CAPITOLO 3 - AMELIA

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Una villa. Una fottutissima villa con giardino e piscina si erge di fronte a me, e io che la guardo a bocca spalancata.
-chiudi quella bocca che entrano le mosche Mel- mi sorride mio padre, fiero di essere riuscito ad acquistare "un tale gioiellino ad un prezzo stracciato" parole sue.

Gli lancio un occhiataccia, prima di rimanere per l'ennesima volta a bocca aperta nel vedere l'interno della villa.

Sapevo che la rimozione di mio padre comportasse un aumento dello stipendio, ma non pensavo così tanto.

Mentre mi fermo a contemplare le enormi scalinate bianche che si riescono a vedere appena entrati mio padre mi scocca un'occhiata divertita e impaziente, come ad in citarmi ad andare al piano superiore per vedere camera mia. E di certo non lo faccio attendere, poiché mi dirigo con velocità innata oltre le gradinate, fino ad arrivare ad una porta, dove vedo un foglio fermato con del scotch dove vi è scritto 'stanza di Mel'.

Appena entro scorgo un'immensa finestra che occupa la maggior parte della parete opposta alla porta; le pareti sono di un bianco accogliente e la parete alla mia destra è occupata da  un enorme letto king size, ricoperto da cuscini di ogni forma. Giuro ci potrei morire qua dentro. Morirei felice.

Vi sono altre due porte adiacenti alla mia camera, che scopro subito essere il mio bagno e la mia cabina armadio. Se questo è un sogno vi prego non svegliatemi.

Come prima azione per inaugurare la stanza mi getto a capofitto, con un modestissimo tuffo a bomba, su quell'invitante giaciglio che costituiscono i cuscini. Inutile dire che quasi mi è venuto un orgasmo dalla comodità.

Ricordandomi improvvisamente di mio padre realizzo solo ora che non gli ho ancora urlato quanto sono entusiasta di questa casa. Rimedio subito.

-Papà giuro che se in macchina non mi avessi insultato ti starei abbracciando rischiando di soffocarti, ma siccome non sono un'ipocrita  e non ti ho ancora perdonato, sappi solo che questa casa è WOW- urlo a mio padre, sapendo però della possibilità che non mi abbia minimamente sentito, a causa della voce arrutita dai cuscini.

Ma è proprio quando mi sono rassegnata ad una sua risposta, e venendo conscia solo ora della fatica di  dover ripetere tutto d'accapo, inclusa l'ormai finta esaltazione del 'wow' a fine frase, che un abbassamento del letto mi fa rizzare sull'attenti, rilassando i subito dopo aver capito che la presenza su quel letto non è altro che mio padre.

-sai Mel, mi spiace dover troncare questo tuo improvviso entusiasmo, ma credo che tu debba andare a farti una doccia, perché puzzi- si stampa un ghigno in faccia con fare derisorio, ah ma questa volta non me la fa di sicuro, penso ricordandomi dello scherzo nella vasca dove aveva piazzato un ragno finto, avvenuto ormai all'arrivo nella nostra vecchia casa.

Un brivido di terrore mi attraversa la schiena all'immagine di quegli esseri mostruosi. Amo ogni singolo animale di questo pianeta, e non ne ho mai avuto paura nemmeno di uno di loro, ma mettetemi davanti un ragno e potrei andare in ipervantilazione dalla paura. Quelli sono bravi a mostrarsi innocenti alle altre persone, ma io so che è tutta uno maschera, ah no loro non mi fregano.

-questa volta non me la fai pa', non andrò in vasca per poi lanciare un urlo alla vista di quel tuo finto ragnaccio.- lo prendo in giro io, ma vedendo subito il sorrisino che ha, capisco subito dove vuole arrivare

-non ci provare papà, ne abbiamo già parlato: non ti permetterò di comprare una tarantola domestica, non vivrei tranquillamente e tu lo sai-
dico inorridita anche solo al pensiero di far entrare uno di quei cosi in casa nostra.

- in realtà amore non ne abbiamo parlato, quando ti ho proposto l'idea ti sei messa a tirarmi il ghiaccio della bibita in faccia, e a minacciarmi di chiamare uno psicologo per risolvere i miei problemi, che a mio e a parere degli altri non ho- dice per poi continuare -non mi hai lasciato nemmeno proseguire con le potenzialità di una tarantola che ti sei messa ad url- si blocca mio padre, interrotto dalla mia, modestamente, fantastica voce -e secondo te scusa a  una persona sana di mente si fa venire in mente certe mostruosità papà? Rimpiango di non aver chiesto a Blake una seduta per te da suo padte- lo rimbecco io, noto poi che annuisce sconfitto ma senza far scomparire quel sorrisino che si è stampato in faccia.

-su forza Mel. Abbiamo degli scatoloni da disfare- dice dirigendosi fuori dalla stanza. - non mi puoi punire in questo modo, non è corretto- affermo, sapendo che in realtà, prima o poi ( più poi che prima), avrei dovuto sistemare le mie cose.

-mi spiace, ma io il padre, io il potere. Non vuoi farmi realizzare il sogno di possedere una tarantola? Bene, ma a te le conseguenze- mi prende in giro, non dandomi la possibilità di ribattere andandosene velocemente.

Quando arriva la sera tardi decido di sospendere il lavoro di sistemazione e, dopo essermi lavata i denti e aver indossato un pigiama composto da pantaloncini e canotta, mi corico sotto  le caldi e soffici coperte del letto.

L'ansia per la scuola non è ancora arrivata, dato che essendo giovedì ho deciso con mio padre che inizierò lunedì, così da rendere tutto più "normale", la verità è che tramite questa scusa mi sono guadagnata altri giorni di vacanza e soprattutto di dormita.

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