5. Il pozzo dei desideri

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Il tragitto da quel buco fu molto più accidentato del corridoio precedente. Il terreno era particolarmente friabile e irregolare, tanto che Kaz fu costretto a procedere con l’assistenza non solo del bastone, ma anche di Jesper.

Nina, essendo in gonna e scarpe alte, fu costretta a levarsi queste ultime e a procedere con attenzione. Quando si lamentò, Kaz ribatté: «Sapevi che sarebbe potuto succedere, affar tuo se ti sei vestita in quel modo.»

Wylan cadde tre volte e Inej, l’unica che procedeva senza fatica, si occupò di farlo andare avanti e di impedirgli di spezzarsi l’osso del collo.

Quando finalmente il percorso finì, si ritrovarono in un breve corridoio. Dall’altro lato si sentiva lo scroscio tipico delle cascate.

Inej guidò il gruppo stanco di camminare, finché non raggiunsero quello che doveva essere l’atrio di un’enorme stanza naturale, il cui pavimento era sotto almeno dieci centimetri d’acqua.

Jesper scese nel liquido, facendo una smorfia quando l’acqua penetrò nelle scarpe, poi guardò la cascata che avevano davanti e la superò.

«Wow, ragazzi, venite a vedere!»

Tutti superarono la tenda liquida e rimasero senza fiato.

Era tutto coperto di monete. Centinaia, migliaia di monete sparse ovunque, per terra in mezzo all’acqua, sui massi colpiti dalla cascata, alcuni anche nelle fessure del muro.

«Siamo ricchi!» urlò Jesper buttandosi in acqua a prendere le monete. Kaz non si fiondò con altrettanta foga, ma prese comunque le monete che gli capitavano a tiro. Inej notò che aveva nascosto i guanti per evitare che si bagnassero.

La ragazza lasciò che gli altri si godessero le monete e si diresse verso la nuova fonte di luce che veniva dall'alto: la torcia era rimasta all’entrata, ancora accesa.

«È strano, però. Tutte le monete che vedo sono kruge.» disse Nina ad una certa.

«Meglio, non vanno convertite.» fece Kaz.

«Ragazzi, non credo questo sia il tesoro.» disse Inej, lo sguardo rivolto verso l’alto. Stava osservando il cielo giallino sopra di sé.

«Che vuoi dire?» chiese Jesper, ancora steso nell’acqua.

«Siamo in un pozzo. Un pozzo dei desideri.»

Wylan raggiunse Inej e guardò il cielo stupito. Dietro di loro Nina lasciò cadere le monete che teneva in mano e disse: «Allora non possiamo prenderle.»

«Perché no? Nessuno se ne accorgerà.» ribatté Kaz.

«Queste non sono semplici monete. Sono sogni di altre persone. Desideri espressi sui Sankti, magari. Non puoi prenderle tu.»

Nina e Kaz rimasero ad osservarsi. Dietro di loro Jesper sbuffò sonoramente e svuotò le tasche.

«Mi sono slozzato per niente, allora.»

«Hai fatto tutto da solo.» commentò Matthias, appoggiato al muro.

Kaz guardò Inej, poi imitò Jesper, evidentemente controvoglia.

«Contente ora, mie care religiose?» chiese scocciato.

«Non prenderla così sul personale... Se il tesoro che cerchiamo non è questo, vuol dire che quello vero può essere dieci volte questo.» disse Nina con un sorriso complice.

Kaz non sembrava convinto, ma alla fine annuì. «Vero.»

«Con tutta quest’acqua, ora vorrei andare in bagno, comunque.» disse Jesper uscendo dall’acqua. Esaminò le varie camere naturali formate lì sotto; stabilito che nessuna era una lunga galleria da percorrere, tornò dagli altri e indico una galleria.

«Questa è per le donne.» disse, poi ne indicò una un po’ più grande. «Questa è per gli uomini.»

Nessuno si era lamentato per fare soste bagno fino a quel momento, ma appena Jesper finì di parlare i sei ragazzi si dividero e andarono nelle loro rispettive gallerie, aiutati dalla luce del pozzo.

Una volta fuori, Kaz si dedicò ad esplorare le pareti della caverna a sua volta: fu per pura fortuna che individuò in un angolo una specie di pannello rotondo, su cui erano disposti dei parallelepipedi a tre a tre.

Inej lo raggiunse mentre tirava fuori la pietra a forma di teschio.

«Si incastra.» disse Kaz individuando la giusta combinazione. Inserì il teschio, poi chiese a nessuno in particolare: «Orario o antiorario?»

«Mi daresti la mappa?» chiese la ragazza. Kaz frugò nella giacca e gliela diede.

Inej esaminò le varie scritte, poi disse: «Antiorario.»

«Come lo sai?»

«Lo dice qui.»

«E direi che credevo fosse Jesper quello acculturato.» fece Kaz con un lieve sorriso mentre girava quella che ora sembrava essere una chiave.

Dai lati della cavità in cui era il pannello uscirono due pezzi di metallo che incastratono il polso di Kaz all’interno. Nello stesso momento si udì un suono sopra di loro.

«Cos’è stato?» chiese la voce di Wylan.

«Niente di buono.» mormorò Jesper mentre vedeva una palla di cannone rotolare lungo un sentiero segnato.

«Non riesco a togliere il braccio, cazzo!» urlò Kaz. Inej gli prese il braccio, coperto dalla giacca, e iniziò a tirare con lui.

Matthias intervenne a sua volta e con uno strattone per il corvino molto doloroso, il polso venne liberato. Poi la palla arrivò a destinazione e il biondo sentì il terreno mancargli sotto i piedi.

Lanciò un urlo mentre cadeva, poi cercò di aggrapparsi al muro, mani e piedi: un secondo urlo lasciò la sua gola mentre le sue dita e le sue unghie si riempivano di sangue, ma alla fine riuscì a fermarsi.

Appena prima di finire su delle cose appuntite che immaginò essere spuntoni.

«Matthias!» urlò la voce di Nina sopra di lui. «Matthias, dimmi che sei ancora vivo!»

«Sono ancora vivo!» urlò, anche se il dolore che sentiva alle dita gli facevano desiderare il contrario. «Tirate giù la torcia.»

Con uno sforzo si aggrappò in una maniera più comoda alla parete mentre sentiva rumore sopra di lui. Alla fine una cosa luminosa scese accanto a lui e cadde sul pavimento, restando accesa quanto bastava da far capire a Matthias dove saltare per toccar terra senza morire.

Davanti a lui si allungava una nuova galleria.

«Ho trovato la via d’uscita!» urlò.

«Abbiamo trovato una corda, ora arriviamo!» urlò Nina a sua volta.

Matthias guardò gli spuntoni, illuminati dalla torcia.

Avevano superato senza morire un’altra prova.

The Goonies || Sei di CorviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora