Lei è bionda. Occhi neri che a stento individui la pupilla. E ha un viso che sembra porcellana.
È bellissima.
Ora, penso di meritarmi un futuro fatto di figli e nipoti, no?
Merito anche io la felicità, benché la mia felicità fosse Sara.
Sara è morta. Devo accettarlo. Anche se è difficile devo andare avanti.
La ragazza si chiama Alice e ha un po' la testa tra le nuvole. È sempre spaesata ed è ingenua.
Potrei farle tanto male.
Non voglio farla soffrire, ho paura di combinare casini.
Lei è così perfetta.
Non voglio.