-Allora, dove mi porti di bello?
-Ti ho già detto che è una sorpresa. Non fare più domande. Oppure sarò costretta a bendarti.
-Sul serio?
-Si.
-Non ci credo.
-Mettimi alla prova e vedi che fine fanno i tuoi bei occhietti brillanti.
Pensa che ho dei bei occhi! Se solo potesse sapere che i suoi sono più belli di qualsiasi altra stella di tutto l'universo e che brilla più del sole.
-Okay. Siamo arrivati.
Ci credete? Sapete dove mi aveva portato? In una libreria.
Da fuori sembrava uno di quei negozietti di antiquariato, con le scritte d'oro, gli stipidi intagliati e le vetrine con le scritte colorate.
A lei brillavano gli occhi. E mi guardava aspettando una reazione.
-Entriamo?
-Si.
C'era un odore di libri vecchi, carta, casa e fantasia. Era il posto migliore di tutta la nostra stupida città.
-Ciao Sara!
-Ciao Fabio!
Il libraio all'ingresso la saluta. Devono essere amici. Questo tipo non mi sta simpatico.
Si abbracciano e so baciano, come se si conscessero da sempre. Do un colpo di tosse, forse si erano dimenticati.
-Fabio, questo è Matteo.
-Piacere.
-Piacere mio.
Come no.
-Andiamo a dare un'occhiata in giro.
-Okay, fai come se ci abitassi.
-Tranquillo, Bellezza. Tratto i libri meglio delle persone.
-Lo so, Tesoro.
Bellezza? Cosa? Allora 'Dolcezza' era solo una cavolata scherzosa buttata li. Uffa, io ci speravo.
Lei girava tra gli scaffali come se ci fosse nata. Era casa sua. Li, era la vera Sara. Quella che solo lei vedeva. Quella che era senza la corazza.
E io non guardavo i libri bellissimi, ma guardavo lei. Era così felice.
-Ti piace, Matte?
-È bellissima.
-Lo so. Non è il posto migliore del mondo?
-No.
-Come no?
-No.
-E quale sarebbe?
-Non te lo dico.
-Fai il difficile?
-No. Non te lo voglio dire.
-Uffa. Perché?
-Lo scoprirai.
- Ma lo voglio sapere adesso!
-Che palle!
-Tu sei una palla!
E ci mettemmo a ridere. Un coretto di risate cristalline che si completano perfettamente.
Avevo trovato la mia metà.
E non l'avrei mai, mai, lasciata.