6; le carte

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SEI
«Hai pensato se firmare o no?»

«Dove siete stato?» gli chiese con gentilezza, tirando su con il naso «nella foresta, abbiamo incontrato i tuoi amichetti» «Harry e Ronald?» chiese preoccupata «no, Paciock, Mclaggen e Lovegood»

Scesero le scale che portavano al piano di sotto «non gli avrete fatto del male, vero?» si bloccò la giovane guardandolo, così si fermò anche lui spazientito e si girò sbattendo le mani sui fianchi «io no, i miei uomini si»

Vide il viso della ragazza cambiare «forza andiamo. Non ho tempo da perdere con te, mezzosangue» ma
vide che quella frase l'aveva ferita di più. Continuarono fino al corridoio buio delle segrete, si sentiva dell'acqua gocciolare, il rumore di topi.

Quando sentirono uno sbuffo dell'uomo dai capelli lunghi echeggiare nel corridoio, Hermione sussultò e prese velocemente la mano di Draco, ma come la prese, la lasciò immediatamente imbarazzata «perdonatemi»

Arrivarono davanti alla cella, il biondo si stava trattenendo nel non saltargli addosso, ma voleva prima che parlasse lei. Vide il suo piccolo volto illuminato dalla luce del sole di una finestrella, gli occhi umidi e i denti stretti, ma nello sguardo il suo coraggio che aveva sempre visto.

«Oh... guarda chi c'è. Draco, sei venuto a metterla al mio posto? Ma guarda che bei tatuaggi sul collo, è comunque più bello quello del marchio nero» disse scherzoso, allora lei scoppiò. Si avvicinò velocemente alle sbarre e le afferrò «siete un mostro!» urlò.

La gola le cominciò a fare male, si staccò dalle sbarre tossendo poco, poi si riprese e si toccò il collo «vergognatevi» «e secondo te io darei ascolto a una stupida schiava puttanella e anche ladra?» le disse acido «no, ma a me si. Ora, mezzosangue, lasciaci soli»

Hermione non si mosse, rimase a guardare l'uomo negli occhi «ho detto di lasciarci soli, va via» ripeté «va via!» urlò. Non riusciva a farla andare via, perciò le prese il braccio e la allontanò dalle sbarre, la fece girare verso di lui e la guardò «va via, te lo ordino» «no»

Lo spinse dal petto e gli prese velocemente la bacchetta, si girò verso Lucius «Stupeficium!» guardò l'uomo sbattere a terra, non si sentiva affatto in colpa. Rimise la
bacchetta nei pantaloni del biondo e se ne andò, lasciando gli uomini soli.

«E così ti fai persino rubare la bacchetta da una sporca mezzosangue. Non sei mio figlio, non ne sei degno» si rialzò e andò vicino alle sbarre, anche Draco si avvicinò a lui, ma molto infuriato. Aprì la cella senza smettere di guardarlo negli occhi ed entrò.

«Vi avevo detto di non toccarla» cominciò «non dovevate toccarla!» gli prese il collo e lo spinse verso il muro «ho visto quello che le avete fatto!» strinse la sua presa vedendo il suo viso diventare rosso «non è bello sentirsi così, vero?»

«Se lo meritava, se non ci fosse stato quell'elfo e tua madre sarebbe morta» lui lo sbatté ancora più forte al muro «ditelo di nuovo!» disse «ditelo di nuovo!» urlò.

«Sarebbe stato bello vederla morire» l'uomo rise divertito, mentre Draco gli afferrò un pugno molto forte sul labbro «non provate più a toccarla, capito?!» lo sbatté ancora sul muro «questa già l'ho sentita»

Draco non ce la fece più e scoppiò, cominciò a picchiarlo, sul corpo, sul viso, ovunque. Non riusciva a fermarsi, forse non voleva. Solo quando lo sentì ridere, dopo aver sputato del sangue a terra, con il viso ricoperto dal liquido rosso, si fermò.

«La prossima volta vi uccido, padre, e non proverò pietà»

Uscì dalla cella e lo lasciò chiuso dentro, si guardò le mani che tremavano, non si riconosceva più, mai si era spinto così tanto contro il padre, lei lo stava cambiando. Salì le scale e vide lei e la madre aspettarlo ansiose nel salotto, cercò di nascondere le mani, ma la donna le vide.

Serva dell'amore; DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora