-Nico-

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Eravamo all'ombra di Valencia Boulevard, a scrutare le lettere d'oro incise su marmo nero: studi di registrazione R. I. P.

Sotto, sulle porte di vetro, c'era stampato: no venditori, no perditempo, no vivi.

- molto specifico - commentò Emily.
Feci un mezzo sorriso.

- cosa facciamo, entriamo e basta o abbiamo un piano? - chiesi.

- hmmmm... tanto dobbiamo solo scendere, no? quanto sarà difficile? al massimo ci uccideranno e così avremo una scusa per entrare -

La guardai male, non era brava con l'ottimismo.

Lei rise.

Sospirai.
- va bene, entriamo dai -

C'era una lieve musica di sottofondo. La moquette e le pareti erano grigio ferro, mentre l'arredamento in pelle nera.

C'erano molte persone, probabilmente erano tutte morte, perché se ti concentravi su un singolo individuo cominciava a diventare trasparente.

Il bancone della reception era un podio rialzato, perciò dovemmo alzare gli occhi per incontrare quelli della guardia.

Era un uomo elegante, con la pelle color cioccolato e i capelli biondi tagliati alla marina.
Indossava un completo charo e degli occhiali da sole.

Lessi il nome sulla targhetta, Caronte.

- mi scusi - lo chiamai.

Lui si sporse sul bancone. I suoi occhi mi riflettevano, ma per quanto mi sforzassi non riuscivo a vedere niente dietro.

- ma cosa? ancora tu ragazzino?? Ade alla fine non mi ha dato quel aumento e mi a anche tolto le dracme che mi avevi dato, porti solo guai. Sciò!-

Ci scambiammo uno sguardo confuso.

- signor Caronte dev'esserci un errore io non sono mai stato qui- cercai di spiegare.

- ah, sì! scusa morticino. ti avevo scambiato per un'altra persona. com'è che si chiamava quello scansafatiche... Hmmm... Percy Jackson? Sì, proprio Jackson -

Percy Jackson.

Perché c'era sempre lui di mezzo?

Perché riuscivo a sentire il suo odore di mare anche da qui??

- emm... noi non saremmo nemmeno morti in realtà - disse Emily.

Mi imposi di restare concentrato.

- ah, piccoli dei. Andatevene. Non potete comprarmi sono già stato truffato dal vostro amico - ringhiò.

Stava incominciando a perdere la pazienza.
Cercai di proporre ad Emily di andarcene (cosa che non era una cattiva idea), ma lei fu più veloce.

- no noi dobbiamo entrare. il mio amico, qui, è figlio di Ade. abbiamo il diritto di scendere -

Caronte sbuffò.
- questi figli di Ade, si credono chissà chi. - poi però sospirò - ho un paio di posti liberi sulla barca, venite. prima mi libero di voi, prima potrò tornare ad ascoltare la mia radio -

Si capiva che comunque non voleva avere dei problemi con il suo capo.

Per una volta questo giocava a nostro vantaggio.

Ci facemmo largo tra la folla, fino al l'ascensore, che era già stracolmo di anime, ciascuna con una carta d'imbarco verde.

- come sempre fate i bravi durante la mia assenza, o sarà peggio per voi - annunciò alla sala d'attesa.

I FIGLI DELLA MORTE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora