~Non hai paura?~

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"il ragazzo del lago"

Nessuno parla. Nessuno si muove. Attorno a noi non si sente nessun rumore, come se tutto il bosco stesse aspettando un nostro movimento.

<Hai dei bellissimi occhi>
< Grazie anche i tuoi> mi risponde.

Aspetta COSA?? L’ho detto ad alta voce, o mio DIOO!!!” mi metto le mani davanti alla faccia per l’imbarazzo, poi come se avessi preso la scossa, alzo subito lo sguardo su di lui.
< Ma hai parlato??>

….

< Si è una domanda stupida la mia.. ma pensavo che non mi avresti mai parlato, visto che l’ultima volta non hai detto nulla> e intanto mi siedo a terra appoggiando la schiena sulla corteccia ruvida del pino e incrociando le gambe, lui mi imita mettendosi davanti a me.

<Mmmh.. Allora… Io mi chiamo Addison e tu?>

<Ok.. non c’è l’hai o non vuoi dirmelo?> Mi fissa per dei lunghi minuti, e capisco che non vuole dirmelo, forse non si fida di me, chissà.

Passano dei minuti, e io mi guardo in torno, ammirando la luce della luna che filtra dai fitti rami del bosco, sembra quasi magia.

<Non hai paura di me?> Più che una domanda sembra un sussurro, quasi penso di essermelo immaginato, ma poi mi giro a guardarlo e vedo che mi sta fissando, come se si aspettasse una risposta..
<No> dico semplicemente, e lui mi guarda con la testa di lato, come per capire se sto mettendo oppure no.
<Dovrei averne?>
<Tutti hanno paura di me, tu sei strana>

Scoppiò a ridere tenendomi la pancia, e lui mi guarda come se fossi pazza.
<Cioè tu ti nascondi in un bosco, fai gli agguati a chiunque vi entra e sono io quella strana?> Continuo a ridere.

< Ma.. io.. intendevo> si passa la mano dietro il cappuccio come se fosse agitato < che tu sei strana.. beh.. perché non hai paura di me> conclude poi.
<Questo non è essere strani, e solo che io sono diversa> rispondo con sincerità e calma, e un piccolo sorriso increspa le mie labbra.

Con la coda dell’occhio, noto un movimento dietro di lui, un piccolo movimento, che quasi penso di essermelo immaginata, ma poi percepisco un fruscio, così mi giro di scatto e spalancò gli occhi, non posso crederci.
<Cavoli, non posso crederci> punto dietro di lui con il dito, gli occhi spalancati, lui si gira e cerca di nascondere ciò che ho visto, ma ormai è troppo tardi.

<Ma è bellissima!> Lui si gira di scatto e mi guardo sorpreso e incredulo, sembra quasi che non si aspettasse una risposta simile, ma dopo pochi minuti lascia libera la coda da dietro la felpa. È una coda lunga e folta, del colore del fuoco con la punta bianca, una coda di volpe.

“chissà se posso toccarla! Beh non si fida a dirmi il suo nome, quindi non credo che me la lascerà toccare”

<Davvero ti piace?> Domanda all’improvviso risvegliandomi dai miei pensieri.

<Ma Certo!>

Questa volta è lui che scoppia a ridere, e io resto ammaliata da quel suono, come se sapessi che non l’avrei sentito spesso, suonava come una cosa fatta poche volte. <Tu sei veramente strana>.

<Ma la finisci di dirmi che sono strana? Non riesco a capire se è un complimento o se devo offendermi!> Sbotto incrociando le braccia.

<Calmati Rossa, era un complimento> si fa subito serio ritornando a guardarmi.

Mi rilasso e decido che è meglio lasciar perdere, < hai solo la coda da volpe?> Chiedo curiosa, lui scuote la testa e si abbassa il cappuccio, due orecchie grandi e pelose, lo stesso colore della coda solo la punta è diversa, e nera.
<Wauu sono stupende, quindi sei una volpe?>

<Sono una mezza volpe e mezzo umano> ma viene interrotto dal mio telefono che comincia a squillare, e mia zia Lisa.

<Pronto Lisa?>
<Ciao Addison, tutto bene? Io e tuo zio volevamo sapere se volevi venire a mangiare a casa nostra domenica>
< Tutto bene grazie, comunque si certo, allora ci vediamo domenica verrò verso l’ora di pranzo perché di mattina ho un impegno>
<D’accordo allora a domani, buonanotte> e chiude la chiamata, e lui è lì che mi fissa <che c’è?> Chiedo.

<Non hai parlato di me>
<Si certo così mi avrebbero mandato al manicomio, ma sei scemo?!! Chi mai mi crederebbe> mi sbatto il palmo della mano in fronte, < comunque io devo andare, è tardi ma mi ha fatto piacere conoscerti, spero di vederti presto> parlo mentre mi pulisco i pantaloni dalla terra.

< Io sono sempre qua> risponde mentre si alza pure lui, ricoprendosi le orecchie e la coda.

Mi avvicino alla moto < Beh allora alla prossima Wild>

<Wild?> Mi guarda confuso
<Beh in qualche modo devo pur chiamarti no! E poi Fox sarebbe stato troppo scontato>

<E quindi hai scelto “ selvaggio”> ride.
<Si mi piace>

<Si anche a me, allora alla prossima Rossa>, mi giro e gli sorrido < Buonanotte Wild> e vado via.
Il tempo di arrivare a casa e fuori comincia a piovere a dirotto.

***
DRIN DRINN..

Cerco a tastoni il telefono, ma tra il sonno e il buio non vedo nulla.

DRIN DRINN..

< HO CAPITOO!!> Urlo al buio, intanto continuo a cercare il telefono, e alla fine lo ritrovo a terra.
< Pronto>
<Adi ho bisogno di te, sto venendo a casa tua> mi risponde una voce femminile affannata, mi ci vogliono un paio di secondi per capire chi parla.
<Rose?! Ma che diavolo succede e che ora sono?!> Chiedo con voce allarmata, alzandomi dal letto.
<Sono le tre del mattino, e appena arrivo ti racconto va bene?> E chiude la chiamata.

" Speriamo nulla di grave"

Dieci minuti dopo sento il campanello suonare, vado subito ad aprire e la scena che mi trovo davanti e addir poco assurda. Rose e tutta sporca di terra, un taglio sul volto e i suoi bellissimi capelli tutti rovinati e scompigliati, ed è tutta bagnata.

<Viene entra> chiudo la porta a chiave e accompagno la mia amica in bagno, mentre lei si lava io gli preparo dei vestiti puliti e poi mentre aspetto che esca preparo anche una cioccolata calda, credo che ne avremmo bisogno entrambe.

Siamo distese sul divano coperte col plaid e la cioccolata in mano, se non fosse per il taglio sulla guancia di Rose sembrerebbe una semplice serata tra amiche.

<Allora Rose vuoi raccontarmi cos’è successo oppure ci guardiamo un film, tanto ormai non vale la pena andare a dormire sono le cinque> poso la tazza vuota sul tavolino vicino al divano.
<Non voglio andare a scuola domani, posso rimanere qua da te?> Mi chiede dopo un paio di minuti.

<Ma Certo che puoi restare, ma io devo per forza andarci, devo consegnare una cosa in segreteria>

<Grazie mille sei un vera amica> e si distende meglio sul divano appoggiando la testa sulle mie gambe, gli accarezzo i capelli pensando a chissà cosa sarà mai successo, ma sono sicura che me ne parlerà lei appena sarà pronta.

I misteri nel bosco ~Fox-Man~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora