capitolo 11

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Oggi ho conosciuto una ragazza fantastica all'università. Studia lettere, ama Shakespeare, Baricco e Leopardi. Vuole avere dei figli. Le piace Dante. Le piaccio io.

Ma come faccio a dirle che io non voglio lei? Come posso dirle che ho avuto una vita prima, che è chiusa in un angolo della mia memoria, sotto la sezione: NON APRIRE. DIMENTICARE QUANTO PRIMA?

Che poi... perché dovrei dimenticare? È stata la parte più bella della mia vita. Io con Sara ho vissuto davvero. Io non la voglio dimenticare. Lei è stata la mia vita per tanto tempo. Sono cresciuto con lei e con i suoi dolcezza. Non voglio dimenticare. Non voglio dimenticarla. Non posso dimenticare la vita che ho passato con  lei.

Ma la ragazza dell'università è così viva. Lei c'è. È qui con me. Posso toccarla, abbracciarla. Posso vederla. Non è solo un'idea, un fantasma.

Lei è qui. E forse è anche il mio futuro.

Un futuro presente che lascia libero il passato.

Sarebbe bello.

La ragazza non ha né i capelli rossi di Sara né le sue lentiggini. Non ha nemmeno i suoi occhi chiari.

Lei è bionda. Occhi neri che a stento individui la pupilla. E ha un viso che sembra porcellana.

È bellissima.

Ora, penso di meritarmi un futuro fatto di figli e nipoti, no?

Merito anche io la felicità, benché la mia felicità fosse Sara.

Sara è morta. Devo accettarlo. Anche se è difficile devo andare avanti.

La ragazza si chiama Alice e ha un po' la testa tra le nuvole. È sempre spaesata ed è ingenua.

Potrei farle tanto male.

Non voglio farla soffrire, ho paura di combinare casini.

Lei è così perfetta.

Non voglio.

il futuro nei nostri passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora