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Anna
10/09/2018Il mare si stava scontrando con forza contro gli scogli, come se volesse davvero fargli del male. Ma non si sentiva il frastuono di un mare in tempesta, anzi, lo faceva silenziosamente. Sembrava che non volesse far sentire alla gente che stava cercando di ferire gli scogli. Loro, però, erano più forti di quanto il mare avesse pensato, quindi non si distruggevano quando esso si infrangeva contro di loro. Probabilmente, è per questo motivo che il mare ogni volta che bagnava gli scogli con più energia di prima.
Tutto questo senza emettere nessun rumore disturbante, ma anzi, mi rilassava quel suono, e quella chiave di lettura che avevo dato al paesaggio che vedevo mi piaceva. Mi piace vedere il mare, pensare a quello che si celava dietro quella linea che noi chiamiamo orizzonte ... mi piace pensare che il mare fosse stato creato per essere interpretato dalle persone, in tutti i modi. Credevo che per il mare fosse divertente sentire tutte le chiavi di lettura che gli si può dare, come ad esempio, la mia.
Ho sempre pensato di essere una buona compagnia per il mare: ogni giorno gli raccontavo qualcosa, perché sostenevo che ciò che non può obiettare sia la migliore opzione per sfogarsi.
Di solito associo il comportamento del mare a quello che mi succede, ma quel giorno non c'era neanche una piccola parte della mia vita in quello che vidi nel paesaggio. Questo succede quando non c'era niente che mi preoccupava o per cui mi sentivo triste. Diciamo che mi succedeva solo quando stavo bene, ed in quel momento, probabilmente mi sentivo così: ero sola, in riva al mare. Il sole stava per tramontare, erano quasi le 20:00, ed il mare stava per tingersi dei più bei colori che la natura potesse creare, e stavo aspettando solo quello. Avevo bisogno di godermi un bel tramonto in riva al mare, senza sentire la voce di nessuno, neanche la mia.Credo che il mare sia l'unica cosa che mi ha fatta innamorare fin dalla prima volta che l'ho visto. Ai miei genitori non è mai piaciuto davvero, soprattutto a mio padre.
Fino ai quattordici anni, sono stata a Milano. Adoravo quella città, credevo fermamente che quella fosse la città più bella d'Italia, l'unica in cui sarei stata per sempre. Avevo tutto ciò di cui avevo bisogno: la mia scuola, i miei compagni di classe e, la più importante, la palestra dove facevo pallavolo. Amavo quello sport, lo amavo alla follia. E volevo tantissimo bene alle mie compagne di squadra, passavo più tempo con loro che con i miei genitori. Le consideravo una seconda famiglia, e con loro parlavo di tutto. Erano le uniche persone che, nonostante gli dicessi tutte le cose che mi succedevano, non mi hanno mai giudicata. Tranne quando feci coming out come lesbica. Da quando glielo dissi, iniziarono a non invitarmi più alle cene, mi ignoravano nei gruppi e non mi consideravano agli allenamenti. Tutte hanno iniziato ad ignorarmi. Tutte tranne una: Nicole. Era la mia migliore amica, ogni pomeriggio trovavamo sempre un po 'di tempo per stare da sole, senza le altre ragazze. Ma non può essere tutto perfetto: io ero innamorata di lei, la ho amata dalla prima volta che la ho vista. Non scorderò mai i suoi meravigliosi riccioli biondi, che non riusciva mai a gestire: ad ogni allenamento le cadevano semper due ciuffi dalla crocchia, e le coprivano semper quei suoi bellissimi occhi verdi: ogni volta che li osservavo mi ci perdevo dentro, e quando ci ripensavo, potevo sentire un brivido lungo la schiena.
Il suo sorriso era meraviglioso: quando sorrideva non potevo non resistere e sorridere con lei. Credevo che fosse il sorriso più bello che io avessi mai visto. Credevo che se il sole l'avesse visto, si sarebbe vergognato di risplendere così poco in confronto a quella curva sul suo viso, che si formava ogni volta che mi vedeva.
Il suo carattere era magnifico, glielo invidierò per sempre! Metteva sempre gli altri al primo posto. Faceva parte delle associazioni che danno cibo ai poveri, consolava le persone quando stavano male, donava un sorriso a chi non lo aveva più. Era una di quelle persone semplici, che sorridono ai bambini quando li incontrano per strada, o che si rotolano dalle colline, senza pensare a quanto potessero rovinarsi i loro capelli.
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300 km
Teen FictionAnna e Gioia sono due ragazze totalmente diverse, a 300 km di distanza. Forse sarà proprio questo che le farà innamorare...