fifteen.

934 27 5
                                        

Volete che pubblichi tutti i capitoli che ho tradotto tutti insieme o 2/3 al giorno?.
(ci tengo a dire che sto traducendo anche il sequel)

"Ricorda sempre quanto sei raro. Non c'è nessuno come te."

!! smut warning !!

Aphrodite Harper

Dopo che quella donna se ne andò, mi voltai verso Tony, posandogli dolcemente la mano sulla guancia.

"Tony-"

"Lo abbiamo ucciso."

"Non l'abbiamo ucciso. Ultron l'ha fatto." Dissi, e le porte dell'ascensore si aprirono.

Entrai, tirandogli leggermente la mano per trascinarlo nell'ascensore.

La corsa era silenziosa.

Tony mi appoggiò la testa sulla spalla, respirando affannosamente mentre gli passavo le mani tra i capelli, calmandolo.

Alla fine le porte si aprirono e io inclinai il suo mento in modo che potesse guardarmi.

"Andiamo a casa." Sorrisi dolcemente, nascondendo il dolore nei miei occhi.

Avevo bisogno di essere lì per Tony o non dormirà mai più.

Prendendo il suo aveva nel mio, l'ho condotto fuori dall'edificio e alla sua macchina.

"Ci vediamo al nostro, okay? Sai guidare?" Chiesi e Tony annuì.

"Sì. Starò bene. A presto." Disse, baciandomi la fronte e salendo in macchina.

L'ho visto uscire dal parcheggio e mi sono avvicinata alla macchina, sono salita e ho messo la mia musica.

Charlie Spencer.

Quel povero ragazzo.

Non è stata colpa nostra però, non poteva essere stato, giusto?

Sì, abbiamo rotto Sokovia, ma era l'unica scelta che avevamo.

Ultron stava per spazzare via l'umanità come la conoscevamo.

Allora eravamo davvero colpevoli?

Scossi i pensieri dalla mia testa, componendo il numero di Steve.

È andato direttamente alla segreteria telefonica, il che era strano.

Di solito rispondeva subito.

"Ehi Cap, sto solo registrando, chiedendomi come sia andata la tua missione. È successo qualcosa a Tony e io questo pomeriggio, siamo un po 'scossi ma per il resto va bene. Richiamami." Ho detto, poi riattaccato, guidando un po 'oltre il limite di velocità per tornare a casa.

Una volta entrata nel vialetto, mi sono scrollata di dosso il cappotto, l'ho messo su una gruccia nel corridoio e ho aperto la cerniera degli stivali, mettendoli sulla scarpiera.

"Ehi Friday, Tony è di sotto?" Chiesi, sapendo già che lo sarebbe stato.

"Sì, signorina Harper. Mostra segni di angoscia ma non mi parla."

"Va bene, grazie per aver provato. Lo prenderò da qui." Dissi gentilmente, scendendo al laboratorio di Tony.

Sono entrato e l'ho visto lavorare su un nuovo abito.

"Toni". Dissi dolcemente, posandogli una mano sulla spalla.

Ha sussultato, ma si è rilassato quando ho iniziato a massaggiargli le spalle, emettendo un piccolo gemito.

"Continua a farlo." Mormorò piano, e io lo accontentai.

Tony mise giù i suoi strumenti, ma rimase seduto e gli tolsi la tensione dalle spalle.

Make me. ~ T. starkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora