21. Hardin

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Dopo due settimane sono ancora qui. Rintanato nel mio buco in questo vicolo buio e umido, con i vestiti sporchi e fetidi. l'unica forma di vita che vedo, oltre ai gatti e cani randagi che sono alla ricerca di cibo fuori dal locale qua di fronte alla mia "tana", sono i lussuosissimi signori d'affare che mi guardano inorriditi. E la cosa brutta è che li capisco pure. 

Sono scappato da Tessa, lasciandola legata ad un letto d'un albergo solo dopo poche ore averle chiesto di sposarmi. Ma che diavolo di uomo sono? Sono una vera merda ecco cosa sono. Credevo che cercando di darla vinta a quel pazzo di Gerard sarebbe cambiato qualcosa. Ma Hardin svegliati, lui è un criminale e tu sei solo un uomo misero che sa solo scrivere storie e basta. Sei solo un buon a nulla. No, mi rifiuto di pensarla così. Tessa dice che sono un ottimo padre...Ma andiamo chi cazzo voglio prendere in giro. Ho fatto la marionetta di un pazzo cercando di sistemare il casino che lui stesso ha combinato e nn ho nemmeno pensato che a casa c'erano i miei figli. I miei bellissimi figli. Auden ed Emery. Cazzo se mi faccio schifo. Li ho lasciati da soli con una babysitter...e ora come staranno? Ci avranno pensato a me? E Tessa? Sarà riuscita a tornare a casa? Mi avrà cercato? Almeno un pochino..? 

Tutte queste domande mi stanno facendo diventare pazzo. Mi rannicchio nel mio solito angolo che ormai occupo quando non ho niente da fare con Gerard e me ne sto lì, come un barbone. 

Avrei potuto tornare da Tess subito, dirle che sono un perfetto pezzo di merda e invece no. Sono sempre il solito egoista e menefreghista di un tempo. Non ho avuto il coraggio di farmi vedere dopo quello che le avevo fatto. E in tutto ciò lei non sa nemmeno cosa sia successo a Landon sul serio. Chissà se si saranno parlati... Magari hanno ricominciato entrambi una nuova vita senza di me. No Tess non lo farebbe mai...o si? 

A distogliermi dai miei pensieri è il rombo forte di un'ato che ormai avevo imparato a conoscere in questi ultimi giorni. L'auto in questione è una Porsche nera, guidata da un ragazzo alto e muscoloso, con capelli lunghi neri, spesso raccolti in una treccia o in una crocchia. All'interno di tutto questo nero si intravedono degli occhi azzurri come il mare. Di primo impatto sembrava uno di quegli omoni della sicurezza al di fuori dei ristoranti per i VIP, mentre lui è solo un bravo ragazzo cresciuto alla maniera sbagliata e nella famiglia sbagliata. Lui infatti è il figlio ventenne di Gerard ed è costretto a eseguire ogni suo ordine, perfino quelli più subdoli. 

L'auto si avvicina e accosta vicino a me. L'omone scende e, vestito tutto firmato, si siede di fianco a me. Mi guarda con occhi compassionevoli. Quasi mi fa più compassione lui. 

"Come ti va, Alex?" chiedo gentilmente dandogli una pacca sulla spalla in segno di saluto. 

"Ei Hardin, sai come funziona a casa ormai, non so più come gestire questa situazione." mi confessa lui. In queste due settimane è stato messo alla prova quanto me e suo padre ci ha fatto lavorare in coppia. Abbiamo dovuto assistere ad una scena alquanto terrificante dove il padre picchiava un suo socio solamente perché non gli aveva comprato un tipo di arma che lui aveva richiesto. Ha pestato a sangue quel poveretto di soli ventinove anni usando addirittura l'arma sbagliata che gli aveva procurato. E come se non fosse bastato a mandare il disgraziato all'ospedale, io ed Alex abbiamo dovuto pure pulire tutto il sangue sul pavimento del garage dove è avvenuto tutto il massacro. Alex mi ha confessato che da piccolo Gerard picchiava pure lui, infatti sulla schiena ha un bel ricordino del bel padre che è stato il suo. Certe volte ringrazio i miei due padri per non avermi mai ridotto a quello stato, anche se non posso nemmeno paragonare la mia situazione alla sua.

Lo guardo cercando di dire una cosa intelligente ma l'unica cosa che mi viene in mente è "Vieni a stare da me". A sentire questa mia affermazione lui scoppia in una risata fragorosa. Quando si ricompone sorride lievemente e si gira verso di me. 

"Ma se tu abiti in questo buco da due settimane. Tessa ti rivorrà indietro dopo quello che hai fatto? E specialmente credi sul serio che accetterà che venga a stare da voi dopo tutto quello che mio padre ha causato alla vostra famiglia?" Le sue parole mi colpiscono nel profondo e sento che in fondo ha ragione, ma non voglio ammetterlo. 

"Vedi Alex, noi siamo una coppia. E una coppia affronta tutte le situazioni insieme..." inizio io ma lui mi interrompe dicendo "Allora perché l'hai lasciata legata a quel letto?" Mi verrebbe voglia di prenderlo a pugni ma poi mi ricordo che è solo un ragazzo e non pensa a ciò che dice. In fondo anche io alla sua età dicevo un sacco di cazzate. Alex, vedendomi leggermente turbato e pensieroso, mi chiede scusa e mi chiede cortesemente di continuare con quello che stavo dicendo poco fa. E' proprio un bravo ragazzo.

"Stavo dicendo... Io e Tessa ne abbiamo passate tante insieme, davvero non sai nulla di quello che abbiamo passato. Abbiamo anche due bellissimi figli e...vedi...io poco fa le avevo anche chiesto di sposarmi..." "E lei che ha risposto??" chiede lui incuriosito.

"Beh ovviamente ha detto di si, ma dopo questi ultimi giorni dubito che vorrà anche solo vedermi di sfuggita. Probabilmente mi odia. In fondo chi non mi odia" 

"Io non ti odio Hardin. Anzi sei l'unico che posso chiamare amico. Sai, papà non ha una bella reputazione e nessuno vuole essere amico di un figlio di un mafioso. Nemmeno i figli dei suoi amici vogliono essere miei amici, mi ritengono uno sfigato". 

Mi scappa un sorriso e come risposta gli arruffo i capelli, oggi lasciati sciolti. "Grazie amico" ribatto guardandolo sistemarsi i capelli e mostrandomi il suo sorriso. Ma tutto a d'un tratto il suo sguardo si fa cupo. "Hardin..." comincia lui ma qualcosa lo trattiene. "Si?" "Mi sono appena ricordato che mio padre ha un incarico per te" 

Oh no. No. No. No. No. Basta con questi incarichi. Ho appena deciso che non ne voglio più avere a che fare con quel tipo. "Dì pure a tuo padre che può andare a farsi fottere. Io non farò proprio un bel niente per lui. Ho chiuso." 

Alex si alza di colpo in piedi ed inizia a sbraitare cose senza senso. "Ei, Alex, calmati. Cercherò un modo per sistemare le cose. E anche un altro per portarti via dalle sue grinfie. Ok? Ora riferisci quello che ti ho detto. Poi ci sentiamo per il resto." Non saprei descrivere l'espressione sul suo viso. Stupore? Rabbia? Delusione? Rancore? Sicuramente è un frullato di tutte queste. Lui mi risponde con un semplice "Ok", mi dà un abbraccio, se ne torna nella sua Porsche e schizza via tra le stradine. 

Me ne ritorno nel mio buco e cerco di raccimolare le idee e le forze prima di rifarmi vedere a casa. Da Tess. Ma prima di batter ciglio vedo un'auto. La sua auto. E poco dopo vedo lei. Tessa


AFTER 6 - UN NUOVO INIZIODove le storie prendono vita. Scoprilo ora