1. La mappa

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«C’è davvero un sacco di confusione qua dentro. Sei mai venuto su a pulire da quando questa soffitta esiste?»

«Non ho una donna delle pulizie, Zenik. Dovresti già essere felice che ho lasciato salire qui voi.»

Nina si girò a guardare Kaz, l’unico del gruppo che non si stava guardando intorno, poi lo superò, prese una scopa accanto alla botola e si fece strada tra le vecchie ragnatele.

Loro due, Inej, Jesper e Matthias si erano riuniti a casa del corvino per godersi una giornata di relax tutti insieme. Fuori scendeva il diluvio universale, quindi avevano deciso di non andare ai tavoli da gioco e di restare lì. Era stato Jesper a chiedere dove conducesse la botola che si intravedeva sulle loro teste, e così avevano deciso di salire a curiosare.

«Ma questa è tutta roba tua?» chiese Inej toccando con un dito una vecchia marionetta.

«Nulla di quel che vedete è mio, in effetti sarà la seconda volta da quando ho preso questa casa che salgo qua sopra. Quindi, Nina, non pulisco anche per questo.» rispose Kaz girandosi di nuovo verso Nina, che a sua volta si girò su sé stessa e alzò gli occhi al cielo in maniera molto drammatica.

«L’hai presa o l’hai rubata?» chiese diffidente Matthias. Aveva posto la domanda senza guardarlo, impegnato ad esaminare dei dipinti che raffiguravano cacciatori accompagnati dai lupi.

«Fa differenza? Il vecchio padrone non verrà a riprendersela.»

«Quindi possiamo ficcanasare?» chiese Jesper elettrizzato.

«Basta che la polvere non mi sporchi il salotto di sotto.»

A quel punto tutti iniziarono a curiosare in giro, lui incluso. Non aveva problemi a salire le scale a pioli, ma forzare la sua gamba malmessa a scalarne una quando avrebbe potuto non farlo gli sembrava stupido, quindi non era più salito là sopra.

L’attenzione di ciascuno fu attirata da qualcosa di diverso. Matthias esaminò i quadri con attenzione, trovando anche degli abiti tipici dei cacciatori di Fjerda, probabilmente rubati a qualcuno che era morto; Nina esaminò una pila di vecchi abiti dismessi, trovandoli troppo scoloriti e non della sua misura ma comunque affascinanti; Jesper trovò con Inej una teca crepata con all’interno una vecchia pistola e diversi coltelli, che si misero subito ad esaminare con interesse.

L’attenzione di Kaz invece si concentrò su un quadro mezzo nascosto sotto ad un telo. Lo tirò fuori: era meno impolverato del resto della roba, ma dovette comunque passarci sopra una mano guantata per vedere cosa ci fosse sotto il vetro.

Gli parve una mappa, ma il vetro sporco non aiutava. Mise quindi a terra il quadro, afferrò il bastone come una mazza e lo picchiò con forza contro il quadro, infrangendolo.

«Che è successo?» chiese la voce di Nina.

Kaz tirò fuori dai vetri rotti il foglio e sorrise.

«Non c’è solo un gran mucchio di spazzatura qua sopra. Venite a vedere.»

I quattro ragazzi lo raggiunsero e si misero in cerchio attorno alla mappa.

«Ha tutta l’aria di essere una mappa del tesoro.» osservò Jesper dopo averla osservata un momento.

«È datata 1622. Sembra autentica.» commentò Matthias.

«Da quando ti intendi di mappe, te?» chiese Kaz lanciandogli un’occhiata. Il biondo alzò gli occhi al cielo e non rispose.

«1622 non è l’anno in cui è morto Willy l’Orbo?» chiese Jesper.

«Diccelo tu questo, sei tu che hai studiato.» fece Kaz.

«Chi è Willy L’Orbo?» chiese Matthias guardando il cecchino.

«Credo sia solo una leggenda. Willy l’Orbo era un pirata molto famoso che raccolse una quantità d’oro incredibile. Mi pare di ricordare che finì in mezzo ad una guerra contro le armate del re di Ravka per questi furti, guerra dalla quale uscì vincitore. Dopo quell’episodio decise di nascondere il tesoro, ma non voleva nessuno sapesse dove fosse nascosto, quindi si nascose, uccise tutti i suoi uomini e uccise anche sé stesso.»

«Se questa leggenda fosse vera, non si spiegherebbe però come questa mappa sia finita qui.» osservò Inej. «È di Willy l'Orbo davvero comunque, lo dice la mappa.»

«Di quanto oro stiamo parlando, Jesper?» chiese invece Kaz.

«Parecchio. Pietre preziose e molti, molti soldi. Nessuno lo sa con esattezza, come abbiamo notato tutti questa è più una leggenda che una storia vera.»

«Per tanti soldi, vale almeno la pena dare un’occhiata.» decise Kaz arrotolando la mappa. Abbassando lo sguardo sui vetri, notò un pezzo di pietra elaborato così da avere sopra una data (sempre 1622) e tre buchi.

Lo prese e se lo mise in tasca, poi avanzò tra i ragazzi e iniziò a scendere la scala.

Si girò per guardare i quattro ragazzi, rimasti fermi a guardarlo, poi disse: «Che c’è, non venite?»

Sorrisero tutti, persino Matthias, e decisero di seguirlo giù di sotto.

The Goonies || Sei di CorviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora