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Gioia
11/09/2018

Io non credo nei miracoli, ma credo nel destino. Credo fermamente che se una cosa accade, è perché doveva accadere, e ciò che è accaduto è l'unica cosa che poteva accadere. E tutto questo è legato al grande mistero del fato.
Secondo me, anche le persone che si incontrano non sono scelte a caso, ma anzi, è il destino che unisce le anime della gente, e poi sceglie quali rapporti far durare, fondendo le due anime insieme. E così alla fine della vita di una persona, tutte quelle anime che il destino aveva fuso con quella della persona in questione si ricorderanno di lei, quindi in un qualche modo essa non verrà dimenticata: le persone parleranno di l*i, ed alcune persone portano dentro di loro una parte di quella persona, perché il destino ha fuso le anime tra loro, rendendole un qualcosa di unico nel suo genere, come del resto è l'amicizia, o l'amore. Ed è solo a causa del destino che quella mattina di inizio settembre, invece di svegliarmi e bere il mio caffè tranquillamente, mi svegliai alle 8:00, ed esattamente un'ora e mezzo dopo, ero seduta sul seggiolino di un aereo dell'aeroporto di Pisa, per volare verso Milano con mia sorella Eva e mia madre. In realtà, ci spostammo solo per lei, perché aveva trovato un lavoro migliore a Milano, e aveva deciso di trasferirsi lì, distruggendo la vita a me e ad Eva. Perché diciamocelo, noi due avevamo la nostra vita a Livorno, e non si possono distruggere tutti questi anni in una città per un lavoro più pagato, perché comunque ce la passavamo bene anche al centro, e secondo noi non aveva senso andare così lontano, ma è impossibile far cambiare idea a mia madre dopo che ha preso una decisione, quindi la nostra unica scelta è stata muoversi a fare le valigie e a salutare tutti. Per Eva il trasloco non è stato così tragico: lei ha ventidue anni e la metà dei suoi amici studia a Milano, quindi è come se stesse proprio andando incontro alla sua perfetta vita sociale ed al suo perfetto ragazzo, con il quale ha condiviso una relazione a distanza, così sdolcinata da far venire il diabete a qualsiasi umano mentalmente sano. Inoltre, Eva era davvero bellissima: era la figlia del primo marito di mia madre, come lei proveniente dal Kenya, quindi aveva una pelle fantastica, uguale a quella di mia madre, e ancora oggi gliela invidio. Aveva anche dei lineamenti perfetti: due occhi grandi e neri come la pece, e le sue labbra erano perfette: carnose al punto giusto, e sono l'unica cosa che ho ereditato da lei. Anche il suo corpo era fantastico: era alta e magra, aveva due gambe lunghe e del giusto peso. Le sue curve erano perfette nonostante avesse la pancia piatta che le ho sempre invidiato, e ho sempre desiderato i suoi capelli afro: lei li ha sempre odiati, ma le stavano così bene! Li teneva lunghi sulla spalla, e le incorniciavano il volto, dandogli un tono di simpatia e freschezza.
Sarei bella come Eva se solo mia madre non avesse deciso di divorziare e di risposarsi con un uomo bianco; dopo poco tempo lei restò incinta di me. Tutti credevano che sarebbe nata un'altra bambina bella quanto Eva, ma effettivamente non sono riuscita a soddisfare le loro aspettative! Essendo nata da una madre nera e da un padre bianco, ho una pelle che non è né bianca né nera. Questo non mi fa sentire appartenente a niente, e per gli altri non sono mai abbastanza bianca, ma neanche abbastanza nera. Diciamo che quando giro per strada le persone non sanno se trattarmi normalmente o se scappare per paura di essere derubati. E non lo dico perché sono drammatica, ma perché è vero: molte persone mi hanno cacciata dai loro negozi mentre mi davano della ladra, ed altri mi trattavano come "bianca" ma continuavano a chiedermi se mi abbronzassi quando vado al mare, o se avessi preferito essere solo una normale ragazza bianca.
Oltre alla mia pelle, il mio fisico non è neanche paragonabile a quello di Eva: sono alta un metro e sessanta, e le mie gambe non sono perfette come le sue, basta solo guardare le mie cosce tonde per accorgersene (no, non pensate che lei è più grande, perché aveva le gambe perfette anche quando aveva la mia età). Inoltre, invece di avere i capelli afro come lei, ho i capelli mossi e color castano scurissimo. Non sono così tanto male, ma avrei preferito avere i capelli come i suoi, almeno le persone mi avrebbero considerata africana e non un punto interrogativo.
Per quanto riguarda gli occhi erano una delle poche cose che mi piacevano del mio fisico: erano così neri, li adoravo! E adoravo anche le mie labbra, le trovavo bellissime! Erano carnose al punto giusto ed erano di un colore che, sulla mia pelle, faceva l'effetto di un leggero rossetto rosa tenue, e questo era un punto a favore della mia indole acqua e sapone. Infatti, io non amavo truccarmi: preferivo che le persone mi apprezzassero per la mia testa, e non per il mio fisico. Per questo mi truccavo davvero poco, solo un filo di mascara e un po' di correttore per coprire i brufoli che via via spuntavano. Il che è strano per una diciassettenne, sorella della ragazza meravigliosa con più di 100.000 follower su Instagram. Ma eccomi qua, quasi sempre acqua e sapone e con una sorella che è l'opposto contrario di me. L'unica cosa che ho in più rispetto a mia sorella è tutto ciò che riguarda il cervello. Lei è molto superficiale, agisce d'istinto e non riflette sulle cose. Io invece sono molto riflessiva: prima di prendere una decisione penso a tutte le cose che potrebbero succedere. Oppure, se devo decidere di dire o fare qualcosa con una persona, penso sempre a come non ferirla, cerco di immedesimarmi in essa per capire come potrebbe reagire. La maggior parte delle volte metto gli altri al primo posto, il che è molto bello, ma poi fa male solo a me. Mi rendo conto che a volte dovrei anche pensare a me stessa, fare quello che voglio, e non quello che vogliono gli altri. Ma non ci riesco, è nella mia indole pensare prima agli altri e a come potrebbero reagire ad ogni mio comportamento. Lo so, è una cosa da pazzi, ma solo dal vostro punto di vista! Inoltre, rifletto molto sulle cose: mi faccio una mia idea su quello che studio, su quello che dice la gente... ho tutte le mie teorie sparse nella testa, e la maggior parte delle volte hanno senso solo per me.
Sapevo che se fossi stata un po' più come Eva sarebbe stato tutto più facile, ma non potevo farci niente: io ero così, e questo andava bene. Amavo la mia sfera emotiva, la mia capacità di provare così intensamente le emozioni, la mia riflessività... credevo che con una testa del genere sulle spalle, le persone potessero apprezzarmi di più e considerarmi come una persona singola e non come "la piccola Eva" o "la brutta copia di Eva" (si, un'amica di mia sorella una volta mi chiamò così). Tuttavia, credo che se si apprezza una persona da come è interiormente, poi essa sembra anche più bella, quindi magari alle persone non risulto così brutta come credo. Tutto ciò non lo sto dicendo perchè voglio fare la classica diciassettenne che dice di essere brutta solo perché vuole sentirsi dire dagli altri il contario, o per qualsiasi altro assurdo motivo che le mie coetanee si sono inventate per farsi notare, ma perché fin da piccola sono sempre stata giudicata basandosi su Eva. Partendo dalle cose più banali, come "se non mangi non diventerai mai bella come Eva", alle cose più serie, come "non assomigli per niente a tua sorella, sei sicura di essere anche tu una Costa?", tutti i tipi di paragoni tra me ed Eva mi hanno fatta sentire come se dovessi per forza essere una copia della bella Eva Costa, e io non potrò mai esserlo, perché oltre ad avere un padre biologico diverso, mi chiamo Gioia Costa, e non Eva II Costa, quindi non potrò mai essere come lei, e lei non potrà mai essere come me. E si, magari se avessi avuto lo stesso padre di Eva avrei avuto una pelle da vera ragazza kenyana, dei capelli afro fantastici ed il corpo alto e snello. Ma invece ho un padre diverso dal suo, un padre bianco. Perciò ho i capelli come una ragazza bianca, ed una pelle a metà tra quella africana e quella italiana. E questo mi rende meno bella di Eva, e le persone quindi si sono sempre chieste se fossi stata adottata, se mia madre avesse portato via la bambina sbagliata quando è uscita dall'ospedale -sono cose che hanno detto davvero, non sto prendendo in giro nessuno-però nessuno si è mai accorto che per fare un figlio ci vogliono un uomo e una donna, e nessuno si è mai accorto che l'uomo in questione era una persona diversa. Ma in quel momento non mi interessava più che cosa pensava la gente, perché stavo andando verso una nuova vita, verso una realtà diversa. Tutti mi avevano sempre presentato Milano come una città bellissima, fatta di persone intellettuali e di mente aperta. Le mie amiche adoravano Milano: il loro sogno era di trasferirsi in quella città, ma io adoravo la mia Livorno, era la mia città ideale. Ero pazzamente innamorata del mare, e lo sono tutt'ora. Mia madre continuava a dire che i soldi che guadagnava a Livorno non bastavano, anche se in realtà bastavano eccome!
Forse era solo un modo per far contenta mia sorella, nonché la figlia preferita. O forse quell'arpia di mia madre voleva solo distruggermi.
Forse... Forse... Forse...

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