Ok, dopo questa posso dire di averle viste tutte.
La donna, cioè il blemma, si strappò il vestito colorato (senza pudore). Rivelando una faccia schiacciata e, soprattutto, brutta all'altezza del petto.
- bravissimo, caro - disse rivolta a Nico - era da secoli che i mortali non ricordavano il nostro nome, aimé, prima eravamo il terrore più educato di Roma... -.
Fu interrotta dal mio calcio che la colpì sulla testa, quella vera stavolta, ma a quanto pare era molto più robusta di quanto pensassi.Sentii un sgradevole CRACK e dei puntini neri incominciarono a danzarmi davanti agli occhi.
Stavo per vomitare.Mi tornarono in mente quelle volte quando il mio patrigno mi picchiava. E io non potevo fare proprio niente. Ero impotente.
Strinsi i denti.
Non ero più una bambina spaventata. O almeno avevo ripromesso a me stessa che fosse così.
Non potevo mostrarmi debole, almeno, non davanti a quella vecchia psicopatica informe.Nico mi prese al volo. Mi appoggiai a lui. Ora dovevo essere pure un peso... .
- sei una bambina davvero maleducata! -disse il blemma, evidentemente più seccata che ferita, - lo sai cosa facciamo ai bambini maleducati qui? -
- li lasciate andare? - chiese Nico, speranzoso.
- no, li schiacciamo un pochino!-Volevo applicare una delle mie mosse migliori: scappare.
Ma ormai non c'erano più vie di fuga, quelli che prima erano gentili cittadini dello Stato di Indiana, ora ci avevano accerchiato.
- aspettate! - esclamò Nico.
Sperai che avesse un buon piano. O almeno ce ne avesse uno.- emm... aprite bene le orecchie!-
- secondo me dovresti dire, aprite le ascelle - lo interruppi.
Il ragazzo trattenne un sorriso.- non fate un altro passo o finirà male per voi e per le vostre ascelle! - disse.
Mi chiesi come facesse a mostrarsi così sicuro.
I blemmi probabilmente la presero come una sfida, perché avanzarono.
Nico gridò.
Il terreno intorno a noi si spaccò, inghiottendo i mostri.