La ragazza sale sul mio stesso autobus.
Noto che non mi stacca gli occhi di dosso. Chi sa che vuole? Forse mi ha visto in giro. Forse non ha nulla da fare. Mi infastidisce che lei mi fissi in quel modo. Non sono mica un pezzo di carne...
Tira fuori le cuffie dalla tasca del suo giubotto verde, le collega al telefono e non smette di guardarmi.
Arrivo a scuola. Lei scende con me.
-Ci conosciamo?
Le chiedo, quando vedo che continua a seguirmi.
-No, non credo. Io sono Sara. Piacere.
-Matteo.
-Sei a scuola con me?
-Non so, sono appena arrivata. Sei allo scientifico?
-Già. 1 E. Tu?
-Credo anche io.
-Preparati, la nostra è una classe di idioti, ma non sono cattivi.
-Speriamo, io non ho un bel rapporto con i miei vecchi compagni.
- Perchè?
-Preferisco non parlarne.
-Okay, come vuoi.
-Grazie.
-Siamo arrivati.
-Okay.
La proff entra in classe, con il suo libro sottobraccio. Amo la mia proff di italiano.
-Abbiamo una nuova ragazza! Che piacere, io sono la proff di italiano, Caldani.
-Io mi chiamo Sara.
-Da che scuola vieni?
-Non sono di qui.
-Okay. Vuoi parlarci un po di te?
-No, preferisco di no. Ma grazie per l'interessamento.
-Come vuoi, Sara. Allora, oggi parliamo di poesia.
E inizia la lezione. Io e Sara ci continuiamo a guardare sottecchi. Devo dire che è veramente molto simile alla ragazza del mio sogno, anche se è del tutto impossibile.
Sara è molto bella. Ha un viso splendente. So di averlo già detto quelle venti volte, ma è così. Lei è bella davvero.
Alla fine della lezione si allontana, da sola. E io le vado in contro.
-Ehi.
-Ehi.
-Piaciuta la lezione?
-Si, molto.
-Andiamo in autobus?
-Si, okay.
-Andiamo, altrimenti lo perdiamo.
-Va bene.
E corriamo verso la fermata.