Capitolo 17

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" non farla stancane troppo, deve riposare il più possibile se vogliamo che dopo si riprendi "
dissi a mio padre mentre sistemai le coperte di Sole
" non ti preoccupare, ormai ho capito come prendermi cura di un bambino ! " esclamò ironico, ciò che non aveva avuto l'occasione di fare con me, quando era piccola, lo stava recuperando con sua nipote
" certo, certo mi raccomando conto su di te " dissi ridendo prima di lasciargli un leggero abbraccio
" ti voglio bene papà " ammisi sospirando, ne avevamo passate tante eppure eccoci qui, il cantante irresponsabile si era trasformato in un uomo che avrebbe fatto di tutto per proteggere la sua famiglia ed io, ragazzina con le speranze infrante mi ero trasformata in una giovane donna
" anch'io tesoro, ora vai è mangiati quel palco ! " esclamò felice, prima di lasciami un dolce bacio sulla fronte.

Sole era stata operata il giorno precedente ed quella sera si sarebbe tenuta la prima dello spettacolo, finalmente avevo portato a termine il lavoro, che, non vedevo l'ora di vedere in televisione,
si stava chiudendo un altro capitolo della mia vita,
Milano si riconfermava al primo posto come portatrice di attimi indimenticabili ed giornate che mettevano alla prova il tuo corpo, la tua mente, costringendoti ad arrivare al limite, ma se c'era una cosa che avevo imparato dopo tutto questo tempo era che dopo ogni tempesta arrivava sempre il sole e che ogni esperienza brutta o bella lascia in te insegnamenti preziosi di qui fare frutto in futuro, non avrei mai più vissuto di bugie, non si può continuare a mentire solo perché sembra la soluzione più semplice, tutto verrà a galla prima o poi, il sipario si dovrà pur chiudere alla fine della recita e le maschere cadranno rivelando la verità.

Sistemai per l'ultima volta lo chignon, in cui avevo accuratamente intrappolato i miei capelli, controllai le punte che avevo allacciato alle caviglie assicurandomi che fossero ben salde, si potevano sentire gli applausi delle persone da dietro le quinte, presto sarebbe stato il mio turno di entrare in scena,
afferrai il mio cellulare, dovevo liberarmi di tutti i pesi che mi tenevo dentro, cercai il suo nome tra i vecchi messaggi, e, dopo aver aperto là chat incominciai a scrivere
- dove sei ? Tra poco finisce lo spettacolo, abbiamo lavorato sodo per mettere in scena tutto questo, dovresti essere qui, a prenderti i meriti per ciò che hai fatto, senza di te non sarebbe stata la stessa cosa.
L'altro giorno volevo diritti una cosa importante su Bianca, basta con le bugie giusto ? ti mando un video da guardare, capirai tu stesso il perché volevo parlartene.
Ti aspetto Manuel, ti aspetto per il gran finale-
Scrissi velocemente il tutto, inviando successivamente il messaggio, poi, posai il telefono preparandomi per la mia entrata in scena.

La danza è l'unica vera fonte attraverso la quale si possono esprimere le proprie sensazioni e le proprie emozioni anche quelle che non si possono descrivere a parole, che richiedono un maggior sforzo per essere spiegate.
I preparativi, l'attesa dietro le quinte, i minuti che precedono l'entrata in scena, mi parvero infiniti,
le gambe incominciarono a terremare, il cuore a battere all'impazzata mentre la salivazione si azzera.
le luci si spensero creando una serie di brusii in tutta la sala, feci un ultimo respiro profondo prima di entrare in scena.
Ed subito dopo tutto fu passato, il mio corpo venne trasportato dalle note della melodia, pensai ai passi successivi, a trasmettere un emozione alle persone che stavano assistendo al mio assolo, sorrisi cercando di mantenere un portamento impeccabile per tutta la durata della coreografia,
ballai sulle punte le ultime note della canzone e poi, il silenzio, la musica si arrestò e le luci calarono, ci furono attimi infiniti di silenzio ma poi un infinità di applausi riempi la grande sala creando sul mio volto un sorriso, uno di quelli veri, di soddisfazione, c'è l'avevo fatta, un sorriso amaro poiché il tempo era
finito, adesso cosa ne sarebbe stato del mio destino ?
sarei tornata ad Olbia ? avrei ripreso la vita di prima ?
Così lasciai il palco, con un infinità di dubbi e domande che popolavano la mia mente.

Abbandonai il teatro qualche ora dopo la fine dello spettacolo, il tempo aveva deciso di essere mio nemico facendo cadere giù dal cielo gocce d'acqua che bagnarono il mio corpo, cercai di raggiungere un riparo il più velocemente possibile ma un auto nera mi sbarro la strada creandomi un leggero sobbalzo
" entra ti do un passaggio " disse il ragazzo al suo interno, non me lo feci ripetere un ulteriore volta e presi subito dopo posto all'interno dell'auto
" Grazie " dissi quando fui al riparo dall'acqua
" direzione ospedale ? " chiese abbozzando un sorriso " sì " sussurrai fissando il suo volto
" sei stata bravissima questa sera, eri spettacolare sopra al palco " si complimentò
" quindi c'eri, hai visto lo spettacolo ? "
chiesi sorpresa, avrei giurato di averlo cercato in ogni angolo del teatro
" non potevo perdermelo " disse rivolgendomi uno sguardo veloce " ho visto il video che mi hai mandato " ammise con un tono leggermente triste
" Manuel i-io " cercai di dirgli qualcosa
" ti devo delle scuse, avrei dovuto ascoltarti, sono stato così stupido e cieco per non accorgermi della persona che avevo davanti.
Comunque l'ho lasciata, gli ho detto di non farsi più vedere, non permetterò che rovini la mia vita in altra volta " mi lasciò senza parole, mentre una piccola sensazione di felicità cresceva dentro di me,
gli sorrisi " che fai? " chiesi quando d'un tratto arresto la corsa della macchina accostandosi ad un parcheggio vuoto ed isolato, mi guardò dritto negli occhi, il tempo sembro fermarsi per alcuni minuti fin quando non decise di avvicinare il mio volto al suo, arrivò a sfiorare i nostri nasi, il contatto della sua pelle contro la mia mi provocò un formicolio che si estese in tutto il corpo accendendo il mio desiderio di sentirlo più vicino a me, mise la mano tra i miei capelli attirandomi a lui, a pochi centimetri dalle sue labbra, così spinta dal desiderio slacciai la cintura di sicurezza ed con un gesto fugace mi misi a cavalcioni sopra il suo corpo, a quel punto mi baciò, entrambi ci lasciammo trasportare dalla passione, feci cadere il mio corpo contro il suo, che mi accolse stringendomi contro il suo petto,
" ti amo Chica non ho mai smesso di farlo ma ho bisogno di tempo per perdonarti " disse staccandosi per un secondo dalle mie labbra, annuì " ti amo anch'io Manuel " sussurrai per poi ributtarmi sulle sue labbra,  andammo avanti così, minuti, senza mai stancarci l'uno uno dell'altro, con il solo rumore dello scoccare delle nostre labbra ed del respiro oramai diventato affannoso.

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