Ottavo

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I fine settimana sarebbero stati il momento peggiore, decise Louis.
Durante la settimana, almeno, le giornate erano piene di impegni in ufficio e le serate trascorrevano tra le mille incombenze che c'erano ancora da sistemare. Ma il primo sabato di Harry a casa sua lo stava facendo sentire irrequieto come una tigre in gabbia.
Si era appena imbattuto in lui fuori dal bagno, e la pressione gli si era alzata fino al soffitto. Niente occhiali o pantaloni da perfetto segretario, ora, aveva pensato con irritazione. Solo due lunghe, toniche braccia imperlate di gocce d'acqua e i capelli ricci bagnati sciolti, a sfiorare con erotica delicatezza le spalle.

<<Non puoi metterti qualcosa?>> inveì d'istinto.
<<Era proprio quello che stavo cercando di andare a fare!>> replicò l'altro seccato. Ma intanto le  guance del liscio erano diventate rosso fuoco. Ad Harry non era sfuggito l'improvviso incupirsi dei suoi occhi, né l'espressione ardente che gli aveva attraversato il viso.
<<Se... se mi fai passare.>>
<<Ai tuoi ordini>> rispose Louis con sarcasmo, spostandosi di lato. Ma per quanto si fosse appoggiato alla parete, continuava a sentire il calore che emanava da quel corpo bellissimo, coperto solo da un telo da bagno.
<<Grazie.>> Harry lo oltrepassò. La vicinanza forzata indotta dal luogo dove si trovavano lo rendeva, se possibile, ancora più conscio della virilità di Louis, del suo viso dai tratti delicati, della forza delle sue gambe, evidenziata dalla stoffa stretta dei jeans.

Si richiuse la porta della camera da letto alle spalle con mani tremanti, percependo un improvviso flusso di sangue raggiungergli i capezzoli e non solo. Louis non era immune dal suo fascino, realizzò, e per lui valeva la stessa considerazione. Anche se, ne era certo, l'altro odiava se stesso perché, pur disprezzandolo, lo desiderava da impazzire.

Quando finì di vestirsi, Louis era in salotto e stava bevendo un caffè. Sentendolo entrare, lo guardò e subito si chiese come mai, ogni volta che se lo trovava davanti provava l'impulso irresistibile di portarlo nel letto più vicino. Lottando per cercare qualcosa di sensato da dire, lo fissò abbozzando un leggero sorriso.
<<Com'è andata la tua prima settimana di lavoro?>>
Harry corrugò la fronte, insospettito. Cos'era, una critica in arrivo? <<Benissimo, direi.>>
<<Non ha molto a che fare con la moda, vero?>>
<<No, ma è stimolante essere valutati per le proprie capacità, invece che per l'aspetto fisico.>>
Louis lo guardò, in silenzio. Non aveva mai pensato alla questione in quei termini. <<Ma lo stipendio non è un granché.>>
<<Il denaro non è tutto, nella vita>> proclamò il riccio con una punta di orgoglio, un'espressione di sfida sul viso. Gli avrebbe dimostrato cosa sapeva fare!

<<Senti, Louis... >>
<<Dimmi, Harry.>>
Come gli sarebbe piaciuto che lui non si rivolgesse con quel tono sarcastico! <<Io... ehm... >> Si bloccò, intimidito dal suo sguardo freddo e interrogativo. <<Ho una proposta da sottoporti. Una specie di proposta, diciamo.>>
La mente di Louis giocò un istante con una fantasia di tipo sessuale. Anche lui, in quel senso, avrebbe avuto un paio di idee da sottoporgli! <<Davvero? E di che cosa si tratta?>>
<<Di lavoro.>>
<<Non sto nella pelle>> ironizzò lui lanciandogli uno sguardo carico di sarcasmo.
<<Ti ricordi di Giuseppe Rossi?>> gli chiese Harry, cercando di ignorar quel sorrisetto odioso.
Louis corrugò la fronte, scandagliando negli archivi della memoria. <<Il giovane chimico agrario di origine italiana?>>
<<Proprio lui. È già venuto in ufficio un paio di volte.>>
<<E avete scambiato quattro chiacchiere, vero?>> Louis strinse le labbra. Riusciva a immaginarsi benissimo la scena. Il giovane italiano sembrava più una star del cinema che un topo da laboratorio.
<<Sì.>> Harry emise un profondo sospiro. <<Mi ha detto che tu non intendi riceverlo, Louis... >>
<<Perché non serve>  ribatté lui irritato, avendo oramai compreso dove la conversazione stesse mirando.
<<Non ho nessuna intenzione di investire nella sua azienda, Harry. Perciò, se è questo che mi vuoi chiedere, risparmia pure il fiato.>>
<<Ma è un ragazzo brillante!>> replicò subito il riccio, ignorando il lampo sinistro che aveva notato nei suoi occhi. <<Il diserbante organico a cui sta lavorando sembra un prodotto assolutamente rivoluzionario.>>
<<Insomma, dopo una sola settimana sei già diventato un'esperto?>>
<<Non trattarmi in questo modo, per favore!>>
<<Sto cercando di farti capire com'è la situazione. E poi non è il tipo di impresa in cui desideri buttarmi.>>
<<Quindi la mia opinione non conta niente?>>
<<Perché dovrebbe?>> gli domandò Louis con voluta arroganza.
<<Forse perché sono uscito dal Master in economia con il massimo dei voti e la lode?>>

Per quanto impressionato, Louis non lo diede a vedere. <<La teoria e la pratica sono cose differenti.>>
<<Però mi hanno insegnato che a volte, solo a volte, dovremmo procedere per istinto, e il mio mi suggerisce che l'idea di Giuseppe Rossi è brillante.>>
<<La mia risposta è no, Harry.>> Il tono non ammetteva repliche. <<La mia esperienza è maggiore del tuo istinto. Credimi, ho ragione io.>>
Era come ricevere un calcio sui denti. E non solo per il modo in cui Louis aveva bocciato la sua proposta, ma anche e soprattutto per la sua totale mancanza di fiducia nella sua capacità di giudizio.

<<Okay, ho capito: devo riuscire dimostrarti che ti sbagli....>>

The sweet return of LouisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora