Prologo

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Era come... come una botta. Una botta fortissima. Non penso si possa spiegare e sinceramente non sono ancora in grado di spiegare. Nonostante siano passati più di dieci anni, ancora quel momento si manifesta come un buco nero nella mia mente, come uno spazio vuoto. Prima ero là... e poi? Beh poi non c'ero più. Ora mi voglio risparmiare inutili tentavi di spiegazione del perché una ragazza ventenne si ritrovi in un ospedale, e del perché successivamente questa ragazza sia costretta a vivere in una specie di manicomio. Me li risparmi eccome.

Sono morta? Purtroppo no. La morte probabilmente sarebbe stata la scelta che avrei compiuto più volentieri. Morire sarebbe stato curioso. Magari avrei potuto osservare quello che facevano i miei amici, sotto forma di fantasma, oppure avrei potuto cavalcare unicorni rosa parlando con coniglietti (rosa anche loro) riguardo alla difficile scelta tra le caramelle gommose e le gomme da masticare, questione che sicuramente sarebbe stata la più difficile da affrontare durante la giornata. Morire è anche imbarazzante però. Insomma quando muori le persone si devono occupare dei tuoi effetti personali, di tutto ciò che è tuo. Ma sicuramente morire è meglio che rimanere in vita dopo un incidente come il mio.

Ho perso tutto. Ho perso la mia famiglia e ho perso la voglia di vivere. Dopo l'incidente sono stata ricoverata e i medici sono riusciti a salvarmi, anche se ho dovuto sacrificare una gamba. Dopo l'intervento, quando ho saputo che non avevo più nessuno, ho perso l'uso della parola. Non ho più parlato. Sono stata sulla mia sedia a rotelle, sempre più in basso rispetto agli altri e tutti hanno pensato che come effetto post-trauma io avessi perso la facoltà di parlare. In realtà sapevo benissimo come parlare, solo ho realizzato che non ne valeva la pena. Considerandomi come un caso perduto sono stata mandata in una specie di ospizio dove ho vissuto con altri ragazzi o adulti che come me avevano dei problemi. Ma loro li avevano davvero.

Me lo ricorderò per sempre quell'edificio. Visto da fuori era triste, spoglio e cupo. All'interno aveva una segreteria circondata da muri azzurri, che davano un idea di ospedale. Una cosa vomitevolmente banale. C'erano tantissime camere tutte attrezzate con le apparecchiature mediche nesessarie. La casa di cura era popolata da tantissimi ragazzi. Alcuni dei quali erano simpatici lo giuro.

La cosa spettacolare? Avrei voluto urlare "HEY GENTE IO SONO QUA, IO PENSO SONO ANCORA IN GRADO DI PENSARE SOLO NON NE HO VOGLIA COME NON HO VOGLIA DI PARLARE!"

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