9; Blaise Zabini

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NOVE
«Sto perdendo la pazienza!»

Ne aveva fatto di errori nella sua vita, non riusciva a contarli per quanti erano. Ne aveva di rimpianti, eccome se ne aveva, ma quello più grande forse era stato di aver abbandonato Hermione.

Ancora dopo due giorni non riusciva a togliersi i suoi occhi dalla testa, prima di scomparire dalla sua vista. Non ci poteva fare niente, doveva andare nella missione, doveva trovare i suoi migliori amici, ma comunque i suoi occhi sofferenti gli occupavano la mente.

Avrebbe potuto risponderle, avrebbe potuto dirle "si, tornerò da te e staremo insieme" oppure "non posso promettertelo, non so se mi uccideranno". In ogni caso,
la prima, sarebbe stata dolce e affettuosa, ma impossibile da realizzare. La seconda, sarebbe stata la verità, ma le avrebbe spezzato il cuore.

Si rimproverava per questo, lui doveva concentrarsi sulla sua missione, sul piano per attaccare, non sulla ragazza che aveva fatto sua schiava, per cui iniziava a provare qualcosa, sapendo che quei sentimenti per lei non li aveva mai provati e non aveva mai amato.

Non si sarebbe mai aspettato di catturare proprio Hermione Granger, quella streghetta che stava sulla bocca di tutti, la bella dolce intelligentissima amica del ragazzino sopravvissuto. Ne tantomeno si sarebbe aspettato di affezionarcisi, urlando persino contro la madre che non voleva lasciarla andare via e rinchiudendo nelle segrete il padre dal viso sanguinante perché l'aveva toccata.

Pensava di stare impazzendo: insomma, era a capo dell'esercito dei mangiamorte, e si innamorava di una mezzosangue.

«Merda!» urlò dando un pugno forte al tavolo dove stavano tutti i fogli del piano, intorno ad esso i suoi uomini che aveva portato con se lo guardarono confusi, non aspettandosi una reazione così all'ideazione del piano.

«Signor Malfoy, state bene?» chiese una giovane ragazza, il volto olivastro e i capelli scurissi, ma degli occhi trasparenti. Quella ragazza non fece altro che ricordargli Hermione, quando si preoccupava per lui «sto bene. Devo solo riposarmi. Facciamo una pausa»

Così andò velocemente nella stanza dove dormiva si stese sul letto e provò a chiudere gli occhi.

Mi piace giocare...

Provò a cacciare via la sua voce, si girò su un fianco, ma sentì i suoi gemiti come se fossero stati lì, il suo fiato caldo che gli andava nell'orecchio, sentì un leggero formicolio in quel punto.

Si girò dall'altra parte, la piccola mano che stringeva le coperte, quell'altra intrecciata alla sua, sopra i suoi capelli morbidi. Sentì bruciare i graffi sulle spalle e gli venne la pelle d'oca al ricordo dei suoi capelli biondi stretti e tirati.

Spalancò gli occhi tirandosi a sedere, ingoiò la saliva che ancora aveva un retrogusto di lei, di Hermione.

Sposerete un'altra donna...

Si alzò velocemente, capovolse il tavolo della stanza, ruppe il vetro delle finestre lanciandoci dei libri, stava completamente impazzendo, e per cosa?

Per lei.

Come se non bastasse gli venne in mente un altro pensiero, forse il più brutto. Si era completamente dimenticato che aveva lasciato la madre e lei da sole, indifese, con un padre pazzo e rinchiuso, ma che poteva sempre uscire dalla cella.

La rabbia gli salì fino al cervello, non poteva far accadere ciò che era già successo, non poteva. Pensò a qualcuno di forte e suo amico, o magari suo conoscente semplicemente.

Blaise.

Erano rimasti in contatto dopo la scuola, erano buoni amici, anzi, migliori amici, ma Blaise non era mangiamorte e a Draco stava bene comunque. Sapeva che in quel periodo era tornato in inghilterra dal Canada, infatti decise di scrivergli una lettera.

Serva dell'amore; DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora