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Gioia
18/09/2018

Erano passati ormai otto giorni da quando iniziai la scuola. Tutti i miei compagni di classe già conoscevano il mio nome e mi seguivano su Instagram, alcuni avevano pure trovato il mio numero di telefono. Odiavo avere una sorella che in una settimana si fosse già fatta conoscere da tutti nella zona...
Andava tutto abbastanza bene a scuola, nella misura in cui per fortuna pochissima gente mi considerava quella nuova, e anzi mi sembrava strano che nessuno mi avesse ancora chiesto perché non somigliavo a mia sorella. Mi sembravano tutti più educati, ma Livorno continuava ad essere "casa", e per quanto potessi essere a mio agiò nella metropoli, sapevo che niente era compatibile con la mia piccola città toscana.

In classe parlavo con quattro o cinque ragazze durante l'intervallo: mi avevano detto che mancava una ragazza in classe, e che sarebbe tornata dopo qualche mese per via di un intervento: si era operata ai polmoni, e doveva restare in ospedale perché i dottori non sapevano se avesse sviluppato degli effetti collaterali. La maggior parte del tempo lo passavo con Santiago: stavamo legando molto, e avevamo scoperto che avevamo molti interessi in comune. Ogni mattina andavamo a scuola insieme con il suo motorino rosso, e devo dire che mi sentivo molto fiera, perché diceva che ero l'unica ragazza che ci sarebbe mai salita. Mi piaceva stare con lui, incarnava perfettamente la mia idea di amico che non ho mai avuto, anche se era chiaro che lui non voleva minimamente un'amicizia...

Quel giorno, il 18 settembre 2018, la Professoressa della prima ora annunciò fieramente che il progetto poteva partire, e che noi ragazzi potevamo iniziare a scrivere le lettere. Disse che le firme erano tutte corrette, e che era fiera dei ragazzi che avevano deciso di "mettersi in gioco". Vennero distribuite delle fotocopie di una circolare dove veniva fornito ad ogni persona le informazioni del futuro "amico-di-penna", e la curiosità si faceva strada dentro di me, a tal punto da maledire la me del passato che aveva deciso di sedersi all'ultimo banco!
Appena mi venne consegnato il foglio, saltai subito la parte in cui facevano le veci di mille articoli del regolamento scolastico e della privacy ed arrivai subito alla parte per me interessante. Il nome della ragazza con cui avrei comunicato era "Anna Zanchi". Lo ripetei quasi ad alta voce per due o tre volte, e mi resi conto di quanto suonasse bene. Nella mia testa, per tutte e cinque le ore, il nome di quella ragazza regnava sovrano: ero così curiosa di scoprirla, non vedevo l'ora di inviarle la prima lettera. Continuavo ad immaginarla, continuavo a pensare che origini avesse, se fosse simpatica, se fosse felice...

Più motivata che mai, appena uscii da scuola inviai un messaggio a Santiago dicendogli che sarei corsa a casa, o magari che avrei preso un autobus, e senza curarmi della risposta spensi il telefono e mi corsi a casa. Arrivai sudata e affamata, avevo solo mangiato una barretta di cioccolato alle 12:00 e avevo attaccato una rincorsa per quasi dieci minuti senza mai fermarmi, solo per qualcuno che allora era solo un nome scritto su un foglio. Mi feci la doccia più rapida del mondo, mi stropicciai i capelli con un asciugamano e appena restarono umidi infilai una maglia e lasciai all'aria il compito di asciugarli. Mi cucinai un pranzo veloce e fuggii in camera per scrivere la Prima Lettera. Sembrava così bello, ma allo stesso tempo così surreale: nessuno scriveva lettere ai tempi di Internet: mi sentivo nel 1800, e da un lato era molto romantico!
Passai i primi dieci minuti a scegliere un foglio bianco e privo di imperfezioni: essendo una persona precisa, volevo che tutto risultasse perfetto.
Foglio scelto, mi posizionai alla scrivania e spostai tutte le tavolozze e gli spartiti che avevo brutalmente lasciato lì la mattina, essendo stata in ritardo. Afferrai la mia penna e nella mia testa risuonò una domanda: "che cosa si scrive ad una sconosciuta?"

Presi un respiro profondo, poi appoggiai la penna sul foglio e iniziai.

Cara Anna.

No. No no no. Troppo formale.
Altro foglio.

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