capitolo 4

10 0 0
                                    

Il puzzle Sara si ostinava a non volersi rivelare. Aveva una specie di corazza che teneva sul suo corpicino fragile. Forse era stata fatta a pezzi.

-Io scendo qui.

-Okay. Ci vediamo domani.

-Matteo.

-Si?

-E se, tipo, ci vedessimo oggi pomeriggio?

-Boh va bene. E dove mi porti?

-Sorpresa.

-Mi piacciono le sorprese. A dopo.

-A dopo.

Ero nel panico più totale. Che mi sarei messo? Camicia e felpa? Maglietta e jeans? E i capelli? Che ci avrei fatto? E se non le piacevo? Le scarpe? E se io mi vestivo elegante e lei mi portava al parco? Oppure che mi vestivo da basket e lei mi portava al cinema?

I dubbi non mi abbandanavano. Non ero mai stato cosi insicuro di me. Era lei a rendermi insicuro.

Cavolo se mi piaceva.

Alla fine ho optato per camicia blu e jeans.

Spero che per lei conti qualcosa.

Dovevamo trovarci davanti a scuola alle cinque.

Io ero lì dalle quattro. La mia dannata ansia.

A ogni persona che arrivava sollevavo lo sguardo dal mio libro e speravo fosse lei.

Anche se i suoi passi li avrei riconosciuti tra mille.

Eccola. È lei. Oddio.

Mi sento così inadeguato. Lei è bellissima, come solito.

Ha un vestitino nero con dei piccoli fiorellini colorati e un paio di all star che una volta dovevano essere state bianche.

Non c'era segno di trucco, sul suo viso. I suoi bellissimi capelli erano raccolti in una treccina disordinata dalla quale uscivano dei ricci. Quanto avrei voluto giocherellare con i suoi capelli. Quanto avrei voluto accarezzarle il viso. Ma avevo lautar di romperla. Non so perché. Era forse per quel motivo che non riuscivo nemmeno a sfiorarla, per quanto lo desiderassi.

-Allora, andiamo Dolcezza?

Dolcezza? Eh?

-Si. Andiamo.

il futuro nei nostri passiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora