your song | semi eita

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one shot dedicata a Otaku939, spero vivamente che ti piaccia!

I hope you don't mindI hope you don't mindThat i put down in wordsHow wonderful life isWhile you're in the world

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I hope you don't mind
I hope you don't mind
That i put down in words
How wonderful life is
While you're in the world.

Era un giorno invernale come tanti quando [T/n] e Eita si incontrarono.
Volete saperne di più?
Seguitemi in questa piccola storia, che parla di due giovani ragazzi, innamorati l'uno dell'altra e uniti da una canzone.

Come avevo già anticipato, era un giorno invernale come gli altri. Il cielo plumbeo sembrava voler rovesciare la sua grande collera sotto forma di pioggia sulla prefettura di Miyagi, in Giappone. I nuvoloni grigi si infittivano sempre di più, nascondendo così il cielo azzurro e i raggi del caldo Sole.
In una delle tante case del viale, [T/n] era seduta alla scrivania in camera sua, intenta a far roteare nervosamente una matita tra le dita della sua mano mentre provava a studiare. Se ci fosse stata un po' di tranquillità in più ci sarebbe pure riuscita, ma, suo fratello insieme alla sua band rattoppata giusto per passare un po' il tempo facevano fin troppo rumore. Grossi rumori di piatti e di cassa che veniva colpita rimbombavano per tutta la casa, nonostante la fonte del rumore fosse il garage. Certo, la ragazza provava pure a non farci caso, aveva tentato proprio di tutto, anche mettere gli auricolari nelle orecchie e ascoltare un po' di musica, ma niente, il casino che proveniva dal garage era troppo, e la [c/c] stava cominciando a perdere la pazienza.
Chiuse in fretta il libro, si alzò dalla sedia e cominciò a camminare verso il luogo dove tutto quel trambusto aveva origine, pronta a prendere Satori da parte e sbraitare. Scese le scale con passo pesante e scocciato e, dopo aver tirato un lungo sospiro, aprì di getto la porta del garage fissando gli occhi [c/o] sul fratello dalla rubra chioma, mentre lui si scatenava dietro la batteria.
Oltre a lui, altri tre ragazzi occupavano la stanza: c'era Shirabu che suonava il basso a bassissimo volume, Goshiki che spingeva i tasti della tastiera e, oltre a loro, c'era un ragazzo che se ne stava in disparte a strimpellare timidamente la chitarra acustica: i capelli biondo cenere erano ben curati e gli occhi grigi erano fissi sui tasti della chitarra, premuti con delicatezza dalle dita un po' provate sia dai calli del musicista, sia dagli allenamenti di pallavolo (perché sì, i compagni di band di Satori erano anche i suoi compagni di squadra).

La ragazza lo fissò insistentemente per poi  incontrare il suo sguardo, arrossì e si voltò verso suo fratello, che ancora martellava la grancassa con il pedale e picchiettava le bacchette di legno sul charleston.
<<Satori...>> Disse lei facendo voltare il ragazzo.
<<Oh, ciao sorellina, quale buon vento ti porta qui?>> Rispose lui con il suo solito tono di voce un po' stridulo.
<<Mi ha portata qui il tuo casino, vedi di fare piano che sto provando a studiare.>>
Dopo l'affermazione irritata della sorella, Satori esplose in una delle sue solite risate sguaiate.
<<E va bene, farò piano, ma non è divertente così.>> Sbuffò poi con una finta espressione offesa stampata in volto.
<<Grazie...scusate per l'interruzione ragazzi...>>
[T/n] lanciò un ultimo sguardo al ragazzo dai capelli biondo cenere per poi ritornare in camera.

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