Passarono giorni, settimane, mesi da quella lezione.
E più i giorni, le settimane ed i mesi passavano, più Sara ed io ci univamo.
Stavo riuscendo a comporre finalmente il puzzle che era Sara. Piano piano si stava rivelando.
E anche io mi stavo aprendo, con lei.
Eravamo perfetti. Perfetti.
Ma cos'è la perfezione? Io e Sara. Io e lei siamo la perfezione.
Avevo trovato la mia metà.
Ed era così perfetta.
Ci innamorammo, ogni giorno più del precedente. Io la amavo già dal pomeriggio dell'autobus, ma non importa.
Era l'altro capo del mio filo rosso.
Il filo rosso è una vecchia leggenda giapponese, secondo la quale si è legati ad una persona fin dalla nascita da questo filo rosso. Il filo è invisibile, ma non importa quanto si è lontani o quanto si è vicini. Il filo si ricongiungerà sempre, prima o poi.
E Sara era l'altro capo del filo.
L'ho capito una sera.
Eravamo a casa da me e stavamo guardando un film. Il film era triste e lei piangeva. Mi disse che voleva un amore come quello dri protagonisti. Io le risposi che c'ero io.
Lei sorrise. Un sorriso piccolo, impercettibile, perfetto.
E io le baciai quel sorriso.
La baciai con una delicatezza sovraumana. Avevo così paura di romperla. Paura che fosse solo un sogno. Paura che non fosse reale.
Ma lei lo era, grazie al cielo, era reale.
Mi disse 'ti amo' tra un bacio e l'altro.
Io la guardai negli occhi, ma più che guardarle il viso le leggevo l'anima.
Le risposi che la amavo anche io e da quella sera non ci siamo più lasciati.
Eravamo sempre insieme, sempre.
Eravamo come il pane e la nutella, come il burro e la marmellata.
Eravamo bellissimi. Tutti ci invidiavano.
Lei era ogni giorno più bella.
La portai in giro per la città, in tutte le librerie, in ogni gelateria e in ogni parco.
Le promisi viaggi che sapevo e sapeva che non ci sarebbero mai stati, ma era bello crederci.
Parlavamo di futuro, addirittura di figli, di matrimonio.
Cavolo, dei ragazzini di 16 anni a parlare di matrimonio.
Ma lei era cosi matura, così già adulta.
E a me piaceva parlare con lei.
Voleva due bimbi, un maschio e una femmina.
Lui si sarebbe chiamato Giacomo (come Leopardi, il suo 'secondo amore dopo di me') oppure Alessadro (come Baricco, altro grande amore).
Lei Beatrice, come la Beatrice di Dante, per ricordarsi la lezione che aveva dato una svolta alla sua vita.
Sapevamo che era assurdo, ma ci piaceva.
Ci fidanzammo una sera di gennaio, sotto la neve.
Le promisi amore, rose, coccole e libri.
Lei mi promise fedeltà, amore, dolcezza e pizza.
Le dichiarazioni d'amore più belle del secolo.